Il nostro stare in salute passa anche attraverso il buon funzionamento di un Sistema sanitario pubblico territoriale

 Covid 19 - che ci ha costretto a vivere in drammatiche condizioni
- ha messo in evidenza il violento assalto che la sanità subisce
da anni e che noi continuiamo a denunciare. Una sanità
stretta tra forze politiche ed economiche che vogliono trasformarla
in un sistema di profitto, che premono per un rapporto
pubblico-privato alimentando il sistema di assicurazioni che
si arricchisce anche con il welfare aziendale e impoverendo il
sistema sanitario pubblico. Noi lottiamo invece per un servizio
sanitario pubblico, gratuito, di qualità e accessibile a tutti.
Da decenni non si è investito nella ricerca e, sotto gli occhi
di tutti... sulla prevenzione delle malattie infettive, perché
gli investimenti nella Sanità Pubblica e nella prevenzione
non fanno business, la malattia invece è profitto! (anzi sono
controproducenti e la scienza è al servizio del capitalismo e
subordinata al profitto). Sono anni inoltre che i vari governi
tagliano sulla spesa pubblica - peraltro pagata dai cittadini
con la fiscalità generale e con i ticket - che si traduce in diminuzione
di personale e di posti letto. Quei posti letto e quel
personale che sarebbero serviti in questa epidemia, come in
terapia intensiva e rianimazione e non avremmo avuto così
tanti decessi. Per queste carenze sono stati rimandati interventi
chirurgici, cure e controlli oncologici, interruzioni di
gravidanza fino ai semplici esami di laboratorio. E ora si sono
aggravati i malati oncologici con gravi rischi per la salute e
la loro vita. Finita l’emergenza i tempi di attesa per la diagnostica
e le prestazioni sanitarie si sono presto allungati.
Lo smantellamento della Sanità Pubblica a favore di quella
privata è palese, come è altrettanto evidente che l’autonomia
differenziata porterebbe ad un aggravamento del
nostro sistema sanitario e alla possibilità di cura differente
nelle diverse regioni a svantaggio delle regioni del sud.
La situazione sanitaria è peggiorata velocemente anche
a causa delle scelte politiche della Regione che continua
a pagare salate convenzioni con il 3° settore, il cosiddetto
volontariato, invece di rafforzare la sanità pubblica
- anche in previsione di altre emergenze che ciclicamente
possono presentarsi - e perseguendo la linea della privatizzazione
indebolendo il livello sanitario territoriale.
La salute è un bene e un diritto, l’organizzazione del Servizio
Sanitario Nazionale deve attuare questo diritto. È il momento
di una nuova riforma della sanità a partire dall’affermazione
della salute in ogni ambito di vita, dall’ambiente ai luoghi
di lavoro.
Chiediamo:
- l’eliminazione dei lunghi tempi di attesa per le
prestazioni;
- l’eliminazione dei ticket;
- assunzioni stabili di operatori sanitari per i servizi
ospedalieri pubblici e per i servizi territoriali;
- prevenzione come pernio fondamentale della medicina
territoriale, in costante coordinamento con il
settore ospedaliero;
- indagini epidemiologiche costanti;
- sviluppo delle “case della salute”, non come semplice
insieme di ambulatori, ma come punti di incontro
delle esigenze locali (prestazioni sanitarie,
socio-sanitarie e sociali), in particolare per le fasce
più deboli;
- riapertura, potenziamento e funzionamento dei
consultori dove sia garantita la presenza di tutti gli
specialisti previsti per un corretto funzionamento;
- ripristino della medicina scolastica, fondamentale
per la prevenzione e il controllo sanitario nel territorio;
- residenze sanitarie assistenziali a carico del SSN,
come pure quelle per disabili fisici e psichici, perché
deve essere riconosciuta la necessità di cura della
persona anziana, cronica e non autosufficiente;
- rimozione di ogni “incentivo” verso la sanità privata,
incluse le forme di “welfare aziendale”;
- riproposizione di una programmazione sanitaria
partecipata a livello locale e nazionale eliminando
ogni “sperimentazione” organizzativa pubblicoprivata;
- trasferimento delle spese militari al rafforzamento
della sanità pubblica;
- rifiuto di ogni ipotesi di “regionalismo differenziato”.
Su questi obiettivi impegniamoci a sostenere una
nuova stagione di lotte che rafforzino il diritto e la
tutela della salute, anche nei luoghi di lavori, tutela
dell’ambiente, dei diritti sociali. Obiettivi interdipendenti
da affrontare in modo unitario tra lavoratori
e sindacati del settore e utenti - anche in veste
di “sentinelle” - sottraendo i controlli a qualunque
conflitto d’interesse.
COORDINAMENTO FIORENTINO
PER IL DIRITTO ALLA SALUTE
ctdsfirenze@virgilio.it
Fip 30 luglio 2020
Il nostro stare in salute passa
anche attraverso il buon funzionamento
di un Sistema sanitario pubblico territoriale

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