Corrispondenza dal Venezuela
ascolta il podcast
Yesterday's Papers: Venezuela se respeta, Orgoglio e Resistenza
Il 10 gennaio si è insediato, per il suo terzo mandato, il legittimo presidente eletto Nicolas Maduro Moro, che ha giurato davanti al Parlamento, ma anche e soprattutto davanti al suo popolo, il popolo della rivoluzione bolivariana, accorso da tutto il Venezuela per abbracciare e difendere il proprio leader.
Difendere? Ebbene si, ho detto proprio difendere: si temevano, infatti, tentativi di destabilizzazione per via dell’opposizione golpista che –come al solito- abbaia sobillata da Stati Uniti e compagnia, e aveva minacciato e fatto intendere di voler intervenire sull’insediamento....ma andiamo con ordine:
Lo scorso 28 luglio del 2024 in Venezuela si sono svolte le elezioni presidenziali, vinte da Maduro per la terza volta consecutiva. Chi conosce anche solo un poco che cosa ha significato la rivoluzione bolivariana per la stragrande maggioranza del popolo venezuelano, non fa alcuna fatica a capire i motivi di questo trionfo: milioni di persone non erano nemmeno registrate all’anagrafe, prima di Chavez e di Maduro, per non parlare dei bisogni e servizi primari: fognature, elettricità, acqua potabile, ma anche scuola e sanità di base.
Ad ogni modo, ad USA e UE il risultato non è piaciuto, e quindi non lo hanno riconosciuto. Addirittura l’hanno disconosciuto ancora prima delle elezioni: l’Unione Europea ha dichiarato in anticipo che non avrebbe riconosciuto il voto.
La svolta socialista, ovviamente, non è mai stata digerita dagli USA sin dai tempi di Chavez, perché – in sostanza- si sono visti sfilare dalla propria orbiuta un magazzino inesaurbile di materie prime di fondamentali importanza: pertrolio, terre rare, acqua, oro, e hanno cominciato da subito a fargli la guerra come a Cuba: sanzioni, per fiaccare la popolazione e tentare di creare malumore verso il governo.
Sostegno economico e logistico ai gruppi più reazionari dell’opposizione, che Infowar e propaganda trasformano –di volta in volta- in star internazionali, vincitori di premi Sacharov e paladini dell’occidente liberale.
Il copione è sempre lo stesso, davvero sempre uguale, anche se ad ogni giro di giostra diventa sempre più farsesco. Nel 2018 c’è stato Guaidò, oggi scomparso da qualche parte a Miami e dimenticato anche dai suoi parenti.
Oggi invece le star si chiamano Maria Corinna Machado e Edmundo Gonzales Urrutia.
La prima, antichavista di lungo corso e vero volto dell’opposizione USA ma bandita dalle cariche elettive poichè, tra le altre cose, oltre ad essere stata coinvolta nel tentativo di Golpe ai tempi di Guaidò, ha esplicitamente invocato l’intervento militare straniero nel suo Paese motivandolo con il fatto che “è impossibile destituire Maduro democraticamente” ( eh si, la democrazia ai liberali piace solo se vincono loro, altrimenti non è buona).
Il secondo, il candidato presidenziale che hanno dovuto presentare e che oggi –con un mandato di arresto pendente contro di lui in Venezuela- gioca a fare il re in esilio in Spagna, coccolato dai fascisti di Vox, ma ben tutelato da tutto il fronte liberale filoUSA.
Orbene, questi sostengono che ci siano stati dei brogli, che 7m,ilioni di voti sono stati sottratti, e che Edmondo Gonzales Urrutia sia il vero vincitore, nonostante sia il Consiglio Nazionale Elettorale sia la Corte Suprema hanno convalidato la legittimità delle elezioni prima e dei risultati poi.
Ebbene, da settimane prima dell’insediamento, questi reclamavano che avrebbero fatto rispettare l’esito “vero” dei seggi, che avrebbero rivendicato il potere, etc etc....il che non avrebbe preoccupato più di tanto, se non ci fossero gli Yankee a spingerli avanti.
Insomma, era stata convocata una manifestazione a Caracas, e contemporaneamente in Spagna, per rivendicare Gonzales Presidente, e si temevano casini.
La manifestazione dell’opposizione è stato un fiasco, qualche centianio di persone scortate dalla polizia, a differenza della manifestazione a sostegno di Maduro, che ha visto una partecipazione massiccia, centinaia di migliaia di persone a giurare insieme a lui di difendere i risultati della rivoluzione bolivariana.
Una sconfitta assoluta, anche mediatica....ma qcco che a questo punto arriva il colpo di genio dei social manager della Machado. Dopo qualche minuto dal suo comizietto, il suo staff fa girare la voce che sia stata “rapita” dalla polizia bolivariana.
Le istituzioni negano, ma la notizia rimbalza sulle ali della propaganda e arriva in Europa come un dato di fatto confermato, ne danno notizia i telegiornali e i politici fanno a gara per chiederne la liberazione.
