Dazi, protezionismo e posti di lavoro. La lotta tra capitali la pagano i lavoratori e le lavoratrici

Di pochi giorni fa l'annuncio di Trump : tra 15 giorni saranno imposte   dazi del 25% sull’export di acciaio e del 10% sull’alluminio . L'Ue cerca la mediazione ma nel frattempo studia eventuali contromisure. Inutile dire che i dazi e il protezionismo rappresentano un'arma per salvaguardare la produzione industriale Usa, evitare delocalizzazioni e soprattutto concorrenti a prezzi piu' favorevoli. Un protezionismo che sta nel Dna della amministrazione Trump ma anche lo strumento con cui recuperare consensi interni.  Sullo sfondo la riscrittura del trattato commerciale Nafta, ragione per cui i soli ad essere, al momento, esentati dal pagamento dei dazi sarebbero Messico e Canada, 

La politica dei dazi è destinata anche a rompere il fronte europeo, non a caso la Gb ha chiesto l'esenzione per intraprendere una trattativa diretta con gli Usa e nell'ottica di aprire anche un contenzioso con i paesi dell'Ue, soprattutto con l'asse Franco Tedesco.
 
Un accordo tra capitali\sti dovranno pur trovarlo, nel frattempo i padroni dell'acciaio hanno subito messo le mani avanti annunciando la perdita di 20 mila posti di lavoro nella produzione diretta e di circa 140 mila nell'indotto nel caso in cui i dazi venissero adottati.
La politica dei dazi avrà anche altre ripercussioni disegnando la nuova geografia  dei flussi commerciali con i paesi asiatici interessati a costruire un asse con l'Ue, anche se il problema è probabilmente un altro ossia la sovrapproduzione di acciaio ed alluminio.
 Gli stessi Sati Uniti non sono al di fuori della crisi perchè la perdita di posti di lavoro nell'industria Usa non si è arrestata. E se la Cina chiede l'immediato ritiro dei dazi sapendo che il deficit commerciale tra Usa e Cina è al centro di una eventuale trattativa. E l'Italia? Spera di scongiurare una crisi tra Ue e Usa sapendo che una buona fetta delle esportazioni va proprio nel paese di Trump dove si trovano anche alcune aziende di proprietà italiana. Tutto fa presagire che un compromesso sarà trovato ma sulla pelle dei soliti:i lavoratori e le lavoratrici

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