LA FINE DEL REATO DI TORTURA

 


Il reato di tortura è stato inviso alle destre e la maggioranza in Parlamento si presta ad attuare una profonda revisione dell'art 613 bis del Codice Penale,  presenteranno (la maggioranza) l'ennesimo pacchetto atto non alla cancellazione, come richiesto un tempo da FdI, ma al sostanziale stravolgimento della norma.

Si sa quanto sia stata lunga e difficoltosa la strada che ha portato al riconoscimento del reato di tortura dopo centinaia di episodi documentati che hanno attestato un diffuso ricorso all'abuso di potere.

All'indomani delle manganellate inflitte agli studenti le parole del premier Meloni sono state sprezzanti, sostegno pieno alle forze dell'ordine e invito a individuare e punire con la massima responsabilità i partecipanti al corteo represso attraverso continue cariche.

Mettere in sicurezza le forze dell'ordine, viene detto testualmente, significa porre fine al reato di tortura? Non proprio, sarà sufficiente ridurlo ai minimi termini per renderne praticamente impossibile l'attuazione, il dolo generico sostituito con quello specifico...

Il Governo pensa che attribuendo poteri speciali alle forze dell'ordine sarà garantita la sicurezza pubblica ma i troppi casi di abusi denunciati e appurati dalla Magistratura imporrebbero maggiore cautela anche da parte di un legislatore di destra tradizionalmente avverso alle manifestazioni di piazza.

Modifiche tecniche? Nei fatti avremo una riscrittura della norma che renderà assai difficile contestare il reato di tortura e numerosi abusi , è in gioco il diritto democratico al dissenso e se qualcuno pensava che fosse una battaglia di civiltà sanzionare e punire severamente gli abusi di potere un domani sarà sottoposto al pubblico ludibrio, additato come nemico dell'ordine e un potenziale pericolo pubblico.

Prosegue a ritmi serrati la militarizzazione della società!



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