Buoni pasto e assemblee on line negati in tempo di Covid. Con la scusa del distanziamento attaccano il potere di acquisto e di contrattazione

 I buoni pasto non sono erogati ai lavoratori e alle lavoratrici in smart working, siano essi del settore pubblico e privato.

La ragione? Lo spiega l'ennesima sentenza della Corte Costituzionale (a colpi di decreti leggi e Sentenze stanno danni riscrivendo la legislazione in materia di lavoro stravolgendo anche i contratti nazionali), secondo la quale  i buoni pasto sarebbero «un’agevolazione di carattere assistenziale collegata al rapporto di lavoro da un nesso meramente occasionale» (Cassazione 20087/2008,14290/2012, 14388/2016).

I buoni alimentari non sono un istituto contrattuale del quale rivendicare l'applicazione ma un mero strumento assistenziale? Possiamo a lungo discuterne ma resta la sostanza del problema : il diritto al buono pasto per chi lavora mattina e pomeriggio viene messo in seria discussione e minacciato direttamente dal lavoro agile che in numerosi Enti ha determinato perfino il mancato pagamento di alcuni istituti contrattuali come le indennità di condizione lavoro.

E nel caso del buono pasto dobbiamo rimettere ogni decisione alla volontà del datore di lavoro perchè non esiste contrattazione alcuna per un benefit  pur erroneamente definito come assistenziale. E cosi' facendo, trovata la legge arriva l'inganno, si aggira anche l'art 20 della legge 81\2007 che prevedeva per iavoratori\trici in smart lo stesso trattamento economico dei colleghi in presenza.

Non ci resta allora che proporre un accordo sindacale ai datori di lavoro, l'obbligo dei buoni pasto scatta solo in presenza di una intesa sottoscritta tra le parti, ci chiediamo per quale ragione i sindacati firmatari dei contratti ad oggi non abbiano promosso una iniziativa nazionale e unitaria investendo direttamente le rsu.

 Dovremmo farlo noi, del sindacato di base conflittuale, rivendicando anche il diritto dei lavoratori di potere svolgere assemblee retribuite on line con i datori obbligati a mettere a disposizione piattaforme aziendali.

Perchè l'onere della organizzazione sembrerebbe spettare alle organizzazioni sindacali e non al datore che invece dovrebbe garantire il diritto di assemblea in tutte le forme possibili come prerogativa di relazioni sindacali degne di questo nome.

In nome della lotta ai contagi e nel rispetto del distanziamento sociale qualcuno vuole far pagare la crisi ai lavoratori e alle lavoratrici indebolendone il potere di acquisto e riducendo gli spazi di agibilità sindacale.

di questo e di molto altro dovremmo iniziare a parlare scegliendo percorsi di lotta e conflittuali per non perdere soldi e diritti acquisiti

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