Chi dice che la democrazia costa troppo, preferisce la dittatura

 "CHI DICE CHE LA DEMOCRAZIA COSTA TROPPO, PREFERISCE LA DITTATURA". UN
DISCORSO IL 22 AGOSTO IN PIAZZALE GRAMSCI A VITERBO PER IL "NO" AL
REFERENDUM DEL 20-21 SETTEMBRE

La mattina di sabato 22 agosto 2020 in piazzale Gramsci a Viterbo il
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la
difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto un discorso argomentando
le ragioni del "NO" al referendum del 20-21 settembre.
Di seguito, ricostruita a memoria poche ore dopo, una sintesi dei
ragionamenti espressi.
*
1. Chi dice che la democrazia costa troppo, preferisce la dittatura.
La democrazia rappresentativa e' una forma di governo che ha molti
limiti e puo' presentare non pochi difetti, ma come disse una volta uno
statista inglese, tutte le altre sono peggiori.
In Italia la sovranita' appartiene al popolo che la esercita votando le
proprie istituzioni elettive: e l'unica istituzione elettiva per cui
vota l'intero popolo e' il parlamento.
Il parlamento e' quindi l'istituzione in cui concretamente si realizza
la sovranita' del popolo nell'ordinamento giuridico italiano.
Mutilare il parlamento significa mutilare la sovranita' popolare.
E' costosa la democrazia? Certo. E' costoso il parlamento? Certo. Vi
sono degli abusi? Certo. Sono possibili dei risparmi? Certo. Ma
l'alternativa alla democrazia e al parlamento e' la dittatura, che
apparentemente costa di meno: solo la liberta' di tutte e tutti noi.
L'ultima dittatura che il nostro paese ha conosciuto e' costata tra
altri orrori decine di milioni di morti provocati dalle guerre fasciste.
Noi preferiamo la democrazia. Noi preferiamo il parlamento. Noi
preferiamo salvare le vite umane. Noi preferiamo la rappresentanza e la
sovranita' popolare.
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.
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2. Chi ieri diceva che i governanti fanno tutti schifo, ora governa da
anni, ha imposto antileggi naziste, e con la sua irresponsabilita' ed
improntitudine ha contribuito a provocare la morte di decine di migliaia
di persone innocenti nel corso dell'epidemia.
La cosiddetta "antipolitica" che tanto consensi ha ricevuto nelle ultime
elezioni politiche e regionali e' gia' intimamente fascista e disumana.
I signori giunti al potere con l'"antipolitica" hanno imposto le
antileggi razziste e antiumane fino ad arrivare al tentativo di impedire
di soccorrere i naufraghi in pericolo di morte. Se non e' fascismo
questo, non sappiamo cosa sia fascismo. Se non e' barbarie questa, non
sappiamo cosa sia barbarie.
Successivamente, dinanzi all'epidemia, l'insipienza e
l'irresponsabilita' dei governanti "antipolitici" centrali e regionali
hanno avuto come esito una lunga sottovalutazione, un ritardo negli
interventi, un cumulo di errori e carenze tali che decine di migliaia di
persone sono morte, moltissime delle quali potevano essere salvate da
interventi tempestivi e adeguati, gli interventi che i signori
antipolitici del governo centrale e dei governi regionali razzisti non
hanno saputo o voluto realizzare in tempo e nella misura necessaria.
Non solo: con il delirante narcisismo e il grottesco egotismo tipico dei
dittatori nel corso dell'epidemia il governo centrale ha esautorato il
parlamento abusando ripetutamente dello strumento del Decreto del
presidente del consiglio dei ministri (Dpcm): da mesi e mesi sono in
corso in Italia prove tecniche di deriva verso la dittatura, mentre si
continua a morire per primaria responsabilita' di chi ci governa.
La riforma voluta da partiti razzisti, golpisti e stragisti e'
l'ennesimo passo verso il baratro del regime dell'anomia e della violenza.
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.
*
3. Mutilare il Parlamento significa indebolirlo fino a prostituirlo al
governo (ed ai palesi ed occulti burattinai che il governo manovrano in
quanto padroni delle forze politiche antidemocratiche che lo
compongono): cosi' violando la divisione, l'equilibrio e il controllo
dei poteri.
Nell'ordinamento giuridico italiano, nel nostro stato di diritto, nella
Costituzione democratica e antifascista, la chiave di volta e' la
separazione dei poteri: il parlamento fa le leggi, il governo ha il
potere esecutivo, la magistratura esercita la funzione giudiziaria;
questi tre poteri sono separati, devono essere in equilibrio, devono
essere sottoposti a reciproci controlli, altrimenti e' la dittatura.
Inoltre il Parlamento e' l'unico di questi tre poteri eletto
