Quando la Naspi diventa funzionale ai licenziamenti

 Non è una aberrazione o almeno lo dovrebbe essere in teoria se pensiamo all'utilizzo improprio di certi ammortizzatori sociali.

Il decreto di Agosto prevede numerose eccezioni al divieto di licenziamento, sarà possibile licenziare con un accordo stipulato insieme alle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Sarà sufficiente un accordo aziendale per incentivare la risoluzione del rapporto di lavoro con adesione individuale dei lavoratori interessati . A questi lavoratori licenziati sarà corrisposta la Naspi negata invece nel caso di cessazione volontaria del rapporto di lavoro, quindi se non ti costringono a licenziarti ci sarà pur sempre un accordo sindacale al quale aderire per avere almeno l'accesso alla Naspi. Questa è una delle misure di sostegno alle imprese tanto invocate da Confindustria che resta convinta della necessità di ripristinare i licenziamenti collettivi senza alcun limite per le imprese .

La sostanza comunque non cambia, non ci saranno licenziamenti veri e propri ma  gli esuberi potranno avvenire con la benedizione dei sindacati complici, magari perfino assenti dalla azienda interessata, saranno bypassate le Rsu, se le rappresentanze aziendali vorranno contrastare questi esuberi potranno fare ben poco.

Non è solo in gioco la rappresentanza reale ma anche la volontà dei lavoratori e delle lavoratrici sacrificata sull'altare della rappresentatività.

Siamo in presenza di fatti gravi che impongono ai lavoratori  e alle Rsu decisioni calate dall'alto, non tengono conto dell'opinione della base e peggio ancora si tornerà a licenziare in un periodo nel quale in teoria i licenziamenti sarebbero vietati.

Si sta facendo strada una idea e una pratica della rappresentanza sindacale che reprime il dissenso e il conflitto e consente ai padroni di portare a casa i licenziamenti, ovviamente con il beneplacito dei sindacati nazionali maggiormente rappresentativi e dei loro terminali territoriali.

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