Torna la Brunetta....con il silenzio assenso dei sindacati rappresentativi

 Avevamo ragioni da vendere nel dire che la Legge Brunetta sarebbe uscita dalla porta per rientrare nella finestra, non a caso chi aveva asserito di avere eliminato, con i contratti del 2018, ogni riferimento alla divisione in fasce per la erogazione del salario accessorio dimenticava la cosiddetta fascia di eccellenza alla quale destinare la produttività maggiorata in assenza, a nostro avviso, di criteri oggettivi e trasparenti.

In questi giorni il Ministro Brunetta ha ripreso gli argomenti a lui cari  ipotizzando una fascia di eccellenza  costituita da una minoranza di dipendenti ai quali destinare buona parte della produttività.

Parliamo di soldi che originariamente avrebbero dovuto far parte di una quattordicesima da erogare in base ai livelli di appartenenza, ad oggi si rinvia alla contrattazione decentrata la definizione di una percentuale minima di dipendenti ai quali assegnare la quota maggiorata della produttività, ebbene questa quota potrebbe, con i prossimi contratti, essere accresciuta a vantaggio di pochi e a discapito dei piu'.

Si parla ad esempio del 60% dei fondi della produttività da destinare al 30\40 per cento dei dipendenti, si discuterà delle percentuali ma senza rimettere in discussione il principio che a nostro avviso è invece sbagliato. 

La produttività viene erogata in base alla performance,  a loro volta  i dirigenti saranno costretti a decidere i voti anche in considerazione della loro stessa valutazione, anzi in numerosi codici di comportamento si raccomandano i dirigenti di rivalersi sulle valutazioni per combattere atteggiamenti non collaborativi o negligenti dei dipendenti.  Poi aggiungiamo anche il fatto che numerosi Dirigenti sono valutati meno perchè hanno accordato valutazioni elevate e non differenziate, una ragione in piu' per spingerli ad abbassare i voti.

 Il risultato ottenuto sarà quello di abbassare i voti e cosi' facendo ridurre il salario accessorio di tanti dipendenti pregiudicando loro le progressioni di carriera, premiare una fascia di eccellenza presunta senza mai entrare nel merito di come venga essa stessa individuata e definita. E soprattutto parliamo di soldi che dovrebbero spettarci di diritto perchè, quasi 30 anni fa, piuttosto che accordare la quattordicesima ai lavoratori e alle lavoratrici della Pa si sono inventati questo meccanismo del fondo della produttività sul quale per altro gravano alcune sperequative decisioni assunte in sede di contrattazione nazionale.

Ci sembra evidente che con i prossimi contratti nazionali non arriveranno solo i tanto desiderati aumenti contrattuali ma novità assai pericolose per la dignità lavorativa della forza lavoro nella Pa e tanti meccanismi divisori e sperequativi celati dietro al cosiddetto merito, al potenziamento della performance, alla riscrittura dei profili professionali. A quando allora l'aumento dell'orario di lavoro settimanale?




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