Assunzioni nella Pa....prevalgono i contratti precari Ce lo chiede l''UE raccomandando il contenimento delle spese correnti

 Super Mario, chiamiamolo cosi', è intervenuto per mettere d'accordo i ministeri sulle assunzioni nella Pa.

E' ormai acclarato che le assunzioni saranno in funzione dell'attuazione dei piani del Recovery senza guardare ai reali fabbisogni di personale nella Pa, alle migliaia di posti mai ricoperti dopo i 9 anni di blocco assunzionale.

Uno dei principali problemi della Pa è da sempre rappresentato dall'elevato numero di precari almeno in alcuni comparti, se confrontiamo l'Italia con gli altri paesi Ue si capisce come il ricorso ai contratti non stabili sia uno dei problemi irrisolti. Senza stabilità occupazionale non c'è quasi mai formazione, senza certezza del posto di lavoro i contratti da fame la fanno da padroni e spingono i cosiddetti cervelli, nel campo della ricerca, a recarsi all'estero dove le borse di studio sono assai piu' generose.

Nel caso delle prossime assunzioni, parliamo di contratti a tempo determinato, per un massimo di 5 anni,  che non graveranno sull’aumento delle spese correnti contro cui si è pronunciata di nuovo la commissione Ue attraverso le cosiddette Raccomandazioni all’Italia. 

Si capisce bene come i tetti di spesa per non accrecere la spesa pubblica siano ancora, anche in tempi pandemici, il faro guida delle politiche governative, e se i tetti di spesa vanno salvaguardati si presenterà un problema con i prossimi rinnovi contrattuali che per quanto miseri potranno essere determineranno la crescita delle spese correnti.

I contrasti, se cosi' vogliamo definirli, in seno al Governo riguardavano la priorità da assegnare alle assunzioni nella Pa, ad esempio i funzionari della Ragioneria dello Stato piuttosto che altre figure professionali.

Ma nel nome del contenimento delle spese i presunti contrasti sono stati superati con le ennesime assunzioni precarie a tempo determinato.

Ora si inizierà a parlare della contrattazione di secondo livello e il rischio che corriamo è quello derivante da normative che favoriranno il ritorno di risorse agli Enti particolarmente virtuosi , quelli che spenderanno meno o diversificheranno il ciclo della performance con le solite disuguaglianze di trattamento economico tra il personale della Pa

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