Congedi per il Covid? Troppo pochi

 Chiarimenti Inps sulla i fruizione dei congedi Covid introdotti dal Dl 30/2021, ma questi permessi sono troppo pochi e raggiungono una platea insufficiente dei possibili beneficiari. E molti di questi permessi sono pagati direttamente dai lavoratori e dalle lavoratrici con perdita di salario.

 La circolare Inps entra nel merito con alcuni chiarimenti e indicazioni operative. 

Il Congedo riguarda tutta la forza lavoro, inclusi i pubblici che dovranno effettuare richiesta al loro Ente. 

I congedi riguardano ancora i figli conviventi fino a 14 anni, per quelli di età dai 14 ai 16 è possibile beneficiarne a condizione di rinunciare al 100% della retribuzione. Il requisito della convivenza e il limite anagrafico non si applicano in caso di figli con gravi disabilità per i quali sia stata sospesa la attività didattica nelle scuole e nei centri diurni di tipo assistenziale che nel frattempo sono stati chiusi per la pandemia.

 Ci sembra evidente che con il perdurare della pandemia e la chiusura di tante scuole il Governo avrebbe potuto, anzi dovuto, stanziare maggiori fondi da destinare a una platea maggiore di lavoratori e lavoratrici


Per i genitori di figli di età compresa tra i 14 e i 16 anni è previsto un diritto all'astensione dal lavoro senza retribuzione e senza contribuzione figurativa.

L'arco temporale nel quale i congedi possono essere goduti, al netto delle ipotesi in cui la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità agile da parte del soggetto richiedente, va dal 13 marzo, data di entrata in vigore della norma (articolo 2 del Dl 30/2021) e fino al 30 giugno. I periodi di congedo possono quindi coincidere, in tutto o in parte, nell'arco temporale indicato, con quelli di infezione da Sars Covid-19, di messa in quarantena del figlio, di sospensione dell'attività didattica in presenza o di chiusura dei centri assistenziali del figlio.

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