Spesa sanitaria: qualche riflessione

II dati sono relativi all'anno 2016, quelli del 2017 sono ancora ignoti. Un paese dovrebbe misurare la spesa sanitaria secondo innumerevoli fattori, il benessere dei cittadini, la prevenzione, la intensità di cura. i posti letto per abitanti dentro ospedali funzionanti. Ma anche il numero di operatori sanitari dovrebbe costituire un elemento non secondario perchè non sono certo auspicabili corsie con personale stressato e ridotto ai minimi termini e sottoposto a carichi di lavoro crescenti, situazioni ormai sempre piu' diffuse a dimostrare la scarsa attenzione riservata alla sanità.
Perfino la Corte dei Conti ricorda la necessità si spesa pubblica per la sanità in un paese dove milioni sono gli italiani che hanno rinunciato , lo scorso anno, ad almeno una prestazione sanitaria per mancanza di soldi

Al contrario abbiamo invece dei falsi rilevatori che guardano essenzialmente alla spesa sanitaria in rapporto al pil ma dimenticano quasi sempre di considerare i costi della sanità privata in convenzione. In Italia cresce la spesa sanitaria privata, nel senso che le politiche di austerità, le spending review hanno saccheggiato la sanità pubblica rendendola sempre meno efficiente e competitiva. Una scellerata scelta prodotta da anni di politiche mirate al contenimento del debito nel rispetto dei parametri dell'Ue. In Italia, dati alla mano, la spesa sanitaria dal 2010 al 2016 è diminuita di mezzo punto in percentuale (rapportata con il Pil) attestandosi al 6.5% .

Una specificità tutta italiana perchè negli altri paesi dell'Europa  il rapporto tra spesa sanitaria e Pil  è cresciuto dall’8% al 8,3%.  Allora , questi pochi elementi statistici sarebbero sufficienti a spiegare la dissenatezza delle politiche sanitarie dei Governi, nazionali e regionali, succedutisi negli ultimi anni, in Italia la spesa sanitaria cresce meno dell'1% mentre negli altri paesi europei, dove si privilegia il privato in convenzione, di quasi il 4%. Siamo ancora convinti che la spesa sanitaria italiana sia eccessiva e bisognosa di tagli?

L'Europa direbbe l'esatto contrario ma in questo caso il confronto con l'Ue non sembrerebbe valere.

Da dieci anni a questa parte è in continua crescita la spesa delle famiglie per la sanità, nonchè l'indebitamento delle famiglie,  l'obiettivo allora non puo' che essere un altro: ridurre la spesa pubblica, favorire lo scambio diseguale tra salario e previdenza\sanità integrativa, un colossale giro di affari cogestito anche dai sindacati.

E la sanità pubblica? Sembra strano ma in Italia si spende assai meno di quanto prevederebbero le stesse regole europee. Da qui bisogna ripartire rispondendo a quanti giudicano perfino la stabilizzazione dei precari nel SSN una minaccia alla tenuta dei conti o a chi da anni non investe in formazione, edifici ospedalieri moderni e macchinari piu' efficienti lasciando intatte baronie e appetiti affaristici che da sempre si muovono attorno alla sanità.

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