Cosa sta accadendo in Argentina?

 E' sicuramente sottovalutata, forse per le feste natalizie o l'atavico eurocentrismo, la situazione creatasi in Argentina dopo l'avvento della presidenza Milei, anche nel nostro paese le realtà sindacali conflittuali stentano a percepire la portata devastante di questo rinnovato vento neo liberista.



E a tal riguardo abbiamo intervistato i delegati della Cub di Pisa 

d Cosa accade in Argentina?

Un paese alla bancarotta con una inflazione galoppante e la vittoria alle ultime presidenziali di un candidato che raccoglie alcune istanze di Trump e di Bolsonaro pur presentandosi come espressione del popolo e anti casta politica. Non è tanto l'analisi sulla vittoria di Milei che ci interessa avendo altri scritto a tal proposito pagine illuminanti, vogliamo invece soffermarci sulla ricetta tipicamente neo liberista adottata in questi giorni di fine 2023.

Se guardiamo alla stampa argentina ci si imbatte in una frase ricorrente:  "non ci sono soldi",  eppure i soldi per pagare il debito si trovano distruggendo il welfare, oggi l'Argentina è un paese in mano alla speculazione finanziaria ed economica. Basti guardare al disegno di legge presentato giorni or sono al Congresso (in concomitanza con il decreto presidenziale)  per capire come siano le privatizzazioni la ricetta di Milei; le  41 società oggi pubbliche ben presto non lo saranno più. 

Le proprietà statali saranno quindi alla mercè delle grandi aziende monopolistiche, i servizi prima di essere privatizzati saranno tagliati imponendo allo stesso tempo costi crescenti a carico della cittadinanza. 

Vogliono far cassa sui pensionati che già da anni stanno perdendo potere di acquisto eliminando quei pochi bonus approvati negli anni scorsi come misura di sostegno per affrontare i rincari e il costo della vita. Vogliono tagliare il servizio pubblico, i fondi statali alle province, favorire la liberalizzazione del mercato immobiliare agevolandone l'acquisto in dollari. Si pensa di privatizzare l'acqua e il trasporto pubblico, sono già pronti i licenziamenti di 7000 dipendenti statali e la nuova legislazione in materia di lavoro che prevede l'obbligatorietà delle prestazioni straordinarie da considerare non come lavoro aggiuntivo da pagare con le maggiorazioni , pensano di istituire una banca delle ore a recupero e allo stesso tempo allungheranno l'orario di lavoro giornaliero e settimanale a costo zero.


d Una ricetta liberista ancora più radicale di quella del vecchio presidente Memen?

In continuità con Memen tanto che le 41 aziende ancora pubbliche, tra le quali banche e imprese erogatrici di beni comuni, saranno privatizzate. Tenete conto che le privatizzazioni vanno di pari passo con provvedimenti atti a impedire l'esercizio del diritto di sciopero e la riscrittura di tutte le norme in materia di lavoro per cancellare i residui diritti e le tutele fino ad oggi indiscusse.

Stanno costruendo una sorta di legge omnibus per eliminare ogni ostacolo ai processi di privatizzazioni, per la completa libertà di licenziamento, se pensiamo ai 100 mila dipendenti delle aziende oggi statali per loro potrebbero arrivare già nei prossimi mesi licenziamenti di massa oltre al rincaro generalizzato delle tariffe energetiche, dell'acqua o del trasporto pubblico che getterà in miseria fasce rilevanti della società argentina. I rincari andranno a falcidiare il già esiguo potere di acquisto delle buste paga, aggiungiamoci la repressione degli scioperi e otteniamo un quadro autoritario dentro il quale le privatizzazioni e l'avvento delle multinazionali con le loro speculazioni la faranno da padroni.

La ri-privatizzazione delle ferrovie è una sventura se pensiamo che stanno tagliando perfino sulla manutenzione delle linee, lo stesso accade per i lavori alla viabilità pubblica, insicurezza economica e sociale vanno come sempre di pari passo.



d Perfino banche e trasporto aereo saranno privatizzati?

Pensiamo che gli ultimi anni hanno favorito questi processi, l'avvento del low cost presentato come grande opportunità per il turismo è servito per favorire i processi di disinvestimento e privatizzazione, consegnare poi le banche al grande capitale speculativo significa anche cancellare ogni forma di sovranità popolare e nazionale in materia di finanza ed economia, il rischio concreto è di trovarci nei prossimi mesi davanti a un grande banchetto, a multinazionali che arriveranno in Argentina per acquistare porti, aeroporti, infrastrutture, istituti finanziari, aziende a prezzi stracciati imponendo allo stesso tempo licenziamenti di massa.

Siamo davanti a uno straordinario progetto di stampo neo liberista che consegnerà il paese ai dettami del FMI e per farlo non esiteranno a reprimere ogni forma di protesta sindacale e sociale.  Noi crediamo che denunciare quanto sta accadendo in Argentina imponga ai lavoratori italiani e al sindacalismo conflittuale una riflessione seria e azioni conseguenti con tutte le forme di solidarietà possibili verso la classe lavoratrice sudamericana


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