A noi la parola! Intervista ai cosiddetti fannulloni dei lavori stagionali e del commercio

Dopo le polemiche dei datori di lavoro che non troverebbero manodopera a causa del Reddito di cittadinanza, abbiamo rivolto alcune domande a dei lavoratori che spiegano i contenuti dell'offerta occupazionale loro presentata.

d Preferite il Reddito di cittadinanza ad un lavoro?

Sono un cameriere referenziato, scuola alberghiera e stages anche all'estero, ho lavorato per anni in ristoranti poi ho deciso di prendere un anno sabbatico e raggiungere la mia compagna in Spagna. La crisi ha colpito duro anche in Spagna e cosi' ho fatto ritorno in Italia. L'offerta che ho rifiutato? Un contratto a 15 ore settimanali quando in realtà ne farei almeno 40, le restanti 25 al nero a 6\7 euro all'ora. Dovrei fare due ore di viaggio al giorno, alla occorrenza spostarmi dal ristorante al bar, un orario di ingresso sicuro ma non l'uscita e per 700\800 euro al mese, nessun stacco a pausa pranzo, si lavora a ritmo continuo e la sola pausa ammessa è per un caffè o una sigaretta. Fatti due conti, con i catering del fine settimana, lavorando 30 ore in due giorni e mezzo vado a prendere gli stessi soldi.

d Offerte indecenti? 

Offerte vergognose che meriterebbero la massima attenzione della Guardia di Finanza e della direzione territoriale del lavoro ma anche della Asl viste le precarie condizioni di igiene e sicurezza. Con la scusa della ripartenza le offerte di lavoro sono sempre piu' improntate da richieste inacettabili che disconoscono non tanto la professionalità quanto la stessa dignità umana e lavorativa. Un amico, anche lui della scuola alberghiera, ha raccontato che in caso di minore affluenza dei clienti scatta la decurtazione della paga oraria, una autentica giungla. 

d il contratto nazionale e gli straordinari?

Inesistenti o comunque ridotti ai minimi termini, quante volte è capitato di riaprire la cucina alle 24 e di lavorare fino alle 2 senza un'ora di straordinario, pagati con le mance lasciate dai clienti e la promessa di prendersi un permesso in caso di bisogno, permesso di cui nella stagione estiva difficilmente potrai beneficiare. Fatti due conti, ditemi voi se queste pretese padronali possono essere accettabili, non solo viene disconosciuta la nostra professionalità ma non c'è rispetto alcuno degli orari, dei tempi di pausa e le paghe sono da fame. Preso per la gola ho accettato catering con paga orara inferiore del 20\30 per cento rispetto al 2019, la contrazione dei costi del lavoro è la base della ripartenza.

Margherita, 31 anni, aiuto cuoca, invece racconta un 'altra storia

Ero al nero in un famoso ristorante del litorale pisano, quando è arrivata la pandemia non potevo avere gli ammortizzatori sociali, mi sono inventata alla fine un lavoro che per paura dei contagi non è mai decollato: andavo a casa delle persone a preparare cene. Gli anziani avevano paura, le famiglie benestanti erano restie ad organizzare cene, cosi' per mesi mi sono limitata a preparare qualche torta di compleanno e dei primi da asporto, tutto al nero e francamente me ne vergogno. Avro' incassato in sei mesi meno di 1000 euro, se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza avrei fatto la fame. Mi hanno offerto un lavoro: tutti i giorni mattina e pomeriggio\sera, unica sera  libera il lunedi', per 850 euro al mese, sono stata in dubbio se accettare o rifiutare l'offerta, il mio compagno invece è stato chiamato come tutto fare in un bagno, 12 ore al giorno su sei giorni per 800 euro. Anche lui si vergogna del nero, suo padre è sindacalista, ma non ci sono alternative.

Alla luce di queste testimonianze crediamo che il problema sia ancora una volta quello della pretesa di avere forza lavoro al nero e sottopagata  con contratti irregolari o troppo spesso aggirati con estrema facilità.

Di fronte alla dignità umana e lavorativa calpestata, parlare di fannulloni restii ad accettare offerte di lavoro significare travisare la realtà, in nome della ripartenza la precarietà e lo sfruttamento si rafforzano sempre piu' alimentando la retorica padronale contro il reddito di cittadinanza per addomesticare i contratti ai loro interessi


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