Intervista a Salvatore Attanasio
Luca
Attanasio. L'eroico ambasciatore che credeva nella pace mondiale a partire dal
Congo. Intervista al padre Salvatore Attanasio
di Laura Tussi
Introduzione:
Salvatore
Attanasio racconta il figlio Luca Ambasciatore d'Italia che credeva fermamente
nella pace e voleva un Congo libero dai soprusi, dalla guerra genocida e dallo
sfruttamento dei più fragili da parte dei poteri forti.
Luca
era dalla nostra parte: documentava, fotografava, denunciava. Come si può
fermare tutta questa mostruosità? Smettendo di vendere le armi, anzi smettendo
di scambiare armi con minerali preziosi.
Intervista:
Luca
nasce a Saronno il 23 maggio del 1977 da papà Salvatore e mamma Alida Maggi. Ma ha vissuto fin dalla nascita a Limbiate in
provincia di Monza e Brianza. Ci ha lasciato nel 2003 quando, avendo vinto il
concorso diplomatico del Ministero degli Esteri, si è trasferito a Roma.
L’infanzia
è trascorsa serenamente in famiglia, molto seguito dalla nonna materna Anna, donna
di una fede incrollabile che ha forgiato in Luca un animo sensibile e cristiano.
Puoi parlarci di lui?
Luca ragazzo era un
sognatore che amava la pittura, la poesia ma non disdegnava i momenti di svago
con gli amici di sempre in oratorio. Dopo la scuola media ha frequentato il
Liceo Scientifico E. Majorana di Desio. Nel rendimento scolastico era nella
media, ma la sua curiosità e libertà di pensiero lo mettevano al centro
dell’attenzione. Durante il periodo liceale, Luca ha subito una profonda
mutazione che da ragazzo un po’ ribelle lo ha trasformato in un giovane
pragmatico pronto a discutere per far valere le sue idee.
Dopo
il Liceo, Luca ha deciso di frequentare l’Università “Luigi Bocconi”
iscrivendosi alla Facoltà di Economia Aziendale, dopo aver superato i test di
ingresso molto selettivi. Correva l’anno 1995. E poi come prosegue gli studi?
Nel 1999, si è trasferito
negli Stati Uniti all’Università di Richmond (Virginia) per il programma di
interscambio tra Università. Qui ha frequentato e superato con ottimi voti 4
esami. Rientrato in Italia, ha terminato il ciclo di studi in Bocconi dove si è
laureato con il massimo dei voti e lode il 18 Aprile 2001.
Luca
aveva importanti offerte di Lavoro da Società di Consulenza Aziendali e da
primarie Banche Internazionali, ma decise di servire l’Italia: voleva essere un Diplomatico.
Come procede il suo percorso?
Nel 2002 si iscrive al
Master di Diplomazia Internazionale presso l’ISPI a Milano , corso propedeutico
al Concorso di Diplomazia, che superò con profitto. Nello stesso anno partecipa
al Concorso Diplomatico, uno dei più difficili e selettivi della nostra
Repubblica, che non superò causa la scarsa conoscenza della lingua francese,
lingua obbligatoria tra le materie del concorso. Luca non si dà per vinto,
inizia a studiare con impegno il francese e l’anno successivo ( 2003) supera il
concorso.
A
dicembre dello stesso anno entra nell’organico del Ministero Affari Esteri,
noto come Farnesina, iniziando così la Sua Carriera Diplomatica. Una importante
esperienza. Come puoi descriverla?
Trascorre i primi due
anni lavorando alla Farnesina presso la Direzione Generale per L’Africa dove si
fa notare per il Suo modo propositivo, le Sue idee originali tanto che nel 2006
fu inviato presso l’Ambasciata d’Italia
a Berna in qualità di Responsabile Commerciale anche se non aveva ancora
maturato l’anzianità lavorativa sufficiente per tale ruolo. Nei 4 anni di
permanenza a Berna si fa notare per le Sue capacità relazionali e la
pragmaticità con cui operava, tanto da ricevere diverse note di merito dai Suoi
superiori.
Nel
2010 viene inviato come Console Generale a Casablanca (Marocco), anche in
questo caso non avendo la sufficiente anzianità per quel ruolo. In che senso Luca rivoluziona letteralmente
il consolato?
Negli anni di permanenza
in Marocco, Luca rivoluziona il Consolato. Lo fa ristrutturare, ammodernare e
soprattutto cambia il modo di lavorare negli uffici consolari tanto da far
diventare il Consolato di Casablanca tra i primi al mondo per efficienza. Si fa
finanziare un impianto fotovoltaico che verrà installato al Consolato
diventando così il primo Consolato Italiano verde.
Nel
Suo ruolo istituzionale, non mancava quell’umanità e generosità che ha caratterizzato
tutta la sua vita. Puoi
parlarcene?
Si recava periodicamente
nelle carceri marocchine a visitare i nostri connazionali per verificare le
condizioni in cui versavano e il trattamento ricevuto, preoccupandosi di dar
loro anche un ricovero nel periodo di tempo tra l’uscita dal carcere e il rimpatrio
in Italia. Era presente nella comunità italiana molto numerosa in Marocco
visitando periodicamente tutte le Sedi Consolari preoccupandosi di dare
assistenza ai nostri connazionali.
A
Casablanca nel 2011 conosce Zakia Seddiki che diventerà sua moglie nel 2015. Incontro
molto importante per la vita di Luca.
