Trump tenta lo strangolamento finale di Cuba

Trump tenta lo strangolamento finale di Cuba



Il ritorno alla Dottrina Monroe preoccupa l'America Latina. L'adesione ai Brics+ come possibile strategia emancipatoria.

Nelle 24 ore successive al suo insediamento alla Casa Bianca, il neopresidente Trump ha firmato oltre 100 decreti di urgenza dai quali gli analisti hanno estrapolato interessanti indicazioni su quelle che potrebbero essere le principali linee guida politiche dell'attività di governo durante il suo secondo mandato presidenziale.
Dando seguito al discorso del 7 gennaio nel quale da presidente in pectore aveva annunciato, destando sorpresa e preoccupazione, di voler annettere il Canada come 51esimo stato dell'Unione, di acquistare la Groenlandia dalla Danimarca e di volersi riprendere il Canale di Panama, a suo dire inavvedutamente restituito anzitempi da Jimmy Carter ai panamensi nel 1979 (Trattati Torrijos-Carter del 1977).
Da queste forti dichiarazioni, in diversi avevano interpretato la volontà di Trump, nel contesto di una ridefinizione degli assetti geopolitici su base multilaterale, di voler serrare le fila sul continente americano, rispolverando, a due secoli dalla sua enunciazione nel 1823, in chiave 2.0 la mai abbandonata Dottrina Monroe.
Non poche preoccupazioni sono quindi immediatamente serpeggiate in America Latina, vittima predestinata, di tale teoria imperialista.
E in particolare il pensiero è corso a paesi come Cuba e Venezuela già crudelmente presi di mira da Trump nel suo primo mandato causando l'inasprimento di situazioni di per sé già economicamente non prospere e provocando gravi sofferenze alle rispettive popolazioni.
I timori suscitati il 7 gennaio hanno trovato conferma subito dopo il suo ingresso nello Studio ovale quando ha proceduto alla firma di un decreto che riguardava proprio il reiserimento di Cuba nella lista degli stati che sostengono il terrorismo, dalla quale l"Avana era stata depennata solo pochi giorni prima da Biden.
Un provvedimento arbitrario, in quanto privo di prove a supporto, che va ad aggiungersi alle 242 misure restrittive già da lui stesso adottate durante il suo primo mandato e al bloqueo imposto nel lontano 1961 da Kennedy.

L'obiettivo è quello di tentare lo strangolamento economico finale del paese, già provato dagli effetti dei precedenti draconiani provvedimenti e di porre fine all'esperienza emancipatoria della revolucion cubana rea di essersi ribellata al giogo imperialista con la rivoluzione castrista nel 1959 e di aver scelto la strada dell'autodeterminazione nazionale e un modello economico basato sull'equita' e sul progresso sociale.

Il recente ingresso di Cuba nei Brics+ in qualità di membro associato esterno, insieme alla Bolivia, ad inizio anno, potrebbe rappresentare l'ancora di salvezza per la revolucion, a condizione che porti in tempi rapidi ad un incremento significativo degli scambi commerciali, riuscendo a sollevare la popolazione dalle strettezze in cui è precipitata a causa delle precedenti numerose misure restrittive. 

Provvedimenti unilaterali fuori dal diritto internazionale puntualmente condannati ogni anno dall'Assemblea Generale dell'ONU praticamente all'unanimità, salvo il voto contrario dei soliti Stati uniti e Israele. 
Il secondo mandato di Trump, sin dai suoi primissimi giorni, prospetta, come non solo da noi paventato, un deciso aumento delle  pressioni sull'America Latina, in generale, a partire dalle rivendicazioni sul Canale di Panama ribadite nel discorso di insediamento, e, in particolare, per motivi di avversità ideologica contro Cuba e Venezuela, ma non solo.
Mala tempora currunt a sud del rio Bravo...


Il coordinamento del Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati (Giga)




Commenti