processi del tribunale speciale fascista per comprendere meglio il Ventennio

 I processi del tribunale speciale fascista per comprendere meglio il Ventennio


Tiziano Tussi da www.resistenze.org
 



Obbligatorio anche per questa ricorrenza del 25 Aprile fare riferimento ai lavori che sono stati scritti nel tempo per rimarcare la lontananza dell'Italia democratica dal fascismo mussoliniano. Aula IV è un testo miniera, composito e profondo. Un raccoglitore di notizie, dati e nomi che ci fanno capire cosa veramente possa essere stato il periodo fascista in Italia.

La letteratura sul tempo della dittatura nera è sterminata, ma libri come questo che sono, almeno sembra in apparenza, una sommatoria di nomi ed accadimenti sembra proprio colpire il bersaglio della comprensione più precisa del Ventennio. Ricordo a proposito un solo altro scritto, di Ruggero Zangrandi, Il lungo viaggio attraverso il fascismo, pieno di nomi e dati che fanno scaturire dalla quantità, il libro è di diverse centinaia di pagine, il senso enorme del travisamento della società dell'epoca. Viene a galla, comunque, che il fascismo non sarebbe potuto essere senza l'appoggio della monarchia. Chiarissimo esce il sodalizio tra i Savoia e Mussolini e fa male ricordare che sono stati eliminati nel 2002, governo Berlusconi II°, dalla nostra Costituzione i primi due commi della XIII disposizione finale transitoria che interessavano la dinastia sabauda.

Il libro Aula IV prende il nome dell'aula del tribunale speciale fascista che si interessava di mettere a tacere gli antifascisti. Migliaia di uomini e centinaia di donne. Le pene comminate erano spropositate ai reati commessi, di solito lamentele sul regime ed attività politiche contrarie allo stesso. E sovente. Al momento della dichiarazione di condanna, quando gli imputati inneggiavano al loro essere contrari al fascismo, si emettevano pene su pene con grande velocità.

Queste ed alte notizie dall'introduzione di Umberto Terracini, che aveva firmato la nostra Costituzione anni prima della pubblicazione del libro. Terracini era, all'epoca, Presidente dell'Assemblea costituente. nella prefazione a questo testo ci dice anche che non sono state annotate le dichiarazioni degli imputati che sarebbero state indicative della loro dirittura morale, anche se questa esce in ogni caso limpida dal contesto.

Il Tribunale speciale fascista viene costituito il 25 novembre1926. Non vi erano guerre in corso e non vi erano pericoli né per la nazione né per il fascismo, visto che il Paese era stato addomesticato brutalmente. Ma nonostante questa sicurezza ecco un nuovo potente strumento di coercizione per gli italiani che non si riconoscevamo nel fascismo. Dura sino al 22 luglio 1943 e viene abolito sette giorni dopo dal governo Badoglio, altro bell'esempio di uomo pronto per ogni pratica politica reazionaria. Da notare che la prima condanna è simile all'ultima nonostante i decenni di lontananza. Solo meno abnorme

In Questa pagina si trova la prima sentenza, notare nove mesi di prigione per ingiurie.


Qui per ingiurie, ultima sentenza di condanna, siamo a cinque anni.

Il ventennio era agli sgoccioli ma sempre più truce e d instabile. Il periodo successivo darà origine alla Repubblica di Salò il cui ritratto più crudele viene forse descritto da Pierpaolo Pasolini in Salò o le 120 giornate di Sodoma, del 1975.

Come si vede una sorta di circo-luna park del terrore.

L'unica eccezione potrebbe essere il rispetto della individualità della pena e non vengono accomunati e sommati anche i famigliari dei condannati nella pena del reo stessa o comunque presi pure loro di mira, a livello giuridico (p. 552). Una parzialissima briciola dell'infrastruttura liberale dello stato che era stato per la quasi totalità decisamente trasformata nello stato fascista. La struttura del tribunale attiene al livello militare e i giudici diventano in poco tempo i capoccia della Milizia fascista, gente rozza e fanatica.

Nell'introduzione non firmata, che si aggiunge alla prefazione di Terracini, ma evidentemente scritta dai quattro curatori si può seguire passo passo la costituzione del regime sino al tribunale speciale. Tutto il libro si può leggere come una denuncia della protervia del potere repressivo che non si arresta di fronte a nulla. Non solo comunisti e uomini di sinistra, ma anche liberali, come Giovanni Amendola, e, in definitiva, anche i non convinti dal regime. Occorreva avere supporter decisi per proseguire con la repressione.

Quindi un testo interpretabile come critica al potere ed al potere fascista, per una società democratica e partecipata, che usa il pensiero critico, che non deve evidentemente essere messo sottochiave con pene ridicole in confronto ai reati, come abbiamo detto. Qui si tratta di anni di galera. E il percorso verso un uso indiscriminato della forza e della violenza vien accompagnato, oltre che dalla docilità della società italiana, dagli anestetici che il potere tradizionale, la monarchia, mette in atto per aiutare lo sforzo fascista. Ed è un passaggio significativo di questo accompagnamento il periodo immediatamente successivo al delitto Matteotti, nel 1924, che si conclude colla chiusura, come una cerniera che non si apre, sino al periodo della Resistenza, che porterà l'Italia verso la dialettica democratica sociale che sarà possibile proprio grazie alla lotta partigiana che termina, ufficialmente il 25 aprile 1945.

Termina ufficialmente ma non finisce in quel giorno, dato che sempre, nei decenni trascorsi da allora, abbiamo avuto a che fare con i residui fascisti, mai decisamente debellati. Ognuno può prendere le misure di quello che è accaduto nei decenni passati e che ancora oggi sta accadendo. Per questo è necessario sostenere ciò che è stato, la Resistenza, e ricordare che allora il fascismo ha perso e la Resistenza ha vinto. Un'eredità non da poco, che occorre tenere ben cara.

 

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