Le campagnie di volo aumentano i loro profitti

Sono pochi a conoscere i profitti delle compagnie in volo che nonostante il caro petrolio e gli scioperi continuano a guadagnare utili.
Aumentano i passeggeri mentre i servizi areoportuali sono soggetti a processi di liberalizzazione e alle logiche di appalto e subappalto che determinano condizioni di vita e di lavoro sempre piu' precarie, e insicure, salari al ribasso, orari flessibili e con tante pause non retribuite (i cosiddetti tempi morti a carico del lavoro)
Gli utili crescono in termini esponenziali da almeno 10 anni , due lustri nei quali i posti di lavoro stabili nel settore areoportuali sono invece decisamente crollati.  Prendiamo ad esempio L'italia in pochi mesi sono transitati quasi 85 milioni di passegeri, ogni anno gli aumenti sono superiori a 5%, eppure se guardiamo al numero degli addetti nella logistica areoportuale scopriamo che non ci sono stati aumenti di organici.
Consideriamo per un attimo invece gli scioperi: in Francia la Air France-Klm ha dovuto fronteggiare per mesi scioperi e manifestazioni con un costo di circa 335 milioni di euro stando ai dati forniti da Il Sole 24 Ore. Eppure questi scioperi non hanno impedito alla compagnia di accrescere i passeggeri e di conseguenza gli introiti a dimostrare che il settore risulta tra i piu' redditizi. Ma questi enormi profitti aumentano sulla pelle di lavoratori e lavoratrici, devastando spesso parti di territorio con ampliamenti degli scali, sono resi possibili anche dalla riduzione del costo del lavoro. Per questo motivo sono nate le privatizzazioni \liberalizzazioni, prestazioni maggiori a un costo decisamente inferiore. Ecco allora come si spiega quell'oscuro nesso tra precarietà e aumento dei profitti, tra liberalizzazioni e incremento dello sfruttamento. Non a caso le aziende che detengono la maggioranza delle quote azionarie di numerosi scali tendono a peggiorare le condizioni dei lavoratori e le loro retribuzioni.


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