Cosa si muove attorno al Parco di San Rossore?

  E' nato un comitato contro l'ampliamento del Parco di San Rossore. a tal riguardo citiamo testualmente il loro programma




DICIAMO NO AI SOLITI IMPEDIMENTI E VINCOLI IMPOSTI DAL PARCO

- DICIAMO NO AD AREE PRESE IN CARICO DAL PARCO ED ABBANDONATE
- DICIAMO NO AD AREE DI SPACCIO E PROSTITUZIONE
- DICIAMO NO AD AREE UTILI SOLO COME DISCARICHE
- DICIAMO NO ALLE SPECULAZIONI ALTRUI SULLE NOSTRE PROPRIETA'

Attorno al Parco si muovono interessi colossali, ampliando le aree dello stesso verrebbero meno alcune spinte cementificatrici ma anche la possibilità di investimento per alcuni imprenditori presenti sul territorio.

I parchi oggi andrebbero ripensati, pensiamo ad esempio al personale di questi Enti da tempo carente con l'indebolirsi dei controlli sul territorio.

Ma un'area abbandonata rischia il degrado e la sua protezione sotto l'egida del Parco rappresenterebbe un indubbio vantaggio anche per scongiurare speculazioni di vario genere.

Attorno alla definizione dei confini del Parco si muovono quindi lobby e interessi, un ampliamento delle aree di competenza viene visto come una sciagura e non come una opportunità.

Il fatto che alcune aree siano state utilizzate come discariche non è certo responsabilità del Parco visto che sarebbero sufficienti adeguati controlli per evitare questo scempio, ricordiamo a tal riguardo le telecamere ai cassonetti per punire i cittadini che non conferiscono correttamente i rifiuti urbani e per questo motivo vengono sanzionati.

Perchè allora non estendere, anche se non è la soluzione del problema, i sistemi di controllo pensati per i cittadini anche alle aree del parco?

E' singolare che si parli di speculazioni altrui su aree di proprietà pubblica, il pubblico dovrebbe avere la prima e l'ultima parola e quindi ogni decisione spetterebbe, in teoria, ai cittadini se esistesse una reale e diffusa condivisione sulle decisioni da assumere.

Poi si invoca lo spettro della prostituzione che avviene alle porte della città senza suscitare polemiche di sorta, le polemiche vengono invece alimentate e messe in relazione al Parco.

Le aree protette sono  da sempre riconosciute come lo strumento migliore per conservare la biodiversità, le  stesse politiche ambientali e di sostenibilità si devono condivise con le comunità locali che vivono e operano nei territori protetti. Nelle aree protette potrebbero essere trasferite talune attività pubbliche o magari laboratori universitari e scolastici collegandoli alla salvaguardia del territorio

Molti dei comuni interessati alle aree dei Parchi sono ancora indietro nella raccolta differenziata ma anche di questo si parla ben poco.

E poi ci sono gli interessi militari, la contrarietà di alcuni imprenditori alla base del Tuscania è legata al timore di vedersi requisiti dei territori dediti al pascolo e alle attività agricole in cambio di indennizzi insufficienti, è già accaduto nel passato e gli interessi materiali in questo caso coincidono con la volontà della cittadinanza contraria all'ennesima militarizzazione del territorio.

Ma sempre gli stessi imprenditori potrebbero cambiare posizione se si prospettasse loro la possibilità di ampliare ulteriormente le aree di proprietà senza vincoli come quelli determinati alla presenza di un Parco.

Il territorio di Migliarino San Rossore e Massaciuccoli ha rappresentato un freno alle cementificazioni e militarizzazioni del territorio, ridurne l'area potrebbe invece dare un nuovo impulso a questi processi.

Ecco spiegata la ragione per la quale le decisioni assunte dal Parco potrebbero avere un impatto sul futuro dei nostri territori.

Commenti