Riforma delle pensioni o promesse da marinaio?

Ben poco sappiamo delle reali intenzioni del Governo in materia di pensioni, di certo i governanti hanno parlato della revisione della Fornero ma  dalle promesse elettorali alla loro effettiva realizzazione corre sempre grande differenza. E' arrivato il tempo di fare chiarezza perchè da una parte il Pd, con il silenzio assenso dei sindacati complici, ha innalzato l'età pensionabile e contributiva come richiesto dalla Bce, dall'altra è innegabile che la Lega negli anni di Governo con il centrodestra non ha mosso un dito ogni qual volta si trattava di rivedere l'età pensionabile.

Difendere a parole gli esodati e quanti potrebbero andare in pensione con 40 anni di contributi è un facile esercizio di retorica, utile anche per raccattare voti visto che gli altri poco o nulla parlano di pensioni, lavoro e welfare, ma poi al momento opportuno devi fare i conti con i dettami europei e con i tetti di spesa che l'attuale Governo non intende mettere in discussione.

Attendiamo allora di conoscere il dossier pensioni presentato al Mef ma intanto è bene liberare il campo da equivoci e luoghi comuni.
Allo stato attuale la proposta è la cosiddetta quota 100, nella somma tra età anagrafica e anzianità contributiva, ma la sua effettiva applicazione potrebbe riservare sorprese sgradite, per esempio il calcolo di tutti gli anni secondo il sistema contributivo e\o modulare la quota 100 a seconda dei settori di appartenenza dei lavoratori, una quota 100 non valida quindi erga omnes.

Ma ben altre erano le promesse elettorali di chi indossava magliette per invocare la cancellazione della odiata Riforma Fornero, una Riforma poi che sarà solo ritoccata perchè la sua cancellazione significherebbe entrare in collisione con la Troika.

Nodo saliente è il reperimento dei fondi, oggi la quota 100 potrebbe anche essere utile per ammortizzare la uscita di tanti lavoratori, per esempio dalle banche, esuberi dettati dai processi di ristrutturazione. Ecco l'ennesima beffa , la età pensionabile non sarebbe ridotta perchè dopo 40 anni di lavoro è giusto andare in pensione ma solo per aiutare le imprese e le aziende nei processi di ristrutturazione. 

E' bene allora chiarirsi sulle reali volontà di questo Governo e farlo con elementi incontrovertibili da denunciare urbi et orbi. La quota 100 serve per salvare le aziende da feroci ristrutturazioni o perchè rappresenta una riforma equa e indispensabile per migliorare la qualità della vita e favorire anche il ricambio generazionale?

Fa sorridere che il Governo si accorga oggi dell’isopensione, misura destinata alle aziende con minimo 15 dipendenti  per consentire loro una sorta di scivolo pensionistico dalla durata massima di 4 anni.

Negli anni di Governo del Pd, l'uscita anticipata dal lavoro è stata dettata da ragioni compatibili alla impresa, i soldi pubblici servivano per coprire un esodo che in altri termini avrebbe comportato licenziamenti di massa. Poi il pasticciaccio degli esodati a tutela dei quali i Governi si sono mossi male e con lentezza. Ma sulla medesima strada si avvierà anche il nuovo Governo in piena continuità con quelli, a guida Pd, che lo hanno preceduto? E determinate misure, come la isopensione, erano parte della Riforma Fornero, quindi chi voleva cancellare la vecchia e attuale legge previdenziale  non continua in realtà ad applicarla?

E allora con quali risorse andremo a finanziare «quota 100 per tutti»?  I requisiti saranno 64 anni di età e 36 di contribuzione o 65 anni di età e 35 di “versamenti”,  andremo verso l'automatica uscita con 41\2 anni di contributi  a prescindere dall'età anagrafica? Quanto costeranno allo Stato eventuali modifiche dell'età pensionabile e come intendiamo coprire questa maggiore spesa, maggiore rispetto ai calcoli effettuati applicando la Legge Fornero? Non sarà che i lavoratori pagheranno di tasca loro con assegni previdenziali piu' leggeri ?

Non è che alla fine si accorgeranno della necessità di far tornare in vigore la Cigs per cessazione d’attività? E in tal caso sarebbe un segnale di rottura con il Jobs act da vendere ai cittadini come effettico cambiamento rispetto al passato mentre quello di cui avremmo bisogno è la reintroduzione dell'art 18 e la cancellazione di tutte le altre norme del Jobs act. Lo Stato continuerà a finanziare le imprese a fondo perduto per garantire una sorta di reddito a lavoratori espulsi dal ciclo produttivo ma ancora privi dei requisiti per la pensione?  

La cosiddetta stretta alle pensioni d’oro è destinata ad accontentare gli appetiti demagogici (perchè allora non ridurre lo stipendio dei parlamentari?) ma cosa intendiamo poi per oro se il  “taglio” non scatterà sotto i 4mila euro mensili? E' possibile che si metta sullo stesso piano chi guadagna 1500 euro con chi ne guadagna quasi 4000? E' la logica della flat tax, il pensionato ex dirigente ha gli stessi diritti del pensionato ex operaio?

 Il contributo di solidarietà poi sarà applicato agli assegni di 2000 euro al mese e in che misura? Perchè non si è fatta una fotografia delle pensioni e del loro importo prima di azzardare ipotesi destinate solo a farsi belli sui social network presentandosi come i paladini della lotta ai vitalizi e alle pensioni d'oro quando invece ci si prepara a favorire gli interessi del grande capitale che piu' di ogni altro beneficerebbe di una tassazione non progressiva?

Da queste prime considerazioni si evince che grande è la confusione sotto il cielo, acuita dal silenzio assenso sindacale e da polemiche ideologiche poco utili a scardinare meccanismi deleteri per i lavoratori e le lavoratrici. E compito nostro è fare chiarezza senza regali al Governo, alle banche e alle imprese.

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