Pensioni: l'Europa dice no all'abbassamento dell'età pensionabile

All'indomani delle elezioni politiche, l'Ue non le manda certo a dire e pone con forza i suoi diktat in materia di pensioni, contratti, previdenza , lavoro e welfare.

La Commissione europea interviene formalmente sulla spesa pensionistica italiana, e ribadisce che la ricchezza prodotta va indirizzata essenzialmente ad abbattere il debito (privato trasformato in pubblico) e alla riforma (pardon stravolgimento) del welfare.La periodica pubblicazione di documenti redatti dalla Troika europea rappresenta da anni un vincolo insormontabile peri governi nazionali ormai senza sovranità effettiva sulle materie dimenti. Il nodo costituito dal welfare e dalle pensioni sarà dirimente per il prossimo Governo e puntualmente arrivano i dettami dell'Ue. per contenere la spesa previdenziale evitando che il prossimo esecutivo riveda la Riforma Fornero abbassando, anche di pochi mesi, l'asticella dell'età pensionabile. I soldi ci sono ma vanno spesi non per ridurre l'orario di lavoro (a parità di salario) o per anticipare l'età pensiobile. I conti fatti dall'Europa e dalla Ragioneria dello Stato per altro coincidono , da qui nascono gli inviti al futuro Governo per "una politica responsabile" .

Sarebbe opportuno leggere con attenzione i dati Inps, ebbene su 48.331 domande pervenute per l’Ape sociale ben il 55% sono state respinte  per non parlare poi degli esigui numeri relativi all'Ape sociale.
Il presidente dell'Inps gioca quindi un ruolo determinante, è proprio lui il punto di riferimento per scongiurare la revisione della Riforma Fornero tanto è vero che da lui arrivano i dati sulla insostenibilità di un eventuale passo indietro rispetto all'aumento dell'età pensiobabile.

 Fatti due conti parlano di 85 miliardi di spesa in piu' solo anticipando a 40 anni di contributi il requisito per la pensione.  Sulle pagine de Il Sole 24 Ore, Boeri parla di un "debito implicito  che salirebbe a 105 miliardi, oltre sei punti di Pil, con una maggiore spesa aggiuntiva al netto dei contributi fino a 20 miliardi l’anno" e rilancia cosi' la formula della  flessibilità sostenibile ossia la salvaguardia della Pensione e la possibilità di uscire dal lavoro prima con decurtazioni sul futuro assegno previdenziale.

Niente di nuovo insomma all'orizzonte, chiunque voglia ridurre orario di lavoro ed età pensionabile, sappia fin da ora che dovrà scontrarsi con l'Ue, la Bce e la Troika.

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