Il programma minimo dei padroni

 Le nuove regole riguardanti il mondo del lavoro potrebbero essere piu' o meno uguali per i paesi dell'Ue, non siamo noi a dirlo ma esponenti di Confindustria.

Da anni sono contestate le differenti legislazioni nei paesi Ue in materia di lavoro, legislazioni dai quali dipende il costo della manodopera e il suo utilizzo flessibile, al di là dei rappori di forza presenti nei vari paesi dentro il conflitto tra capitale e lavoro, oggi con forza viene rilanciata la idea di regole comuni.

Cosa sono poi queste regole? Intanto criteri per l'utilizzo delle risorse comunitarie visto che i vari PNRR potrebbero favorire alcuni settori industriali e capitalistici a discapito di altri, indirizzare invece gli investimenti europei verso un'unica direzione resta il modo migliore per affrontare sinergicamente la crisi.

Non a caso il presidente della  Confindustria  insiste nel chiedere riforme economiche, dal  patto di stabilità agli eurobond, la revisione degli ammortizzatori sociali puntando tutto su transizione energetica e digitale e sul futuro delle città destinate a grandi colate di cemento e ad opere di ristrutturazione che taglieranno fuori le comunità locali da ogni decisione 

Intanto Confindustria lancia un messaggio chiaro al Governo, soddisfatta dei risultati ottenuti fino ad oggi ma guardinga rispetto alla delicata, e per nulla scontata, fase attuativa  del Recovery.

Le regole del patto di stabilità  alle quali siamo per altro vincolati, a detta di Confndustria  dovranno essere semplificate,  si chiedono meno adempimenti burocratici (la famosa semplificazione che si è portata dietro il potenziamento del subappalto), i padroni locali concordano su regole uguali per tutti ma sono pur sempre consapevoli che alcuni Stati non potranno tenere il passo di altri e per questo invocano  obiettivi  chiari ma differenziati, le classiche politiche anticicliche. 

Ma cosa saranno poi queste politiche?

Agevolazioni fiscali, investire nei settori emergenti aliquote fiscali piu' basse, riforma del sistema di tassazione e degli ammortizzatori sociali a vantaggio non solo dell'impresa ma per indirizzare a suo favore la ristrutturazione del welfare, un sistema sociale diversamente strutturato rispetto al passato, minor attenzione verso i pensionati e le categorie a rischio a vantaggio di quanti sono ancora in produzione.

Confindustria rivendica i contributi delle associazioni datoriali per la scrittura del Pnrr, si capisce bene la ragione del sostegno accordato al Governo Draghi, invoca al contempo maggiore attenzione del Governo agli interessi padronali da un lato evitando dall'altro che sulle transizioni in atto si operino scelte destinate a favorire alcuni paesi a discapito di altri. Inizia cosi' lo scontro tra capitali europei e tale scopo si accentua la repressione nei luoghi di lavoro per imporre la pace sociale o normalizzando le relazioni industriali specie nel momento in cui ripristineranno i tanto desiderati licenziamenti collettivi sospesi per la pandemia.

Nulla sarà insomma come prima, i padroni hanno una idea chiara di come governare i processi di ristrutturazione in atto, qualcuno pensa invece che la concertazione rivista e corretta possa essere la scelta giusta per limitare i danni e rilanciare l'occupazione. illudendosi che qualche briciola della torta possa tornare alla classe lavoratrice. Una concezione errata che ricorda la massima liberista della Thatcher secondo la quale aumentando il potere dei ricchi e la circolazione dei capitali anche le classi meno abbienti avrebbero tratto giovamento.

 La storia degli ultimi 40 anni dice invece l'esatto contrario, le politiche neoliberiste oggi sono forse inutilizzabili ma viene rivisto e corretto il principio di fondo per assicurare al capitale la libera circolazione del denaro e delle merci, investimenti favorevoli scaricando sul pubblico i costi della ristrutturazione. L'ordoliberismo , o ordo liberalismo come lo si voglia definire, è in agguato

Commenti