Certamente,
infatti, nel 2013 viene richiamato a Roma per un importante
incarico alla Farnesina dove resterà fino a settembre del 2015. Zakia lo segue
nella Sua nuova missione ed a gennaio del 2015, si sposano con rito civile
presso il Municipio di Roma.
A settembre viene inviato ad Abuja sede dell’Ambasciata
D’Italia in Nigeria dove si trasferirà con la moglie Zakia con l’incarico di Primo
Consigliere d’Ambasciata, di fatto Vice Ambasciatore.
Luca
ovunque si distingue per il suo approccio totalmente innovativo. Studia la
realtà del territorio e, tra le tante iniziative redige un progetto di
cooperazione per contrastare il traffico di esseri umani e la prostituzione
proveniente dalla Nigeria. Giusto?
Il progetto ebbe il
parere favorevole della rappresentanza UE ad Abuja e sarebbe stato finanziato
dalla UE per circa 50 milioni di euro in 3 o 4 anni. Luca lavorò a questo
progetto con una passione umanitaria straordinaria.
Nel
settembre del 2017 viene nominato Ambasciatore d’Italia a Kinshasa (Repubblica
Democratica del Congo) e qui si trasferisce con la famiglia. Luca ha fatto tantissimo per questa terra.
Si rende subito conto
delle condizioni di miseria della popolazione soprattutto dei bambini
abbandonati che vagano per la città. Di fronte a tanta povertà, insieme alla
moglie Zakia decide di fondare a Kinshasa
l’associazione MamaSofia con lo scopo di dare assistenza sanitaria ai bambini
e alle donne. Attua un piano per distribuire del cibo nella città ai poveri
diseredati. Visita le comunità italiane sparse sul territorio, oltre a
Kinshasa, in Congo Centrale, nella regione del Kivu, dando concreto supporto e
aiuto ai nostri connazionali soprattutto ai missionari che operano nelle zone
più sperdute del Congo. Non tralascia il Suo compito istituzionale sviluppando
un lavoro di relazioni con il Governo congolese poiché la nostra Ambasciata era
priva di Ambasciatore da oltre un anno. Durante la permanenza a Kinshasa è
stato apprezzato per il Suo impegno istituzionale sia dagli italiani che dai
congolesi.
Che tipo di aiuto possono
dare gli ambasciatori alla grande causa della pace tra i popoli?
Gli
Ambasciatori rappresentano lo Stato nei Paesi in cui operano. Essi sono
l’espressione dei Governi del proprio Paese, pertanto, secondo me, il loro
lavoro è fondamentale per costruire relazioni di cooperazione con lo Stato
ospitante atte a garantire certamente la sicurezza dei nostri connazionali, ma
anche a contribuire, nel rispetto dei ruoli istituzionali, al benessere e allo
sviluppo della Nazione ospite, specialmente in quelle terre dove la stabilità e
la giustizia sociale sono una chimera, ma basilari per una pace vera.
Nel
2020, per il Suo impegno per la pace tra i popoli, viene insignito del Premio
Internazionale Nassiriya per la Pace. In tale occasione, tenne un discorso che
oggi risuona come il Suo testamento morale:“ ….molte di quelle cose che noi
diamo per scontate come la salute, l’istruzione, la pace in Congo non lo sono,
forse su queste cose dobbiamo costruire il nostro futuro…. “, inoltre : “ …
fare l’Ambasciatore è una missione, a volte pericolosa, ma quando sei un
rappresentante delle istituzioni hai il dovere morale di dare l’esempio …”.
Sarebbe rientrato a Roma
con la famiglia a settembre del 2021. Purtroppo, il 22 febbraio dello stesso
anno, un agguato terroristico a Kibumba, a pochi chilometri da Goma nella
regione del Nord Kivu (RDC), ha spezzato la Sua vita lasciando nella
disperazione i familiari, gli amici e la Nazione intera.
Numerose
sono state le testimonianze di cordoglio. Solo al Ministero degli Esteri sono
Giunti oltre 5.000 messaggi di cordoglio. E anche i riconoscimenti istituzionali?
Numerosi sono i
riconoscimenti di istituzioni e organizzazioni umanitarie alla memoria. In
particolare: Iscrizione nel “Libro d’oro “ custodito nella sala Guillet del
Ministero degli Esteri riservato a personalità che hanno onorato il nostro
Paese.
Intitolazione della Sala
del Concorso Diplomatico presso il Ministero degli Affari Esteri.
Il 20 Dicembre del 2021,
il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito “La GRAN CROCE
D’ONORE dell’Ordine STELLA D’ITALIA" alla memoria. La più alta onorificenza
della nostra Repubblica per chi ha onorato l’Italia nel mondo.
Ancora
oggi, a distanza di 4 anni dalla scomparsa, numerosi sono i riconoscimenti e le
intitolazioni di sedi istituzionali a Lui dedicate.
Luca, Ambasciatore a soli
40 anni, tra i più giovani Ambasciatori al mondo, gigante di umanità e
generosità, è stato il pioniere di una Diplomazia generativa e innovativa, un
vero costruttore di pace ed ECCELLENZA della nostra Repubblica. Un esempio per
le giovani generazioni e per l’intera Diplomazia Italiana.
Sognava un mondo migliore, purtroppo il Suo sogno è
stato interrotto il 22 febbraio del 2021. Aveva solo 43 anni.
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