Le svolte neoliberiste partono sempre dalle crociate contro il diritto all'abitare

  

 

Le svolte neoliberiste partono sempre dalle crociate contro il diritto all'abitare

 

Se un tempo esisteva il diritto all'abitare, oggi potremmo dire altrettanto?

Anni di versamenti Gescal (Gestione case per i lavoratori) tra il 1963 il 1973,  un fondo pubblico pensato per costruire case ai lavoratori, ideato dal primo centro sinistra non certo con  intenti rivoluzionari ma per finanziare le cooperative e i Cral che volevano costruire immobili, per aiutare con mutui agevolati l'acquisto della prima casa o finanziando direttamente le aziende alla realizzazione di villaggi destinati ai propri dipendenti.

Anni assai lontani dai giorni nostri quando la nozione di pubblico era ascrivibile ad una prospettiva social-democratica, nell'ottica di favorire l'acquisto della casa trasformando il nostro paese nella culla dei piccoli proprietari ma con intenti sociali evidenti e opposti alle logiche speculative degli ultimi 40 anni.

Forse un bilancio di come siano stati gestiti i fondi Gescal non guasterebbe ma prendiamo spunto da questo piccolo fatto storico per arrivare ai nostri giorni

Poco prima di Natale Unione Inquilini di Pisa diffondeva un comunicato stampa per denunciare l'aumento delle case di edilizia popolare sfitte, una prassi fin troppo diffusa perchè per essere assegnata una abitazione deve prima essere in regola e in parte ristrutturata. Non esiste volontà di assegnare le case vuote con l'impegno dell'inquilino all'auto recupero previa certificazione degli interventi effettuati ma è pur vero che certi interventi hanno un costo elevato e non risultano alla portata di molti\e.
 
Resta il fatto incontrovertibile ossia il progressivo indebolimento degli interventi pubblici con finanziamenti adeguati per ristrutturare in tempi rapidi il patrimonio immobiliare di edilizia popolare.
 
UI parla di 4.563 case popolari, che nella nostra Regione Toscana, risultano vuote. Cioè una città che potrebbe ospitare quasi 20.000 abitanti.
 
La cosa più grave di tutto ciò è che il suddetto numero evidenzia che una casa popolare su dieci è vuota, non assegnata, perché molte volte deve essere semplicemente… ristrutturata!!
 
Oltretutto, appare ancora più grave il suddetto fatto: visto che solo nel 2015 il numero di case popolari non assegnate si limitava a 1815, cioè in sette anni la “città vuota” di cui trattiamo è quasi triplicata!!
 
La suddetta situazione è certamente una vergogna ed una ignominia per la Nostra Regione, soprattutto considerando che dagli ultimi dati ministeriali è emerso come nel 2022 siano stati eseguiti ben 2490 sfratti. Cioè disponiamo di tutti gli alloggi che servirebbero per impedire alle famiglie toscane di finire per strada, ed invece sono semplicemente… da ristrutturare!!
 
Stiamo conducendo un’indagine sullo stato attuale dell’abitare nei singoli comuni, dal quale possiamo, certamente, tessere le lodi di alcuni comuni, come ad esempio Bientina e Ponsacco che, seppur di non grandi dimensioni, sono riusciti ad avere pochi alloggi vuoti (rispettivamente uno e due).
 
Dall’altra parte potremo, ad esempio, additare il Comune di Fucecchio, che ha 33 alloggi su 213 non occupati, oppure potremo polemizzare con certi comuni, che non sono neanche in possesso di un simile dato statistico, oppure potremo “mettere alla berlina” il Comune di Lucca, che ha 96 alloggi vuoti su 1045, oppure il Comune di Prato che ha 135 alloggi popolari, ancora da ristrutturare su 1578.
 
Oppure potremo evidenziare che sono 1576 gli alloggi vuoti solo considerando alcuni dei Comuni capoluoghi che ci hanno risposto.
 
