Continuiamo ad aggiornare la cassetta degli attrezzi

 


Sono tempi bui per  chi voglia comprendere la realtà per modificarla, per quanti scelgono di aggiornare la cassetta degli attrezzi guardando agli ultimi 40 anni neoliberisti senza nascondersi dietro alle solite schematiche interpretazioni (difensori dell'ambiente e dei diritti umani contro l'estrattivismo nel continente latino americano, pacifisti integrali in antitesi agli imperialisti, difensori dei curdi ma silenti sull'apartheid in Palestina, nostalgici della Costituzione senza fare i conti con i rapporti di forza, antifascismi elettorali che piegano l'antifascismo a un corpo di valori astratti, difensori del lavoro a parole ma acerrimi nemici della lotta di classe, artefici della legalità con la tacita accettazione di regole imposte dai dominanti). 

L'occasione è stata utile anche per parlare della non unicità della Shoà riprendendo quanto scritto da Sartre sulla esaltazione da parte di Hitler della deportazione nelle riserve dei nativi americani con gli Usa che hanno respinto l'accusa di genocidio ricorrendo alle consolidate strategie negazioniste e di minimizzazione, le stesse strategie che, in contesti storici differenti, utilizzano in Israele per allontanare ogni critica all'apartheid contro il popolo palestinese. E parlare di questi fatti del passato è di grande aiuto anche per comprendere la storia dei nostri giorni, il colonialismo, le guerre di liberazione fino ai conflitti dei nostri giorni. 

Non a caso Marx descriveva la nascita degli Usa come risultato dello schiavismo autentico carburante dei processi di accumulazione primitiva del capitalismo americano. Modelli democratici assunti come faro guida dal capitalismo (la fede religiosa nel destino universale di governo del mondo) sono nati dallo schiavismo prima e poi da imprese imperiali fuori dai confini nazionali nella seconda metà del novecento con il modello Giakarta e le guerre degli ultimi decenni.

Un ringraziamento e un abbraccio doveroso alla Libreria Pellegrini che ha ospitato il dibattito, ad Angelo e Massimo che hanno messo a disposizione uno spazio di cultura importante per la nostra città.

No Camp Darby ha discusso con Alessandro Volponi di Cumpanis e Carlo Formenti sulle due recenti pubblicazioni di Carlo. Scarsa  la partecipazione ma assai ricco il dibattito con due relatori che si sono messi a disposizione dei presenti rispondendo a tutte le domande  in una giornata nella quale si sono svolte una decina di iniziative, quasi tutte elettorali

Tempi bui per fare i conti con la realtà ma appuntamenti indispensabili per aggiornare la nostra cassetta degli attrezzi


No Camp Darby


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