La somma ignoranza travestita da italianità

 Liceo dell'italianità, sanzioni pecuniarie per chi usa parole estere, gli ultimi giorni offrono un ricco campionario delle ideologie nazionaliste e italiote imperanti. Siamo davanti alla costruzione di nuovi caratteri nazionali, di ideologie unificanti sulle ceneri della storia recente.



Se guardiamo agli Enti locali ci si imbatte in musei delle tradizioni locali quando musei statali chiedono sovvenzioni e personale per l'apertura al pubblico, sempre scorrendo i calendari delle iniziative comunali non mancano manifestazioni pubbliche con associazioni per la vita e contro la cultura gender, percorsi culturali dentro le caserme esaltando il valore educativo  della forza .

Avviene in Italia con una velocità impressionante, un retaggio culturale e politico di vecchio stampo adattato ai nostri giorni: esaltazione della patria, negazione dei diritti individuali e civili, affermazione di logiche culturali che ricordano la propaganda del ventennio.

E queste manifestazioni all'insegna della patria e della italianità affondano in un corpo sociale ormai impermeabile ad altri richiami, al rispetto della diversità, alla cultura della pace e della solidarietà, all'integrazione e alla multicultura.

Siamo davanti ad una silenziosa ma pervasiva propaganda di guerra che si concretizza ogni giorno in esternazioni, proposte di legge, dichiarazioni rese e dopo mille polemiche in parte ritrattate, una campagna ideologica e culturale con precise finalità politiche.

L'idea del liceo dell'italianità potrebbe essere liquidata come una boutade se pensiamo che la conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata, viene giudicata imprescindibile per partecipare ad innumerevoli concorsi, se ricordiamo che gli assertori della italianità vorrebbero cancellare la storia del novecento o ridurla ai totalitarismi non prima di avere bandito testi e pubblicate sgradite, non si leggono libri ma si vorrebbe censurare alcuni titoli giudicati ostili. Siamo in preda ad odi atavici, all' ignoranza viscerale e alla chiusura aprioristica ad altre culture,

L'Italia che stanno costruendo si cementifica su un antico retaggio fascisteggiante, il richiamo alla patria diventa una idea della società chiusa e militarizzata, lo studio della storia ridotto a mera esaltazione di indecorose pagine del passato nazi fascista quando invece non si cerca origini nobili nella storia medievale ridotta alla stregua di un sunto del vecchio Bignami, senza riferimenti bibliografici, ostaggio di luoghi comuni e di tradizioni inventate date in pasto a folle esultanti alla ricerca di muovi miti in cui riporre speranza e fiducia,

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