La congiuntura economica vista da Confindustria

A metà dicembre di ogni anno escono varie pubblicazioni di analisi dell'economia e non poteva mancare l'analisi del Centro Studi di Confindustria.

Vediamo in sintesi il documento scaricabile anche dal sito del Centro studi 

L’inflazione è rientrata, ma l’economia è debole. Ancora in difficoltà industria e servizi (confindustria.it)


foto tratta da youtube

  •  L’inflazione è rientrata, ma i tassi sono ancora alti e l’economia è debole. Una critica anche al Governo Meloni per non avere accordato risorse all'industria e allo sviluppo concentrandosi soprattutto sulle misure di contenimento delle tasse e a favore delle famiglie (cosa per altro non vera come dimostra la cancellazione del Reddito di cittadinanza) 
  • Ancora in difficoltà sia i servizi, sia l’industria, che vede qualche luce. Il credito caro frena gli investimenti, mentre il mercato del lavoro non spinge i consumi.  Detto in altre parole, il Governo deve fare di più per le aziende e soprattutto per i settori trainanti dell'economia e investire meno sul lavoro (ironia della sorte per anni sindacati e associazioni datoriali hanno invocato la riduzione del cuneo fiscale e con le ultime Manovre di Bilancio sono stati sostanzialmente accontentati)  Confindustria prende atto della crisi economica dei paesi Ue e della ripresa dei paesi emergenti come del resto della ottima salute in cui si trovano gli Usa che più di ogni altro paese ha tratto profitto dalle due guerre in corso, in Ucraina e in Palestina

L'economia italiana è tutt'altro che in ripresa e si trova in una fase di stagnazione:  Gli scambi mondiali e l’export italiano mancano di vero slancio, a causa di guerre e incertezza. Il costo di gas e petrolio non si è impennato, ma resta storicamente elevato (a dicembre, 39 €/mwh e 79 $/barile).

  •  L’inflazione italiana è  tuttavia in leggera, ma costante diminuzione anche se non ai livelli auspicati dai padroni che sono invece assai preoccupati per il costo del denaro e dalla possibilità che a partire dagli Usa il costo del denaro subisca ulteriori incrementi

  • Servizi deboli e crisi della manifattura a conferma della debolezza del terziario e un aumento di fatturato delle industrie assai contenuto dopo mesi in perdita

  • Il costo del denaro aumentando frena gli investimenti e il lavoro non spinge i consumi senza spiegare che la perdita del potere di acquisto, il calo delle ore lavorate sono fattori scatenanti di questa situazione come del resto le difficoltà dell'export derivanti dall'embargo alla Russia e dal rincaro delle materie prime
  •  Le prospettive economiche a fine 2023 presentano quindi più ombre che luci, i consumi sono in leggera ripresa ma le esportazioni continuano a perdere posizioni nel mercato globale 
I padroni hanno dato il loro plauso alla Manovra di Bilancio che nei prossimi giorni sarà ratificata dal Parlamento ma allo stesso tempo avanzano ulteriori richieste al Governo e queste richieste vanno nella direzione di rafforzare gli investimenti pubblici a favore delle imprese  perseverando nella politica di contenimento dei salari

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