Le microfabbriche Giapponesi spuntano anche in Italia sotto l'egida di Industria 4.0

Avete mai sentito parlare di micro fabbriche?  Trattasi di piccole aziende dove trovi poche postazioni di lavoro dotate di tecnologia avanzata, una fabbrica in miniatura esiste già nel Veneto e patner della Toyota, azienda meccanica Giapponese che per prima rivoluziono', 40 anni fa, la catena fordista e l'organizzazione del lavoro.

 Al di là dello spot pubblicitario, bisogna pensare all'avvento di piccoli luoghi produttivi connessi tra di loro attraverso la rete, la produzione tradizionale, quella che ha bisogno di reparti, manodopera a basso costo, carrelli, muletti puo' essere esternalizzata nei paesi cosiddetti emergenti. E' solo questione di tempo ma il processo riorganizzativo del capitale riguarderà anche la gestione dei reparti e delle isole produttive, la tendenza è quella di spostare ad Est (europeo, asiatico o magari un domani in Africa) la invisibile produzione viva.

La digitalizzazione della linea è funzionale alla produzione di motori elettrici sui quali si basa il futuro della industria meccanica. Dalle pagine de Il Sole 24 ore apprendiamo della esperienza di questa fabbrica meccanica in provincia di Vicenza, un caso ad oggi abbastanza isolato ma destinato a fare scuola.  In questa micro azienda abbiamo il caporeparto  incollato a un mega schermo attraverso cui controlla produzione e magazzino a cui inoltra ordini in tempo reale attraverso il tablet, tempi di produzione contingentati e disciplinati da semafori, la postazione digitale svolge un ruolo fondamentale anche in fase di correzione e intervento

 Senza entrare nel merito delle modalità produttive, vale la pena ricordare il modello Toyota e la sua influenza nella robotizzazione delle linee produttive. Industria 4.0 non è la modernizzazione del modello Toyota ma sicuramente è in stretta relazione con la informatizzazione delle linee, l'abbattimento dei tempi morti in nome dell'efficienza, della riduzione dei costi per costruire linee produttive in grado di sfornare prodotti richiesti dal consumatore . Solo un anno fa l'Unione Industriale di Torino ha dedicato  a questo argomento un convegno dal titolo emblematico:  'Il sistema Toyota nell'Industria 4.0' (alcuni approfondimenti sono pubblicati in rete, per esempio https://www.niuko.it/magazine/industria-40-lezione-da-toyota-non-solo-robot-al-centro-ci-sono-le-persone).

La fabbrica di domani (ma attenzione che parliamo delle fabbriche nei paesi a capitalismo avanzato) vedrà un operaio al pc o al tablet a guidare le operazioni, un operaio senza piu' alcuna distinzione tra i suoi tempi di lavoro e di vita, già stiamo sperimentando accordi aziendali che costringono l'operaio a una reperibilità h24, a essere sempre connesso.  Tecnologia, controllo sociale e lavorativo, sfruttamento intensivo e digitalizzazione sono elementi chiavi di un processo di ristrutturazione capitalista i cui frutti (avvelenati) sono ancora ignoti. Di sicuro, chi pensa a Industria 4.0 come una liberazione dalla fatica (le catene di operai al pc per esempio) presto dovrà ricredersi.

Poi, per promuovere questi processi, un ruolo importante lo avrà anche il welfare aziendale che tanto piace a Cgil Cisl Uil tanto che lo ritroviamo ormai in quasi metà dei contratti  aziendali o territoriali. Welfare aziendale non significa solo scambiare aumenti salariali con bonus ma integrare la forza lavoro nella organizzazione del lavoro. E cosi' con la scusa di conciliare tempi di vita e di lavoro si piega la esistenza dei lavoratori alle esigenze aziendali, anzi le aziende ci guadagnano anche in altri  termini tra decontribuzione, defiscalizzazioni

E i lavoratori? Fino a 3mila euro il premio ha una tassazione del 10% per i redditi entro gli 80mila euro ma il carico fiscale si azzera se il lavoratore decide di rinunciare al premio in denaro convertendolo in sanità e previdenza integrativa, assistenza. Con queste premesse, forti della propaganda antitasse declinata dai media a senso unico e a favore delle imprese, a molti lavoratori parrà conveniente rinunciare a moneta contante in busta paga e valida anche a fini contributivi per devolvere queste somme alla sanità o previdenza integrativa. Un giro di soldi che produrrà alcune vittime: l'Inps, il costo del lavoro, il welfare universale e il ruolo conflittuale del Sindacato. Ma tra le vittime ritroveremo anche la libertà individuale, i tempi di vita. Industria 4.0 ha bisogno, per affermarsi, di stravolgere le regole in materia di lavoro e per farlo ha già conquistato un alleato importante: il sindacato complice.

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