Appunti critici sul PNRR

 

Pnrr è un documento complesso sul quale sono arrivati interventi critici da piu' parti e legati alle esperienze dirette di associazioni e realtà impegnate su alcune tematiche specifiche. Un punto di vista complessivo, capace di mettere insieme le analisi critiche fin ora prodotte, manca perchè non esiste una visione di insieme
 
quando si parla di rivoluzione verde urge ricordare che siamo davanti a uno scontro tra due concezione capitalistiche, una green basata sulle energie rinnovabili e una piu' legata allo sfruttamento delle classiche fondi energetiche non rinnovabili
Laddove si parla di elettrificazione dei trasporti​ si parla di quota di rinnovabili sui consumi finali lordi​ che nel 2030 dovrà passare dal 55% del vecchio piano a circa il 70% del mix produttivo. Nel frattempo si costruiscono strade ad alta velocità per favorire il trasporto su gomma delle merci
Sbloccare il settore delle rinnovabili dovrebbe indurre e rivendicare il controllo pubblico sulle stesse e non pensare ad investimenti crescenti con procedure di autorizzazione semplificate delle quali beneficeranno i capitali privati
dopo anni si torna a parlare di semplificazioni ad esempio nel rifacimento di mpianti solari ed eolici ma è assente un progetto di riconversione che vada in questa direzione. Poi non dimentichiamo la questione occupazionale, il rischio è di avere un impatto negativo in termini di posti di lavoro rinunciando a costruire una nuova filiera produttiva e occupazionale all'insegna dell'abbattimento dell'impatto ambientale
Laddove si parla invece di agrivoltaico compatibile con le tipologie produttive agricole, dimentichiamo come da anni siamo in attesa di una nuova legge quadro sull'agricoltura e siamo andati avanti con logiche comunitarie errate che sostituiscono alla produzione di latte e prodotti agricoli con sussidi per favorire invece l'acquisto di prodotti bio tecnologici
​ Gli obiettivi rinnovabili​ a detta di Greenpeace sono assolytamente inadeguati e deludenti perchè si prospetta un fabbisogno energetivo derivante dalle rinnovabili ancora troppo basso, mancano poi politiche industriali per favorire non solo l’elettrificazione dei trasporti e la costruzione di una apposita​ filiera, ma si prospettano vecchie soluzioni come biometano, idrogeno e gas che nel settore dei trasporti sarebbero di alto impatto ambientale
L'Italia è dipendente dalle politiche Usa e Nato e dalla locomotiva tedesca, la stessa Industria 4.0 è determinata dalle necessità del capitale renano senza dimenticare che l'accumulo e il mancato smaltimento dei materiali informatici e delle stesse batterie elettriche nel tempo potrebbe rappresentare un problema irrisolvibile per l'ecosistema
Il Pnrr non prevede alcuna ripubblicizzazione dei beni comuni, a 10 anni dal Referendum sull'acqua è del tutto evidente che una vittoria popolare nulla puo' contro i processi di aziendalizzazione che utilizzano lo sfruttamento dei beni comuni a fini capitalistici.
Al contempo siamo davanti a una stagione di investimenti per la Trivellazione del territorio e nuovi progetti fossili di stoccaggio della CO2 per i quali saranno utilizzati i fondi europei per estrarre idrocarburi da terra e dal mare
Manca un progetto di edilizia popolare a partire dalla riconversione di aree abbandonate da ripensare per la costruzione di nuovi quartieri, le città e il diritto all'abitare e a decidere il futuro dei nostri territori sono tra i grandi assenti nel PNRR , siamo ancora vittime della nozione di degrado urbano che ha portato alla criminalizzazione degli ultimi e alle città vetrine, all'utilizzo della Polizia locale in termini repressivi senza mai affrontare le ragioni urbanistiche, sociali ed economiche di un degrado ben piu' complesso e legato alla speculazione imperante.
I decreti di VIA firmati dal ministro della Transizione ecologica riguardano​ rinnovi di concessioni, progetti di messa in produzione di pozzi e di perforazione, la strada è quella del passato ossia trivelle e idrocarburi per sottostare ai ricatti delle multinazionali per non parlare poi della disattenzione verso la necessità di ridurre gli allevamenti intensivi che hanno anche elevati impatti ambientali​ per non parlare poi della crescente quantità di rifiuti prodotti​ e inceneriti​ lo spreco delle risorse naturali e la costruzione di nuovi inceneritori
Nessun incentivo per le filiere del made in Italy orientate al riuso, riciclo, durabilità e riparabilità dei prodotti , viene invece potenziato il ricorso al commercio via internet con crescenti fenomeni di sfruttamento selvaggio dei lavoratori nei magazzini della logistica attraverso gli algoritmi
Il lavoro è poi il grande assente nel PNrr, si parla di nuovi ammortizzatori sociali quando verrà depotenziato il welfare state e in prospettiva futura avremo pensionati da fame nella indigenza.
​ l’elaborazione del PNRR​ è stata tutt'altro che trasparente e partecipata è mancata una vera consultazione pubblica, si va aggirando o comunque indebolendo la​ Valutazione Ambientale Strategica (VAS), il contollo delle sovraintendenze dettando le linee guida di una governance detenuta dal Governo per conto e a tutela degli interessi del capitale e della Ue

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