direttamente dal popolo sovrano.
Mutilando il parlamento (gia' enormemente indebolito dalle leggi
elettorali imposte in questi ultimi decenni che sempre piu' lo hanno
ridotto a bivacco di manipoli) si accresce il potere dell'esecutivo, che
gia' ne ha enormemente abusato, e si prepara la dittatura.
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.
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4. La riforma e' un'aggressione alla Costituzione repubblicana,
democratica ed antifascista.
E quindi la riforma costituzionale imposta dagli ultimi due governi (la
cui continuita' e' dimostrata dall'essere rappresentati dal medesimo
presidente del consiglio dei ministri) e' anche un'ennesima aggressione
alla Costituzione, cosi' come le analoghe riforme costituzionali che
volevano imporre prima Berlusconi e poi Renzi.
Cosi' come furono respinte con il referendum sia la riforma Berlusconi
nel 2006, sia la riforma Renzi del 2016, occorre adesso respingere la
riforma Conte-Salvini-Di Maio.
Diciamo NO all'antiparlamentarismo.
Diciamo NO al fascismo.
Diciamo NO alla barbarie.
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.
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5. Last, but not least, alcuni appelli degni di lettura e meditazione.
Alcuni appelli diffusi in questi mesi hanno evidenziato molte ragioni di
dettaglio che non abbiamo riassunto in questo nostro ragionamento.
Vorremmo pero' almeno fare cenno a questi appelli, invitando a
consultarne i testi integrali ripubblicati anche nel nostro notiziario
telematico quotidiano dedicato appunto a sostenere le ragioni del "NO"
al referendum.
L'appello dalla societa' civile, "Referendum costituzionale: No alla
grande menzogna"; appello sostenuto da autorevoli personalita' laiche e
religiose tra cui mons. Luigi Bettazzi, Sandra Bonsanti, don Luigi
Ciotti, don Pierluigi Di Piazza, Anna Falcone, Domenico Gallo, Raniero
La Valle, mons. Raffaele Nogaro, don Alessandro Santoro, padre Alberto
Simoni, Armando Spataro, Nadia Urbinati, Massimo Villone, padre Alex
Zanotelli (per adesioni inviare una e-mail a
adesione.nograndemenzogna@gmail.com).
L'appello dell'"Associazione nazionale partigiani d'Italia", "Perche'
votiamo "NO" al referendum del 20-21 settembre".
L'appello del "Comitato per il No": "Per la Costituzione fare vincere il
NO nel prossimo referendum costituzionale".
Infine vorremmo ricordare anche l'appello nonviolento per il "NO"
promosso il 13 agosto scorso, dal titolo "No alla riforma costituzionale
che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime
totalitario nel nostro paese" di cui di seguito riproponiamo ancora una
volta il testo integrale.
"Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21
settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al
servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei
grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto
imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei
parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio
da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime
sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no
all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei
poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla
libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i
bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e
sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle
nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che
perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la
societa' alla menzogna e alla violenza".
Per questo occorre votare "NO" al referendum del 20-21 settembre.

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della
biosfera" di Viterbo

Viterbo, 22 agosto 2020

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa
della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel.
0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della
biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70
del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne
per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura
nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu'
ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle
prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo
convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il
notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e'
possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito
www.peacelink.it

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