Recovery e politiche nazionali

 L'Italia è il paese che prenderà tutti i soldi del Recovery non solo quelli a fondo perduto ma anche i prestiti condizionati a interessi e riforme strutturali. 

La Germania sta provando a intralciare il Recovery nel timore che siano proprio le banche tedesche a soffire delle difficoltà  dei paesi europei piu' deboli nel pagamento del debito..

Il Governo Draghi deve accellerare le cosiddette riforme con il potenziamento di sanità e previdenza integrativa a discapito di quella pubblica, favorire le grandi opere e la riforma delle normative in materia di lavoro concedendo qualche mese di tregua con la proroga, fino ad Ottobre 2021, del divieto dei licenziamenti collettivi.

Nel frattempo il Pd di Letta spinge per la ennesima restaurazione maggioritaria e il suo  potenziamento all'interno di una revisione della legge elettorale con premi alla coalizione che assomigliano alla Legge Truffa contro cui il partito comunista oltre 60 anni fa mobilito' il paese. Chi supererà il 40 per cento dei voti, questa è la proposta Letta, prenderà automaticamente il 55% dei seggi. E la coalizione vincente potrà cosi' governare senza alcun problema evitando cambi di coalizione e giravolte. Ma è forse la vocazione maggioritaria  che tanto ricorda la vecchia Legge Truffa la soluzione dei problemi?

Stanno costruendo le basi di un paese sempre piu' iniquo dominato dal faro della governabilità e della Ue.

La crisi del debito sovrano ha sancito il fallimento del sistema creditizio nella impossibilità di recuperare i prestiti accordati, il salvataggio delle Banche ha imposto l'utilizzo di risorse pubbliche a discapito dei fondi destinati al welfare e alla sanità e creando sofferenze prolungate ai bilanci statali.

L'arrivo della pandemia  ha allentato le maglie delle regole di Maastricht ma allo stesso tempo si va rafforzando il vincolo esterno e la perdita di ogni sovranità con il rafforzamento dei paesi economicamente piu' forti che , guarda caso, oggi temono di far pagare alle loro banche un prezzo troppo elevato.

 Il Recovery farà indebitare i paesi a tassi  piu' vantaggiosi del passato  con il risultato comunque di vincolarli sempre piu' all'indebitamento e al pagamento degli interessi. E per farlo dovranno aprire i loro paesi alle liberalizzazioni e alla circolazione dei capitali, non  a caso si parla di governance economica nella Ue, da una parte l'apertura di linee creditizie e dall'altra interventi della Commissione europea per imporre la revisione dei programmi previsti dal Recovery soggetti a rapida riscrittura sotto l'occhio vigile di società di consulenza.

I Parlamenti nazionali saranno sempre piu' ostaggio delle politiche capitalistiche europee, in questa ottica va letta la nuova ubriacatura maggioritaria (che Letta sia  uomo della Bce è cosa risaputa, bisognerebbe ricordarlo a chi per mesi lo ha invitato in Tv come l'uomo nuovo della sinistra), la governabilità al posto della democrazia reale, il maggioritario a cancellare ogni proporzionalità tra voti e ripartizione dei seggi.

Nella riscrittura europea del Recovery è stata rafforzata, nel silenzio assenso della politica, la parte destinata ai prestiti, per guadagnare il consenso dei paesi economicamente piu' forti è stato accordato loro la diminuzione dei contributi alla Ue nel prossimo decennio.

Ma nessuno ha spiegato ai cittadini che il Next Generation si basa sui prestiti accordati dai mercati e non dall'acquisto dei titoli del debito dei singoli paesi da parte della Banca centrale europea. E per pagare questo debito nei prossimi decenni potrebbero arrivare meno soli ai singoli paesi soprattutto a chi, come l'Italia , avrà utilizzato tutte le risorse disponibili.

Un autentico corto circuito in salsa neo liberale , e liberista, del quale non si parla nel nostro paese facendo credere invece che le Riforme da intraprendere saranno decisive per la ripresa economica. Di certo le riforme auspicate arriveranno ma per aprire il nostro paese a processi di liberalizzazione sempre maggiori.


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