Perchèla morte di Adil ci riguarda tutti\e

 A distanza di poche ore dalla uccisione del delegato sindacale, investito da un camion nel corso dello sciopero nazionale nella logistica tutto il mondo del lavoro dovrebbe prendere posizione e agire conseguentemente.

Non è il primo morto nella logistica, già alcuni anni fa un delegato sindacale venne travolto da un camion che aveva forzato il blocco dei cancelli , episodi piu' volte verificatisi negli ultimi mesi a conferma come nel settore logistico sia in corso un conflitto feroce che vede contrapposti i lavoratori ai padroni e ai piccoli padroncini dei trasporti.
 
Questo conflitto è risultato anche della pandemia, della sempre piu' vitale importanza di produrre\ trasportare merci in tempi ridotti e a costi risicati per rifornire il mercato. Ma allo stesso tempo siamo davanti a scelte operate da alcune multinazionali che licenziano la forza lavoro nei siti produttivi con maggiore sindacalizzazione dove, guarda caso, il costo del lavoro è aumentato e con esso i salari. La chiusura dei siti produttivi e i processi di delocalizzazione sono sempre piu' diffusi e la lotta di classe dei padroni sembra avere strumenti ben piu' incivisi anche per le mancate decisioni assunte dal Governo in materia di licenziamenti, lavoro, appalti e sicurezza\salute.
 
 Parliamo di un settore nel quale tra cooperative spurie, caporalato e sfruttamento selvaggio, appalti e subappalti, le condizioni di vita e di lavoro erano insostenibili e i miglioramenti arrivati sono frutto di anni di lotte tra vertenze e scioperi, non risultato di accordi nazionali siglati dai sindacati cosiddetti rappresentativi.
 
Nella logistica si registra uno scontro durissimo che è solo l'antipasto di quanto potrebbe accadere a breve con il ripristino dei licenziamenti collettivi e la estensione del subappalto che sappiamo essere finalizzato a ridurre salari e costo del lavoro.
 
Con la fine degli ammortizzatori sociali pandemici migliaia di posti di lavoro sono a rischio.
 
Sono trascorsi solo pochi giorni  dalla aggressione di squadracce ai danni di attivisti del sicobas, dalla distruzione del presidio alla Texprint di Prato nel corso della quale sono stati aggrediti anche  alcuni lavoratori, siamo davanti a una vera e propria escalation di violenza contro i lavoratori della logistica che in questi mesi stanno portando avanti una dura lotta per scongiurare centinaia di licenziamenti e decisioni miranti a sopprimere le conquiste salariali e contrattuali ottenute nei magazzini .
 
E con la scusa dell'ordine pubblico potrebbero anche mettere in discussione il diritto di sciopero, del resto è bene ricordare che i pacchetti sicurezza vigenti prevedono condanne di anni per reati di natura sindacale come il blocco stradale. I padroni stanno scatenando una guerra contro i lavoratori, tutti se ne renderanno conto una volta ripristinati formalmente i licenziamenti collettivi.

Vogliono intanto isolare e criminalizzare le lotte nella logistica per trasformare le violenze ai loro danni in episodi marginali o in scontri tra gruppi di operai, tra scioperanti e crumiri. Siamo invece davanti a una iniziativa padronale repressiva di inaudita violenza e al silenzio delle istituzioni, ad un uso improprio delle guardie private che dovrebbe essere impedito ai  datori di lavoro, a codici di comportamento imposti anche nella Pubblica amministrazione per imporre fedeltà assoluta e impedire perfino il diritto di critica e parola ai\lle dipendenti pubblici pena sanzioni e licenziamenti.  Stanno creando un clima di paura e di rassegnazione frutto della lotta di classe intrapresa dai padroni contro i lavoratori e le lavoratrici.

La morte, anzi l'uccisione, di Adil ci riguarda tutti\e, lavoratori e lavoratrici del privato e del pubblico, del variegato mondo degli appalti che sarà presto il terreno dove porteranno lo scontro grazie anche all'innalzamento del subappalto che sappiamo spiani la strada al deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro..
 
 
Pisa 19 Giugno 2021
 
delegati\e, lavoratori \trici del Sindacato di Base Cub Pisa
 

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