In realtà se dobbiamo cercare la colpa non possiamo che invitare a guardarsi allo specchio.
 
Difatti, la colpa va ricercata certamente nelle politiche miopi della Regione Toscana, che ha permesso in sette anni l’aumento esponenziale degli alloggi ERP non assegnati.
 
Siamo nella Toscana ancora governata dal centro sinistra, anche se alcuni capoluoghi di provincia sono stati conquistati dal centro destra, in altre regioni il problema non si pone semplicemente perchè gli alloggi di edilizia popolare sono stati costruiti in numeri assai ridotti.
 
La gentrificazione dei centri storici ha visto l'avvento dei B&B, di case vacanze per turisti, dai centri storici hanno cacciato via i piccoli artigiani e i ceti popolari spingendoli verso periferie spesso degradate.
 
La questione abitativa si intreccia con quella urbanistica e sociale, con l'idea di città e di società e questa lunga premessa ci aiuta a comprendere quanto stiamo per scrivere a proposito del decreto  Decreto di Necessità e Urgenza (DNU) presentato da Javier Milei che tra i suoi punti salienti annovera anche l'abrogazione della Legge sugli affitti a solo vantaggio delle lobby immobiliari che da mesi spingono per una virtuale "dollarizzazione" dei contratti e sostanziali modifiche della legislazione vigente con la minaccia, per 10 milioni di affittuari , di trovarsi presto senza casa. 
Le misure intraprese dal presidente argentino sono ascrivibili alle classiche ricette neoliberiste, dal licenziamento dei dipendenti pubblici ai tagli a sanità, istruzione e previdenza, seguono un copione già noto e attuato con risultati sociali devastanti.
 
Nel caso specifico della casa si parla di deregolamentazione, di ritorno al mercato che determinerà uno tsunami di sfratti per morosità incolpevole oltre all'innalzamento degli affitti e degli immobili.
 
La scelta non è quella di contenere i prezzi in presenza di alta inflazione , l' abrogazione della legge del 2020 favorirà invece aumenti continui degli affitti e una enorme spirale speculativa in ambito immobiliare.
 
In tempi di crisi sociale ed economica, la deregolamentazione degli affitti serve solo ai processi speculativi , una ampia deregolamentazione per evitare la durata minima dei contratti , per favorire l'acquisto speculativo di interi plessi da parte di aziende e società straniere (i pagamenti potranno essere effettuati in qualsiasi valuta), per rafforzare il potere della proprietà di adeguare il canone locativo senza troppe regole da rispettare, obbligo degli inquilini di riparare le case e pagare le spese ordinarie e straordinarie
benefici fiscali per i proprietari di case.
 
In sostanza Milei vuole rovesciare l'impianto della vecchia legge e invece di garantire alcuni diritti per gli inquilini (molti dei quali perderanno posti di lavoro e saranno incolpevolmente morosi) andrà a sostenere solo le istanze della proprietà nell'ottica di agevolare svendite, speculazioni immobiliari, sfratti e rincari dei canoni locativi ad esempio istituendo dei contratti brevi con aggiornamenti dei prezzi annuali . Il terreno della casa è uno degli ambiti privilegiati della svolta neo liberista argentino, a conferma che il diritto all'abitare è ancora un grande nemico dei processi speculativi neo liberisti e di tutti i piani di aggiustamento strutturale della grande finanza internazionale
 

 

bibliografia di riferimento

Home | Unione inquilini - Unione Inquilini Associazione Sindacale)

Deputati. Bregman per la legge sugli affitti: "Vogliono deregolamentare come ha fatto la dittatura che ha dollarizzato l'edilizia abitativa" (laizquierdadiario.com)

Aggiustamento. [Video] Il DNU di Milei: cosa succederà agli affitti (laizquierdadiario.com)

Lobby immobiliare. Affitti: la sinistra avverte che aggraveranno la crisi che stanno vivendo gli inquilini (laizquierdadiario.com)

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