Fuori i numeri: la Pa senza formazione e personale

La Pubblica amministrazione italiana al 1° gennaio 2021 contava 3,2 milioni di dipendenti, siamo ormai al livello piu' basso negli ultimi decenni con la perdita in 15 anni di circa 500 mila posti di lavoro. Siamo 31mila in meno rispetto al 2020 La responsabilità della continua erosione degli organici nella Pa è da attribuire ai 9 anni di blocco della contrattazione e delle assunzioni, alla mancata stabilizzazione dei precari, alla crisi pandemica che ha allungato i tempi delle procedure concorsuali.  
 
La Pa italiana si conferma la piu' vecchia dei paesi Ue con una età media attorno ai 55 anni di età e con percorsi formativi del tutto insufficienti soprattutto in alcuni comparti. 
 
La assenza di personale in molti servizi non puo' essere occultata, quando si parla di investimenti nella Pa dovremmo partire dai dati oggettivi come quello che prevede una media di 1,2 giorni di formazione a dipendente, una percentuale del tutto irrisoria rispetto agli altri paesi Ue.  Non serve una Pa funzionale ad erogare servizi alle imprese, se questo resta l'indirizzo del Governo non avremo una Pa moderna, efficiente e utile anche alla ripresa dell'economia. il Ministro Brunetta non puo' strumentalizzare i sondaggi secondo i quali il 76% degli italiani considera i la Pa del tutto inadeguata  visto e considerato che nei mesi pandemici sono stati incapaci perfino di organizzare il lavoro agile incrementando l'accesso alle reti e ai servizi on line.
 
Oggi ci sono 3,03 milioni i pensionati da lavoro pubblico, questo solo dato potrebbe dare adito a politiche previdenziali sfavorevoli per la forza lavoro nella Pa dimenticando che i pensionati di domani, tra 10 o 20 anni, avranno assegni da fame calcolati con il sistema contributivo 
Invece di stabilizzare i precari si pensa ad assunzioni a tempo determinato dimenticando che nei prossimi 3 anni ben  300mila dipendenti andranno in pensione, le assunzioni previste dal Governo sono quindi ben poca cosa rispetto alle reali necessità
 
Se guardiamo ai numeri si capisce bene quanto poco stia facendo il governo con poche migliaia di assunzioni  previste  tra regioni, servizio sanitari, Comuni, università, enti pubblici non economici, enti di ricerca e avvocatura dello stato
 
 
Le risorse del Pnrr non saranno indirizzate a nuove assunzioni , i fondi destinati al miglioramento della capacità amministrativa sono avvolti nel mistero, manca chiarezza su come saranno utilizzati questi soldi.
 
Ci sembra evidente che dietro all'ottimismo del ministro Brunetta si nasconda una realtà ben diversa . Senza rivendicare assunzioni adeguate alle reali necessità rischiamo di ritrovarci presto con organici ancora piu' risicati  e meccanismi sempre piu' iniqui e divisori a distribuire il salario accessorio. e' tempo di mandare in pensione la performance!

 

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