Dal federalismo al neo liberismo: quando l'Ue serve per rafforzare gli appetiti capitalisti

 L'arrivo del Recovery e la segretaria Letta del Pd sanciscono il ritorno ad una idea pseudo federale dell'Ue, per questo abbiamo posto alcune domande ai compagni della Cub di Pisa dopo la lettura di Quando l'Europa tradi' sè stessa di Alessandro Somma

L'idea di federalismo è antesignana della perdita di sovranità nazionale sulla quale si basa la Ue?

Secondo noi negli ultimi due secoli abbiamo avuto svariate correnti federaliste che vanno comunque inquadrate nel contesto storico e nel dibattito politico, economico e culturale del tempo.

Se guardiamo a Carlo Cattaneo e Giuseppe Ferrari nel sec XIX, si capisce che la diffidenza verso la Monarchia sabauda sotto la cui egida si unifico' l'Italia era preponderante rispetto al superamento degli stati preunitari. Entrambi pensavano che la unità italiana non esisteva nè in economia nè in politica ma era invece una aspirazione concretizzata nelle arti figurative e in letteratura, il loro pensiero era antimonarchico e antiguelfo nel senso che erano ben lontani dall'idea di Gioberti di unificare la nazione sotto il papato.Ferrari anni dopo abbraccio' il socialismo guardando alla rivoluzione borghese della Francia di fine settecento come punto di riferimento ideale per la rottura dell'ancien regime.

Cattaneo non volle mai girare fedeltà alla monarchia e di fatto la sua corrente venne isolata nell'Italia post unitaria. Quel federalismo era di impronta laica , anti cattolica , credeva nella scienza e nella tecnica come basi del progresso sociale. Chiunque abbia ripreso il pensiero di Cattaneo, e men che mai di Ferrari, per giustificare i sovranismi leghisti di fine secolo scorso aveva letto poco o male gli scritti del pensatore ottocentesco travisandone il pensiero a fini speculativi e di giustificazione di una politica che semmai ha prodotto la idea odierna di autonomia differenziata, l'egoismo delle regioni economicamente piu' forte attratte dalla locomotiva tedesca. Negli anni venti e trenta del novecento molti federalisti furono invece contrari agli stati nazionali perchè avevano subito l'avvento del fascismo e identificavano i nazionalismi fascisti e nazisti con l'idea di uno stato nazionale forte che andava sopprimendo le libertà individuali e collettive. In ogni caso il pensiero federalista non è mai rivoluzionario, puo' avere avuto influenze in ambito socialista ma mai acquisi' posizioni anticapitaliste e antimperialiste

L'idea di federalismo si è intrecciata anche con il socialismo ad esempio cnel pensiero di Tristano Codignola, parlamentare socialista del dopo guerra proveniente da Giustizia e Libertà...

Ma Codignola è una figura complessa, possiamo ricordare che venne espulso dal Partito socialista per avere contestato Bettino Craxi ma non era certamente un esponente della sinistra di quel partito tanto che a lungo fu piu' vicino a Saragat e a posizioni atlantiste contrarie al Fronte popolare con il Partito comunista.

Sicuramente i federalisti vicini al Partito socialista erano atlantisti e filo Nato

 Piano Marshall e oggi il Recovery.: esistono analogie e nessi?

Prendiamo ad esempio il Piano Marshall che in qualche misura segna l'inizio della politica europea sotto l'egida della Nato e degli Usa. Il Piano prevedeva la soppressione di ogni rivendicazione radicale in senso egualitario e socialista, anzi la idea che si dovesse limitare la libertà privata a fini collettivi viene bandita proprio in nome della ricostruzione dei paesi europei. E qui entra in gioco il ruolo dell'Ocse che fu decisivo e stimolo per la creazione del mercato unico europeo, lo ripetiamo sotto l'egida Nato e Usa, ma senza rinunciare agli interessi nazionali del capitale. Quando poi invece si è trattato di porre fine a questi stati nazionali per sottrarre agli stessi sovranità economica e moenetaria è arrivata l'Ue di Maastricht di cui l'area politica che va da Andreatta a Prodi fino a Enrico Letta vanno da sempre fieri.

Ma non dimentichiamo il ruolo dell'Ue e della Nato nella guerra nei Balcani funzionale al controllo dei corridoi e dei gasdotti sui quali tanto gli Usa quanto le multinazionali occidentali stanno costruendo la loro fortuna grazie alle politiche di austerità e ai prestiti di FMI e BCe che hanno messo in ginocchio molti paesi costringendoli a svendere i loro settori produttivi pubblici e privati. E qui arriviamo ai nostri giorni

Negli anni cinquanta e sessanta l'idea di Europa è funzionale alla contrapposizione con l'Urss e all'esperienza del socialismo reale, la idea di unità federale arriva dopo e con il capitale tedesco in ruolo egemone. 50 o 60 anni fa l'idea di Europa vedeva i francesi piu' interessati ai bacini di acciaio e carbone tedeschi per evitare che gli Usa trasformassero la Germania nella potenza egemone del vecchio continente come poi è accaduto.L'accordo franco tedesco avvenne per affermare il regime di proprietà delle imprese e in modo del tutto funzionale agli interessi dei loro capitali nazionali. Altro che Europa dei popoli e della libertà, basterebbe guardare alle politiche della Bce in Grecia per capire la vera anima dell'unità europea. Francia e Germania avevano come base comune la costituzione di un'area di mercato  comune ed egemone nel vecchio continente. L'idea federale divenne quindi funzionale agli interessi capitalisti e di mercato, poi possiamo anche dire che questo accordo ha favorito la pace nel vecchio continente dimenticando che la guerra è stata portata invece nell'est Europeo con la fine dei paesi del blocco socialista come dimostra la guerra nei balcani e negli stati ex Urss.

