Il profitto genera morte



A seguire il comunicato stampa del sindacato generale di base di Pisa sulla strage di braccianti nel Foggiano 

Fino a quando non fermeremo lo sfruttamento, sulle nostre tavole continueranno ad arrivare frutta e pomodori insanguinati, le nostre strade ospiteranno innumerevoli lapidi, nelle aziende, fabbriche e luoghi di lavoro le morti e gli infortuni sul lavoro cresceranno anno dopo anno.

Quanto sta accadendo nella società e nel mondo del lavoro è il risultato dello sfruttamento e della forsennata ricerca di profitto, è ormai in discussione  il rispetto di  leggi e normative in materia di sicurezza sul lavoro .

Continueremo a morire per un salario da fame nelle fabbriche, per uno stipendio miserabile guidando un camion o in un campo a raccogliere per 3 euro all'ora quintali di pomodori e verdura in condizioni disumane, di quasi schiavitu'.

Fino a quando al primo posto c'è il profitto e il denaro, quanto successo nei campi di Foggia o sull'autostrada per Bologna non saranno esempi isolati; faranno di tutto affinchè questi omicidi siano percepiti come disgrazie.

Confindustria e i vari governi  succedutisi hanno sostenuto fino alla sfinimento che gli affari e il mercato non si possono fermare, infatti si guardano bene dal far rispettare le normative sulla sicurezza, come si guardano bene dal colpire il lavoro nero e il caporalato.

Continuare a non voler prendere atto che siamo dentro a un sistema economico, sociale e politico dove quello che conta è solo il profitto, significa essere non solo disumani ma anche complici.


ALTRO CHE “ PRIMA GLI ITALIANI”

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