17 MArzo: tutti a Pisanello con la Fattoria di Mondeggi
Il Gruppo Insegnanti
di Geografia Autorganizzati, la Casa del popolo di
Pisanello,
la Redazione Pisana del mensile Lotta Continua e l'associazione Italia-Nicaragua
presentano
la Redazione Pisana del mensile Lotta Continua e l'associazione Italia-Nicaragua
presentano
Sabato
17 marzo
presso il
presso il
Circolo Arci di
Pisanello
sulla Tosco Romagnola davanti alla rotonda
prima di Riglione
Dalle ore 17
Incontro
con esponenti di
Mondeggi bene
comune
La fattoria
senza padroni
"Per una agricoltura socialmente e
ambientamente
sostenibile"
Dalle 20.00
Cena conviviale
popolare di solidarietà per raccolta fondi
per la Fattoria di Mondeggi a soli 12 euro
per la Fattoria di Mondeggi a soli 12 euro
Per un altro
modello di agricoltura
dalle 22
Concerto
Rock
Si invita a partecipare
e a comunicare prima possibile le adesioni per la cena
e la scelta del menù se vegetariano o meno
e la scelta del menù se vegetariano o meno
Insieme
siamo una forza, da soli un ruscello sbattuto dal
vento.
Unisciti a noi in
questa battaglia di civiltà e solidarietà
In attesa di altre adesioni, al momento
hanno offerto la loro collaborazione alla riuscita
dell'evento:
Mininotiziario America
Latina dal basso, Senza Soste – Livorno,
Associazione Pisorno,
Collettivo Abya Yala, Cobas Scuola Pisa
Per adesioni e
informazioni:
TERRA
BENE COMUNE FIRENZE
Siamo una
rete di produttori biologici, biodinamici
certificati e non certificati, professori,
architetti, studenti e semplici cittadini. Abbiamo
deciso di creare una rete per trovare una linea
comune con cui affrontare le varie tematiche legate
alla terra ed ad un uso responsabile di questa.
Crediamo fondamentale lo scambio di esperienze,
conoscenze e nuove tecniche per sfuggire al
controllo delle grandi multinazionali e per
intraprendere un percorso condiviso di lotta e
riappropriazione delle terre incolte mantenendole
pubbliche.
Assemblea
TERRA BENE
COMUNE FIRENZE
NO alla
vendita delle terre pubbliche, Sì alla custodia dei
beni comuni
L’Art.66 del decreto Salva Italia prevede
la vendita delle terre agricole pubbliche.
Permettere questo significa impedire alle
comunità locali di decidere territorialmente come
gestirle, consegnare una risorsa vitale agli
speculatori, accettare che l’interesse privato sia
messo al di sopra del bene comune
Noi ci
opponiamo a tutto ciò, spinti da 3 bisogni forti:
1 – SOVRANITA’ ALIMENTARE
È necessario ritrovare il senso di un’economia
reale che metta in
relazione in modo concreto le comunità locali e
soprattutto urbane con il proprio territorio
agricolo naturale e tradizionale. Un’economia fatta
di relazioni creative e percorsi condivisi tra i
produttori di cibo (contadini) e i co-produttori
(cittadini) al cui centro stiano con pari dignità il rispetto
e la custodia dell’ambiente e
la giustizia sociale.
2 – ACCESSO ALLA TERRA e ai saperi
contadini
Rivendichiamo il diritto di ogni
individuo di poter trarre almeno una parte del
proprio fabbisogno alimentare dal lavoro della terra
e quindi il diritto di poter
accedere alla terra a prescindere dalle proprie
possibilità economiche.
Incoraggiamo e sosteniamo tutti i luoghi
e le occasioni di scambio gratuito delle conoscenze
tra vecchi e nuovi contadini, affinché pratiche
agricole tradizionali e buone nuove
pratiche si incontrino per arricchirsi a vicenda.
3 – NO ALLA VENDITA DEI TERRENI AGRICOLI
PUBBLICI E DEGLI USI
CIVICI
Partendo da quello che già appartiene
alla collettività, vogliamo dare vita ad esperienze
nuove e vitali di agricoltura rurale svincolate dal
concetto di proprietà. Sono proprio i terreni
pubblici quelli più “fertili” per far nascere
un’economia alimentare sana e condivisa dalle
comunità locali. Per fare questo è
fondamentale che i terreni agricoli pubblici
diventino BENI COMUNI soggetti ad uso civico,
inalienabili e gestiti dalle comunità locali.
I beni demaniali rurali – e
particolarmente quelli abbandonati ed incolti – sono
risorse importanti con cui, senza alcun costo, le
amministrazioni pubbliche hanno la possibilità di
affidare spazi ed occasioni di vita, di lavoro, di
progettualità a persone – e segnatamente a giovani –
che intendono sperimentare modelli diversi di vita e
di economia, potenzialmente utili a tutta la società
e con ciò ricercare alternative praticabili e
sostenibili ad un modello socioeconomico
manifestamente in crisi.
Per che cosa lavoriamo
- una gestione sostenibile dei terreni e dei beni agricoli di proprietà pubblica, con i quali promuovere “progetti di neo-ruralità”, attraverso concessioni di lunga durata (min. 20 anni);
- la diffusione di un’agricoltura contadina, locale, naturale e di sussistenza; perché è l’unica in grado di assicurare alla comunità prodotti sani e genuini a prezzi accessibili, nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio;
- percorsi decisionali partecipati, che sappiano coinvolgere nella progettazione la comunità locale e le realtà contadine di nuovo insediamento;
- la nascita di piccole e diffuse realtà, volte al soddisfacimento delle esigenze della rete dei contadini locali, attraverso progetti concreti, come ad esempio la costruzione di piccoli vivai per la produzione di piantine da orto di varietà locali, usando metodi naturali e a risparmio energetico;
- la collaborazione con tutte le persone che si riconoscono nei principi di questo manifesto e sono disposte a lavorare per la sua attuazione.
Che cosa vogliamo
Il
riconoscimento del diritto ad abitare la terra da
parte di chi pratica l’agricoltura contadina. Oggi
le leggi impediscono di fatto la riconquista delle
terre abbandonate o incolte da parte di soggetti
diversi dalle medie-grandi aziende agricole
convenzionali, sole titolari del diritto di
edificare annessi o abitazioni rurali. Vogliamo
poter auto-costruire con materiali naturali (come
legno e paglia), fabbricati rurali a bassissimo
impatto ambientale, totalmente degradabili e
vincolati senza limiti di tempo all’attività
agricola
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