Gli enormi profitti delle concessioni autotrastradali
Il Governo ha deciso di descretare i materiali inerenti le
concessioni autostradali e subito il materiale è stato sottoposto a sequestro. Ma dalle prime indiscrezioni scopriamo cifre colossali derivanti dai pedaggi, qualcosa come 32 miliardi di euro, somme cosi' elevante pur non riguardando la totalità delle convenzioni stradali, parliamo infatti solo delle principali. Ma è possibile che i governi degli ultimi lustri non fossero al corrente di queste situazioni? Dubitiamo fortemente, al momento delle privatizzazioni si sapeva la enorme portata della partita in gioco anche se le convenzioni, i piani finanziari delle concessionarie svelano una realtà drammatica, un colossale giro di soldi, sarebbe stato sufficiente impiegare solo una minima parte per assicurare la necessaria manutenzione.
Il sistema autostrade produce miliardi di utili e altri miliardi finiscono nelle tasche degli azionisti di queste società, un colossale giro di affari consentito dai Governi di centro destra e di centro sinistra, proprietari che poi non sono solo la famiglia Benetton ma anche fondi di investimenti.
Le concessioni sono allora un lucroso business, lo Stato avrebbe potuto fare molto ma nulla ha fatto.
La inerzia si spiega con semplicità, chi siede sulle poltrone che contano deve rappresentare interessi economici e politici dei grandi capitali, non potevano mettersi contro queste concessioni, gli enormi profitti distribuiti ai soci, magari questi soci sono tra i finanziatori di fondazioni e partiti che hanno avuto, e hanno ancora, voce in capitolo nelle decisioni che contano.
Non si tratta solo di privatizzare le aziende pubbliche ma di costruire meccanismi che permettono attraverso appalti e concessioni di accumulare altri interessi e introiti, lo Stato si trasforma nel principale garante degli interessi monopolistici, debole con i forti ma con una forza considerevole nel tagliare i salari, il welfare, lo stato sociale.
Leggendo le pagine de Il sole 24 ore, che queste concessioni ha potuto leggere e spulciare, si trae l'immagine dell'Italia degli ultimi anni, l'Italia che ha permesso a pochi potenti di banchettare sulle imprese pubbliche guadagnando concessioni favorevolissime, profitti divisi tra soci ma ben pochi euro destinati alla manutenzione di strade, ponti e infrastrutture obsolete, bisognose di interventi manutentivi a distanza di decenni dalla loro costruzione.
Chi doveva vigilare non lo ha fatto, chi doveva entrare nel merito delle lucrose concessioni ha chiuso un occhio, anzi due, a distanza di anni ci troviamo una rete infrastrutturale vecchia e fatiscente, concessioni che hanno permesso a pochi azionisti di riscuotere profitti colossali.
Di questo dobbiamo parlare oggi perchè non ci si limiti al giusto cordoglio ma si comprendano i meccanismi perversi di funzionamento di un sistema sopravvissuto ai cambiamenti delle coalizioni di Governo.
Il sistema autostrade produce miliardi di utili e altri miliardi finiscono nelle tasche degli azionisti di queste società, un colossale giro di affari consentito dai Governi di centro destra e di centro sinistra, proprietari che poi non sono solo la famiglia Benetton ma anche fondi di investimenti.
Le concessioni sono allora un lucroso business, lo Stato avrebbe potuto fare molto ma nulla ha fatto.
La inerzia si spiega con semplicità, chi siede sulle poltrone che contano deve rappresentare interessi economici e politici dei grandi capitali, non potevano mettersi contro queste concessioni, gli enormi profitti distribuiti ai soci, magari questi soci sono tra i finanziatori di fondazioni e partiti che hanno avuto, e hanno ancora, voce in capitolo nelle decisioni che contano.
Non si tratta solo di privatizzare le aziende pubbliche ma di costruire meccanismi che permettono attraverso appalti e concessioni di accumulare altri interessi e introiti, lo Stato si trasforma nel principale garante degli interessi monopolistici, debole con i forti ma con una forza considerevole nel tagliare i salari, il welfare, lo stato sociale.
Leggendo le pagine de Il sole 24 ore, che queste concessioni ha potuto leggere e spulciare, si trae l'immagine dell'Italia degli ultimi anni, l'Italia che ha permesso a pochi potenti di banchettare sulle imprese pubbliche guadagnando concessioni favorevolissime, profitti divisi tra soci ma ben pochi euro destinati alla manutenzione di strade, ponti e infrastrutture obsolete, bisognose di interventi manutentivi a distanza di decenni dalla loro costruzione.
Chi doveva vigilare non lo ha fatto, chi doveva entrare nel merito delle lucrose concessioni ha chiuso un occhio, anzi due, a distanza di anni ci troviamo una rete infrastrutturale vecchia e fatiscente, concessioni che hanno permesso a pochi azionisti di riscuotere profitti colossali.
Di questo dobbiamo parlare oggi perchè non ci si limiti al giusto cordoglio ma si comprendano i meccanismi perversi di funzionamento di un sistema sopravvissuto ai cambiamenti delle coalizioni di Governo.
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