I soldi mancano per i rinnovi dei contratti pubblici e per questo anche il fallimentare codice Ipca viene considerato troppo oneroso

 Dove sono i soldi per il rinnovo dei contratti pubblici? I soldi non ci sono tanto che lo stesso Def prevede stanziamenti di gran lunga inferiori alle necessità reali e quindi incapaci di fronteggiare l'aumento del costo della vita. 



L'ultimo rinnovo arriva nell'autunno 2022 e riguarda il triennio 2018\ 2021, siamo da 16 mesi senza contratto, la precedente tornata non è ancora chiusa (manca il contratto dei dirigenti), l'aumento dell'inflazione sta mettendo a dura prova non solo i salari e la tenuta del potere di acquisto ma anche la capacità dello Stato di dare risposte convincenti con stanziamenti economici adeguati.

Regioni, enti locali, sanità e università (docenti esclusi) devono in teoria  garantire ai loro dipendenti aumenti stipendiali in linea con quelli statali con la differenza che saranno i loro bilanci a sostenere la spesa, bilanci già falcidiati da tagli e da mancati finanziamenti.

Teniamo conto che la Pa ha avuto 9 lunghi anni di blocco della contrattazione , e delle assunzioni, da cui non si è più ripresa, abbiamo da allora perso organici e potere di acquisto, anche quel parziale sblocco dei fondi del salario accessorio (fermi all'anno 2016) rappresenta una spesa onerosa per buona parte dei comparti pubblici. 

E qui entra in gioco il codice Ipca, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato su cui si basano i rinnovi contrattuali, un sistema che ci ha fatto perdere potere di acquisto negli ultimi lustri e oggi appare al Governo fin troppo oneroso per la Finanza Pubblica. 

Con la ripresa della inflazione i dati Ipca prevederebbero aumenti per il 2023 del 5,9%, le previsioni del 2034 sono attorno al 3 per cento (più dell'8 % invece il 2022).  L’Ipca è un sistema di calcolo al netto dei prodotti energetici importati che sappiamo essere aumentati vistosamente da un anno a questa parte.

Si rendono allora necessarie alcune riflessioni ossia

  • il codice Ipca ha fatto perdere potere di acquisto e si è dimostrato incapace di recuperare il salario perduto
  • Oggi i calcoli con il codice Ipca vengono considerati onerosi per le finanze pubbliche e quindi i futuri rinnovi ci faranno perdere ancora più soldi del passato rispetto al reale costo della vita
Il Governo Meloni nel 2023 non aveva finanziato il rinnovo dei contratti scaduti optando per una sorta di una tantum, quest'anno fa dei calcoli al massimo ribasso, infatti servirebbero circa 32 miliardi di euro dei quali 14 nei bilanci di regioni, province ed enti locali . Questa cifra corrisponde all'1,6 % del Pil e il Governo se va bene stanzierà poco più della metà. Se il codice Ipca ci ha  fatto perdere salario, quel codice oggi viene dichiarato troppo oneroso per le Finanze pubbliche e si prospetta o un sistema di calcolo dei rinnovi contrattuali peggiorativo o una sorta di parziale congelamento dei salari.

Un anno fa il Governo ha evitato di mettere in bilancio i fondi per i rinnovi preferendo mettere sul piatto circa 1 miliardo ma scaricando altri 800 milioni agli enti locali, autentiche elemosine accolte come successo dai sindacati rappresentativi.

Se la politica dell'austerità è assunta come faro dal Governo Meloni sotto forma di moderazione salariale dubitiamo che nel Bilancio statale trovino i soldi per  garantire adeguati rinnovi contrattuali, i soldi non vogliono stanziarli (perchè promessi per la riduzione delle tasse alle imprese) e arrivano a presentare perfino il codice Ipca come troppo oneroso. Eppure quel sistema di calcolo ha permesso allo Stato di rinnovare almeno 3 contratti con perdita di potere di acquisto per i dipendenti pubblici e sostanziale riduzione del potere contrattuale (ma il peggio deve ancora arrivare come si evince dalla Bozza Aran presentata ai sindacati cosiddetti rappresentativi).

Questi sono gli scenari dell'immediato futuro, ai lavoratori Pubblici non resta che tornare a confliggere se non vogliono perdere oltre alla dignità anche quanto resta del loro misero salario.


a cura della Cub Pi di Pisa

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