Lavorare fino a 70 anni? Non è eccezione sta diventando invece la regola

Sicuramente i 60 anni di oggi sono un'età diversa dai 60 anni di 30\40 anni fa quando si arrivava a questa età con quasi 40 anni di contributi iniziando, nei cosiddetti 30 anni gloriosi, l'attività lavorativa poco dopo i 20 anni di età, anzi in tanti casi dopo la fine della scuola dell'obbligo.

C'è tuttavia una età oltre al quale lavorare rappresenta un rischio per la salute e sicurezza e non solo del diretto interessato, possiamo aprire un dibattito su quale sia l'età ma vedere settantenni ancora in produzione desta non poche inquetudini. Ora sappiamo chelavorare  fino a 70 anni non è un diritto  del dipendente ma una decisione che spetta all'azienda. Esistono numerose sentenze, alcune intentate da singoli giornalisti supportati da sindacati, con giurisprudenza controversa, sentenze favorevoli e altre contrarie  a prolungare il lavoro fino ai 70 ann.

Tutto parte dalla opzione prevista dall'articolo 24, comma 4, del decreto legge 201/2011.


 Per i lavoratori e le lavoratrici la cui pensione e' liquidata a
carico dell'Assicurazione Generale Obbligatoria (di  seguito  AGO)  e
delle forme esclusive e sostitutive  della  medesima,  nonche'  della
gestione separata di cui all'articolo 2,  comma  26,  della  legge  8
agosto 1995, n. 335, la pensione  di  vecchiaia  si  puo'  conseguire
all'eta' in cui operano i requisiti minimi  previsti  dai  successivi
commi. Il proseguimento  dell'attivita'  lavorativa  e'  incentivato,
fermi restando i  limiti  ordinamentali  dei  rispettivi  settori  di
appartenenza,  dall'operare  dei   coefficienti   di   trasformazione
calcolati fino all'eta' di settant'anni, fatti salvi gli  adeguamenti
alla  speranza  di  vita,  come   previsti   dall'articolo   12   del
decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito,  con  modificazioni,
dalla legge 30 luglio 2010,  n.  122  e  successive  modificazioni  e
integrazioni. Nei confronti dei  lavoratori  dipendenti,  l'efficacia
delle disposizioni di cui all'articolo 18 della legge 20 maggio 1970,
n. 300 e successive modificazioni opera  fino  al  conseguimento  del
predetto limite massimo di flessibilita'.
 
Senza dilungarci tra sentenze e opinioni di giuriste, prendiamo atto che non esiste un obbligo ma solo una possibilità data dall'azienda per proseguire il rapporto di lavoro fino a 70 anni, una sorta di condivisione e di reciproci interessi tra datore di lavoro e dipendente.

Ovviamente questa norma vale per un numero assai ristretto di lavoratori e lavoratrici ma prende sempre piu' piede l'idea che l'età pensionabile possa essere posticipata, magari su base volontaria e in cambio di incentivi economici. Dalla quota 100, alle assunzioni nella Pa, dal ricambio generazionale ai criteri di calcolo dell'assegno previdenziale siamo passati a ben altri contenuti. La pensione puo' attendere gli studi economici e della Regioneria, nel frattempo l'idea dei 70 anni di età diventa sempre piu' concreta. E la concretezza deriva non solo dal mancato ricambio generazionale ma anche dal fatto che le pensioni presto corrisponderanno al 60% dell'ultimo stipendio, cifre che costringeranno molti o al lavoro nero o a posticipare il piu' tardi possibile la data di fine lavoro.

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