Intervista alla Cub di Pisa Cosa accadrà negli aeroporti italiani?

Intervista alla Cub di Pisa

Cosa accadrà negli aeroporti italiani?

avete sempre sostenuto che il ripristino dei licenziamenti collettivi avrà da subito un impatto negativo sugli appalti...

Anche in assenza dei licenziamenti collettivi, causa pandemia, si sono persi circa 500 mila posti di lavoro, i dati statistici dimostrano che l'occupazione si basa per lo piu' sui contratti a tempo determinato, nel frattempo numerosi appalti sono in scadenza e verranno rinnovati con meno soldi e  cosi' saranno inevitabili  non solo i tagli ai salari ma anche la cancellazione di tanti posti di lavoro

Prendiamo ad esempio gli aeroporti di Pisa e di Firenze. La società che gestisce gli scali toscani non ha alcuna intenzione di prorogare i tre appalti fino alla primavera del 2022 quando presumibilmente il traffico aereo tornerà quasi ai livelli antecedenti la pandemia.  Il Sole 24 Ore parlava in questi giorni del ritorno, in Italia, al 77% dei voli,  il che dimostra come in alcuni paesi europei stiamo raggiungendo già a Giugno livelli di traffico abbastanza vicini a quelli antecedenti la pandemia. Forse la ripresa  del traffico aereo potrebbe essere piu' veloce del previsto, sempre che le nuove varianti del Covid non determinino la ripresa dei contagi. Ad esempio in Italia la quarantena per chi viene dalla Gran Bretagna è di soli 5 giorni ed appena ripristinata credo, in Gb piu' lunga, ben presto i paesi si metteranno d'accordo nonostante la variante indiana del Covid non sia proprio sotto controllo come dimostra il ritorno dei contagi in paesi che hanno comunque raggiunto vaccinazioni di massa (nel caso di Israele sarebbe da chiedersi se i nuovi contagi non siano il risultato delle discriminazioni in campo sanitario piu' volte denunciate dall'autorità palestinese). Oggettivamente la pandemia pesa in maniera rilevante sul traffico aereo ma è indubbio che si potrebbe approfittare della situazione per ridurre costi, personale e ridisegnare appalti e condizioni lavorative.

Torniamo agli aeroporti

La società che gestisce gli aeroporti toscani, Toscana aeroporti (Ta) sta costruendo nuovi appalti quando invece potrebbe reiterare quelli esistenti , ogni ridefinizione degli appalti secondo noi  comporta un rischio: la riduzione degli organici e del costo del lavoro .

Da 1 Luglio saranno ripristinati i licenziamenti collettivi, sono a rischio 600 mila posti di lavoro, in alcune compagnie come Alitalia lo spettro dei licenziamenti si fa sempre piu' concreto, . Quanto alla Toscana, nei giorni scorsi Ta ha indetto procedura di gara ad evidenza pubblica per il servizio di gestione del Cargo Merci a Pisa e Firenze: nelle interlocuzioni con l'attuale appaltatore si è appreso che quest'ultimo non sa ancora se parteciperà in quanto ritiene oggi NON congrua la base d'asta. Infatti, a detta loro, mancano nella base di gara le risorse per i servizi di scarico navette Fedex e Dhl e per eventuali servizi di pallettizzazione in caso di voli cargo, come ad esempio è successo nei mesi di Marzo e Aprile 2020 in piena emergenza COVID quando furono lavorati centinaia di pallets di mascherine senza che vi sia stato riconoscimento di risorse da parte di TA. La nostra preoccupazione nasce da tale presa di posizione dell'attuale appaltatore che ben conosce i servizi interni al Cargo perchè se alla procedura di gara dovesse partecipare un'azienda nuova potrebbe cadere nella non considerazione di servizi non meglio specificati nel Capitolato e quindi porre conseguenzialmente un problema di continuità di posti di lavoro dell'attuale personale . A questo punto lanciamo un grido di allarme sia per la gara del Cargo che per quella che sarà del BHS. E la situazione potrebbe diventare ancora piu' drammatica nel momento in cui, con la vendita di Toscana aeroporti handling, l'appalto dell'handling potrebbe a sua volta subire feroci ridimensionamenti con la reinternalizzazione dei servizi di handling senza il personale oggi impiegato alle dipendenze della cooperativa. Una situazione ancora piu' drammatica di quella denunciata per mesi, è ormai evidente la volontà di rinnovare gli appalti con taglio di budget e di personale. Ci auguriamo di essere smentiti ovviamente.

Alcune compagnie sono in rotta di collisione con i Governi nazionali?

 
Quando si parla di tutela della salute pubblica non dovremmo anteporre i profitti, abbiamo letto di compagnie particolarmente agguerrite contro norme che a detta loro limiterebbero la circolazione dei passeggeri creando solo ostacoli alla ripresa, magari sono le stesse compagnie che non vogliono applicare in alcuni paesi i contratti nazionali giudicandoli troppo onerosi.

Sappiamo che da fine 2020 molte compagnie hanno emesso miliardi di euro in prestiti ed obbligazioni, è evidente che la crisi riguardi anche questi colossi che per decenni hanno tuttavia accumulato ricchezze incredibili in virtu' della liberalizzazione del trasporto aereo e alla connivenza di tanti Stati nazionali con politiche costruite sulla riduzione del costo del lavoro. Restano alcuni fatti incontrovertibili: il traffico aereo è in ripresa, gli ammortizzatori sociali ci sono ma nel frattempo si vogliono riscrivere gli appalti  proprio alla vigilia del ritorno dei licenziamenti collettivi.  I posti di lavoro sono a rischio ovunque, dalle società di trasporto straniere con dipendenti italiani alle compagnie che gestiscono numerosi scali. Crediamo che negli appalti possa scatenarsi una macelleria sociale, ce ne renderemo conto con la fine della stagione estiva a inizio Ottobre, ora le decisioni spettano al Governo che ha poco tempo per intervenire. E ogni intervento dovrà guardare agli interessi dei lavoratori e non delle compagnie aereeo delle società che gestiscono gli scali. Nessuno venga a raccontarci del mercato e dell'autonomia di impresa, non ci sembra che quando si tratta di prendere aiuti pubblici e statali i fautori del libero mercato si facciano troppi scrupoli...

 

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