Giustificato obiettivo del licenziamento o libero arbitrio padronale?
Proseguono le sentenze sfavorevoli ai lavoratori, questa volta la Corte di Cassazione, sentenza n.19731/2018, stabilisce che un licenziamento puo' essere oggettivamente giustificato anche quando al posto del lavoratore cacciato il datore assume lavoratori a termine o interinali.
Siamo ormai al libero arbitrio e la ragionevolezza del diritto sembra avere smarrito la retta via?
Parliamo della soppressione di un reparto,di successivi licenziamenti per causa oggettiva e successiva assunzione di personale precario, il lavoratore licenziato ha fatto ricorso al Tribunale del lavoro che ha ritenuto non valide le sue obiezioni
L'azienda è quindi libera di licenziare ma subito dopo di ricorrere a manodopera precaria, meno pagata e sicuramente "piu' ricattabile" per la natura del contratto, puo' licenziare ma al contempo ottenere aumento delle ore di straordinario
L'azienda con questa sentenza puo' superare il momentaneo momento di crisi (o le difficoltà di mercato se preferiamo), ridurre il costo della forza lavoro, ridurre gli organici e ridistribuire le mansioni al personale ma allo stesso tempo potrà anche ricorrere a personale esterno.
Si afferma cosi' il primato dell'impresa sul diritto del lavoro, il lavoratore diventa una variabile dipendente dai profitti e nulla piu', viene cancellato lo stesso obbligo di repêchage, una azienda potrà licenziare dipendenti a tempo indeterminato e dopo poco assumere con contratti temporanei o affidarsi ad agenzie interinali. Il cosiddetto motivo oggettivo, alla base del licenziamento, diventa una sorta di elemento a discrezione dell'azienda che potrà sostituire forza lavoro di ruolo con altra meno costosa, sopprimere alcune spese , ricorrere a personale precario purchè queste scelte comportino un esborso inferiore a quello precedente.
Ripetiamo allora la domanda: a voi pare libertà di impresa o libero arbitrio padronale?
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