Le vittime degli incendi negli Usa non sono solo i miliardari dei quartieri per ricchi

 

Le vittime degli incendi negli Usa non sono solo i miliardari dei quartieri per ricchi

 

Quasi due settimane per debellare buona parte degli incendi ma in alcune aree nella contea di Los Angeles il pericolo permane con focolai ancora presenti. Una immane distruzione che ha colpito non solo i quartieri residenziali distruggendo anche siti produttivi.

Il numero dei morti ufficiali è di 31 ma molto più numerosi sono i dispersi soprattutto tra gli anziani e il lavoro da svolgere tra le macerie al fine di identificare i resti umani e dare loro identità si presenta alquanto problematico.

 I media occidentali hanno dato notizia di questo immane disastro ambientale soffermandosi sulla distruzione delle mega ville ma è bene sapere che le vittime e i dispersi riguardano residenze unifamiliari ai piedi delle colline di Pasadena e di Santa Monica.

La memoria ci riporta all'uragano Katrina che distrusse New Orleans 20 anni or sono. Ancora difficile quantificare i danni alla proprietà, non è errato sostenere tuttavia che l'impatto sarà ancor maggiore di quello dell'uragano.

Non è dato sapere se gli interventi siano stati efficaci e tempestivi, pensiamo che oltre 200 detenuti sono stati momentaneamente liberati per partecipare alle operazioni anti incendio , pesano i tagli di lungo corso alla protezione civile nazionale

La evacuazione di decine di migliaia di abitanti di Los Angeles è avvenuta senza il sostegno delle autorità locali statali e dei governi federali, alloggi di fortuna e ben pochi rifugi di emergenza assicurati per quanti non hanno le risorse per permettersi un soggiorno in hotel.

I posti letto offerti dai rifugi pubblici ammontano a poche centinaia, aumenteranno nei prossimi mesi gli homeless, i senza fissa dimora impossibilitati a ricostruire le loro abitazioni.

Alcuni siti statunitensi della sinistra radicale hanno accusato direttamente le autorità governative di avere abbandonato la popolazione colpita al prorpio destino anche per le continue intrusioni e pressioni delle compagnie assicurative private, l'intervento pubblico in queste settimane si è limitato ad una sorta di una tantum per acquistare medicine, acqua e latte artificiale, chi è rimasto senza vestiti deve affidarsi alle istituzioni caritatevoli legate alle varie Chiese 

Chi ha perso tutto, in assenza di risorse economiche, sarà letteralmente alla fame, quanti non hanno assicurato le loro abitazioni saranno letteralmente sul lastrico beneficiando di poche migliaia di euro di risarcimento, all'orizzonte non solo un indebitamento collettivo e di grandi dimensioni ma anche i processi speculativi di natura finanziaria che porteranno tanti sull'orlo del baratro per la incapacità di pagare i debiti contratti.

E in ogni caso i risarcimenti non copriranno che una minima parte del costo di una abitazione, la emergenza ambientale sarà pagata ancora una volta direttamente dai cittadini.

Da tempo numerose compagnie assicurative nazionali, a fronte del moltiplicarsi delle catastrofi (alluvioni, incendi) hanno cessato l'offerta di assicurazioni sulla casa o hanno posto condizioni talmente onerose da scoraggiare la classe media a stipulare polizze.  Di questo hanno parlato, poco tuttavia, i media statunitensi denunciando che negli ultimi 5 anni oltre 100 mila californiani hanno perso la assicurazione sulle loro case.

 

Le richieste individuali e collettive di risarcimento assicurativo si presentano a dir poco complesse, le compagnie del resto possono vantare su uffici legali al contrario di molti cittadini, uffici che opereranno per limitare ai minimi termini i risarcimenti dopo avere offerto pacchetti a tariffe esorbitanti. Il dibattito negli Usa non riguarda gli aiuti pubblici da accordare alle famiglie colpite ma piuttosto sugli aiuti da accordare alle assicurazioni private.

E qui entrano in ballo i tagli alla protezione civile di cui parlavamo sopra che poi hanno investito sotto l'amministrazione Biden il Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Los Angeles ma altri tagli, illogicamente, sono già programmati per l'anno appena iniziato.

Si lesinano fondi ai vigli del fuoco ma aumentano invece per le forze armate e della polizia, eppure serbatoi d'acqua a secco, mancanza di organici nelle operazioni antincendio, indisponibilità dei Canadir (in un paese che investe colossali cifre per le imprese di guerra) dovrebbero indurre a qualche riflessione sul disinvestimento operato a livello pubblico e sulle sue conseguenze 

 

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