Il fuso gioca brutti scherzi, ma secondo me c’è della malafede....mentre in Europa si moltiplicavano gli appelli, in Venezuela la stessa Machado aveva già rilasciato un nuovo video dove dice di stare bene, e che non è vero niente, non è successo niente: non è stata rapita ma aveva solo perso la sua borsetta blu, ma l’ha trovata e tutto apposto.
Due video a distanza di pochi minuti, giusto il tempo di raggiungere i trend topic su X con la notizia dell’auto-rapimento per poi affrettarsi a rinnegare tutto. Mentre in tutto il mondo già si diffondevano meme e caricature sull’autorapimento, in Europa ancora ne chiedevamo seriamente la liberazione. Un vero e proprio siparietto che avrà coinvolto in totale 1000 persone, compresi i manifestanti, ma che viene raccontato ad arte, per creare una verità completamente falsa: in questo il Venezuela si presenta come un vero e proprio laboratorio delle forme della post-verità.
I video sono tutti disponibili in rete, e vi invito a guardarli: mentre le inquadrature della manifestazione pro-Maduro sono tutte larghissime e aeree, e comunque non riescono a riprendere tutti, tutti insieme, in una sola volta....quelle dell’opposizione sono fatte di primi piani strettissimi e manifestanti ripresi dal basso.
Lamentano 7 milioni di voti mancanti, ma non riescono a portare in piazza nemmeno 7mila persone?
Che poi davvero questo storia della borsetta blu è strana, davvero, è talmente distaccata dalla realtà e fuori dal contesto dei fatti che alcuni hanno immaginato potesse essere una specie di messaggio in codice. Forse davvero avevano tentato di organizzare qualcosa, ed il finto sequestro doveva essere il fischio di inizio.
Forse hanno poi verificato che la situazione sul campo non fosse propizia, e hanno dato il segnale di ritirata. Mah, Chissà se lo sapremo mai....
Ed io ero li in quei giorni, sono stata a Caracas come osservatrice di contesto per il CRED, come acompagnantes del processo di insediamento, e l’ho visto. Ho visto tutto.
Ero la, nel cortile di palazzo miraflores, circondata da leaders indigeni, rappresentanti delle comunas, altri mille delegati internazionali, ad affermare e sostenenre il diritto di autodeterminazione del popolo venezuelano, che ha scelto legittimamente di continuare il percorso della rivoluzione bolivariana, e ha il diritto di percorrerlo libero da ingerenze straniere.
Ed io ero li. HO visto tutto ma soprattutto ho sentito, ho sentito la gioia esplodere per le strade. Gioia che sembra essere proprio la cifra della rivoluzione bolivariana, si lotta con il sorriso, perché non c’è niente di più bello che la lotta per la libertà e per l’emancipazione e l’autodeterminazione.
Qui diventano vere parole che da noi ormai sono solo luoghi comuni naive: il comunismo è amore.
E potrà non piacere, il governo bolivariano, ma ha il diritto di esistere come legittima espressione del volere popolare e va rispettato.
Purtroppo l’Italia ha scelto di non riconoscere il governo Maduro, ed è sull’orlo della rottura delle relazioni diplomatiche con il Venezuela. E questo non è un bene, anche per la vicenda Trentini.
Magari avremmo avuto un altro tipo di dialogo con le istituzioni se non avessimo passato gli ultimi mesi a minacciare Maduro ed il suo governo, e a fare comunella con chi – come gli stati unitit- hanno messo addirittura una taglia da 25milioni di dollari sulla sua testa: perchè lo sappiamo come funziona la democrazia made in USA....se le persone continuano a votare male, e se i governanti continuano a non volersi sottomettere, beh...allora via libera agli assassinii.
Ci auguriamo che questa vicenda si concluda con il rispetto dei diritti di tutti: quelli di Trentini, che ha il diritto di ricevere visite consolari e parlare con i suoi familiari, godere di condizioni di detenzioni dignitose.
E del diritto all’autodeterminazione del popolo del Venezuela, che ha eletto Nicolas Maduro moro come suo legittimo Presidente, che ha diritto di vedersi riconosciuto come tale, e non doversi preoccupare continuamente dei piani per ucciderlo o rovesciarlo con la forza sponsorizzati dagli USA con il benestare dei suoi soliti accoliti.
Il mio tempo per oggi è già finito, ma non le cose che ho da raccontarvi: oltre all’insediamento di Maduro, durante la mia permanenza a Caracas ho partecipato al Congresso mundial dell’internazionale antifascista per un mondo nuevo, con più di 1400 delegati da tutto il mondo, uniti contro il fascismo, l’imperialismo e il sionismo.
Una cosa enorme....ma ve ne parlerò la prossima volta.
Ascolta Yesterday's Papers su www.radiograd.it - dal lunedì al venerdì alle ore 07:50 ed in replica alle 08:50
Ascolta gli episodi precedenti: https://www.mixcloud.com/genres/yesterdaygrad/
Seguici sui nostri canali social:
Commenti
Posta un commento