Testimonianze da Pisa di lavoro povero

Abbiamo raccolto, come sindacato di base Cub di Pisa, due testimonianze, sono storie di ordinario sfruttamento e disperazione di chi vive tra appalti e subappalti, tra lavoro nero e con orari impossibili, costretti a mille privazioni. Due storie come tante altre all'ombra della Torre Pendente che meritano di essere lette e discusse.


foto presa dal web

 Antonio, 44 anni, operaio in una cooperativa a tempo determinato con 60 euro al mese di quote sociali da pagare. 

Guadagno 650 euro, talvolta arrivo a 800 con gli straordinari ma pago 350 euro di affitto e altre 170 per il mantenimento di una figlia minorenne. Per integrare porto le pizze a domicilio, al nero, altri 250 euro . In tutto quanto guadagno in un mese? Se va bene arrivo a 950 euro e alla ultima settimana del mese resto senza soldi e vado a mangiare da mia madre pensionata, non mi vergogno a dirlo. 

Un lavoro precario ? E' il solo che si trova, prima avevo più ore ma ad ogni cambio di appalto riducono le ore contrattuali, tagliano sempre e solo sulla forza lavoro. Faccio la spesa al discount, altri supermercati se va bene li frequento una volta al mese, taglio ogni spesa possibile, sulla colazione al bar, in pizzeria dove lavoro alcuni giorni a settimana non mi fanno pagare e cosi' porto a mangiare fuori mia figlia o mia madre tre volte al mese, E' una vita magra, devi accettare continui e repentini cambi orari sperando di prolungare i turni approfittando della malattia di un collega per raggranellare qualche euro. Alcuni amici mangiano alla Caritas, per fortuna io no ma per quanto tempo ancora potrò permettermi di non farlo?

 Raffaella è una donna delle pulizie ad ore, alterna alcuni servizi privati con un part time di 18 ore settimanali in una piccola azienda a conduzione familiare.

 Abito in una casa popolare dove poi sono cresciuta e alla morte dei genitori avevo almeno un tetto sopra la testa. Sono sola, divorziata, senza figli e ho 63 anni, con la pandemia ho venduto la macchina e mi muovo con un motorino usato, il solo mezzo alla mia portata. Non so quanti anni potrò ancora lavorare alzandomi alle 5 per lavorare dalle 6 alle 9  sei giorni alla settimana. Finito il turno vado da due anziani a giorni alterni per 3 volte alla settimana. Ho anche dei debiti da pagare (un prestito contratto per un negozio aperto 25 anni fa e chiuso da tempo per la concorrenza spiegata dei supermercati), sono stata dai proprietari della azienda per chiedere di incrementare le ore contrattuali visto che ogni giorno 10 o 15 minuti non mi vengono pagati, il tempo per pulire non basta.... In risposta mi è stato detto che potevo anche licenziarmi e avrebbero trovato qualche immigrato disposto a lavorare anche a meno per avere il permesso di soggiorno. Non penso che la colpa sia degli immigrati, ho amiche africane con cui gioco a tombola ogni sabato, la colpa è semmai di chi specula sui lavoratori, basterebbe avere 3 ore di contratto in più per arrivare a un salario appena decente con cui potrei anche pagarmi una pensioncina alle poste perchè tra 10 anni non sarò nelle condizioni di lavorare. 

Tra qualche anno la mia pensione? Sarà quella minima e continuerò  a lavorare per vivere se non voglio chiedere elemosina e sussidi. Tengo alla mia dignità ma la vita che conduco può forse  dirsi dignitosa?

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