Costo del lavoro...

Da anni si parla del costo del lavoro, per alcuni sarebbe la causa della perdita di competitività . Ma le delocalizzazioni sovente nascondono una realtà ben diversa, basti ricordare che diverse industrie non investono in nuovi prodotti e in nuova tecnologia e per risultare competitivi scelgono di ridurre sempre piu' il costo del lavoro delocalizzando produzioni dove per altro non esistono controlli, si puo' sfruttare, inquinare e cementificare impunemente.

Nella ubricataura liberista poi dimentichiamo che le tasse dovrebbero tramutarsi in servizi al cittadino, questi soldi invece sono dirottati al pagamento del vecchio debito, ragione per cui il lavoratore cade nella rete del libero mercato e inconsapevolmente ne diventa sostenitore invocando meno tasse  e soprattutto senza capire che un discorso è tassare i salari, altro ragionamento è invece tassare i grandi capitali .

Il Governo sta lavorando alla riduzione del costo del lavoro e del cuneo fiscale e lo fa per incentivare i contratti a tempo indeterminato. In questo caso nulla da obiettare, ma forse il punto di partenza dovrebbe essere altro ossia investire soldi pubblici per la creazione di posti di lavoro invece di limitarsi a operazioni fiscali a favore delle imprese, per esempio lavori di pubblica utilità per la manutenzione di scuole, strade, fiumi, territori impiegando forza lavoro con contratti di un anno.

Altro discorso, da scongiurare, sarebbe quello di ridurre i contributi aziendali per Inail e Inps, intanto si continua sulla strada già battuta da altri con qualche correzione che tuttavia non modifica un quadro desolante che vede lo Stato del tutto assente perchè in questa fase di accumulazione capitalistica il ruolo del pubblico è solo destinato a favorire, e accrescere, i profitti privati.

Per esempio chi assumerà gli under35 puo' contare sull'esonero del 50%, fino a 3mila euro, per tre anni, una norma già prevista per i prossimi due anni dal decreto dignità.

Sullo sfondo  i veri nodi, ossia la Flat tax, il reddito di cittadinanza da finanziare, gli ammortizzatori sociali inadeguati tanto è vero che si pensa di ripristinare la Cigs per cessazione d’attività, i soldi che mancano per applicare la quota 100 nella revisione della Legge Fornero (e qui la fregatura è dietro l'angolo con l'applicazione del sistema contributivo per tutta la vita lavorativa )

Insomma grande confusione ma scenari non di rottura rispetto al passato, ci si continua a muovere dentro le compatibilità della Bce elemosinando l'allentamento della morsa ma senza mai rimetterla in discussione. Il rischio che corriamo è grande ossia di trovarsi tra qualche anno i capitali finanziari ancora piu' forti con la flat tax, i padroni sempre piu' propensi ad elemosinare aiuti pubblici, i lavoratori preda della deriva xenofoca e razzista funzionale a deviare la loro attenzione dai problemi reali ossia perdita dei posti di lavoro,  salari da fame, precarietà, servizi socio sanitari carenti e inadeguati, potere di acquisto e di contrattazione ridotti all'osso.

L'attendismo sindacale è un'arma perdente, rischia solo di portare acqua al mulino della controparte.

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