Il funzionalismo federalista è stato decisivo per piegare i paesi europei all'idea del libero mercato e del primato della impresa, i primi provvedimenti intrapresi dalla Ue sono stati quelli di uniformare alcune legislazioni in materia economica, di lavoro e di pensioni, le leggi che favorivano l'uscita anticipata delle donne italiane dal mercato del lavoro vennero eliminate in nome dell'Ue.

E in ogni caso il ruolo liberale dello stato, per far funzionare i mercati, non viene mai messo in discussione anzi le politiche nazionali vengono piegate a questi interessi anche attraverso riforme del sistema parlamentare in nome della governabilità.

Ricordiamo ancora quando ci raccontavano che il bipolarismo avrebbe aiutato il paese a crescere favorendone la stabilità politica, ebbene se guardiamo ai fenomeni migratori dei parlamentari da uno schieramento all'altro, il femomeno si è diffuso nella seconda Repubblica mentre era pressochè inesistente nella Prima e i parlamentari diventano espressione non della sovranità popolare ma di lobby che all'occorrenza chiedono loro di cambiare casacca o di sostenere un Governo per " il bene del paese"

Atlantismo ed europeismo vanno di pari passo proprio a partire dal Piano Mashall, di conseguenza pensare che ogni paese possa gestire i soldi europei del Recovery è pura utopia, non a caso il Governo Conte 2 è crollato e a staccare la spina sono stati i poteri economici dominanti che hanno richiamato all'ordine i partiti di centro sinistra e di centro destra e oggi il Governo Draghi ha ottenuto la consulenza di agenzie e società ben introdotte nei piani neoliberisti, nei processi di privatizzazioni e di ristrutturazione dei paesi in funzione capitalista.

Oggi non hai bisogno di un colpo di stato ma puoi determinare la fine di ogni sovranità nazionale attraverso politiche economiche o alleanze trasversali "in nome degli interessi del paese", è già accaduto con i Governi tecnici sostenuti dal centro sinistra, avviene oggi con l'esecutivo del Banchiere Draghi.

Qualcuno pensa che l'ultimo baluardo sia la difesa della Costituzione Italiana?

Secondo noi sono in mala fede. La stessa democrazia politica ha ceduto il passo a quella economica che poi è ben altro che libertà ma egemonia del mercato e dei suoi interessi determinando cambiamenti legislativi e politiche fiscali, economiche funzionali a determinati interessi. Il ruolo dello Stato è cambiato nel corso degli anni, la Ue nasce proprio dalla perdita di sovranità economica e monetaria con le politiche di austerità che hanno determinato il cambiamento delle Costituzioni nazionali. Chi oggi invoca la difesa della Costituzione, come l'Anpi o l'Arci, è complice del pareggio di bilancio in costituzione e di tutte quelle norme che hanno portato allo smantellamento della sanità pubblica con oltre 100 mila morti in un anno per il Covid.

Gli anni del neoliberismo hanno poi sancito la fine di ogni illusione ridistributiva, il ruolo degli stati è stato prima indebolito e poi piegato al pareggio di Bilancio e cosi' sono cresciute le disuguaglianze economiche e sociali tra Stati e al loro interno. Oggi il capitalismo europeo si accorge che tante disuguagalianze sono nocive alla ripresa della Ue e per questo stanno rivedendo le politiche economiche e il rapporto Pil e deficit ma al contempo impongono scete obbligate ai paesi che riceveranno i soldi del Recovery.

L'Italia di oggi è frutto di 40 anni di politiche costruite ad arte per disinnescare ogni principio progressivo ed egualitario in ambito economico e sociale, chi difende la Costituzione l'ha di fatto distrutta nelle parti piu' avanzate senza dimenticare poi che la Carta non è servita a tutelare le libertà collettive o a difendere gli strati sociali meno abbienti e men che mai per limitare il potere dell'impresa . Quando poi si è trattato di cancellare ogni controllo dell'economia  a fine sociale è arrivato il pareggio di Bilancio in Costituzione e gli artefici di quelle decisioni sono oggi in Parlamento a votare le politiche richieste dall'Ue attraverso il Recovery.

La stessa nozione di pubblico è soggetta a stravolgimenti, la Pa va riformata in funzione dell'impresa e per raggiungere questi obiettivi si propone un patto neo concertativo ai sindacati complici che alla occorrenza saranno utili anchegli esuberi nei posti di lavoro per aggirare il divieto dei licenziamenti collettivi


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