Ciao Mara

 Con la morte di Mara Malavenda se ne va un altro pezzo di storia del movimento operaio, testimone e protagonista di quella rinascita sindacale sul finire degli anni ottanta che aveva portato alla nascita di realtà di base conflittuali nei posti di lavoro e in particolare nelle fabbriche. Mara lavorava alla Fiat di Napoli, era una delle fondatrici dello Slai Cobas, da anni in pensione continuava a seguire le vicende operaie.

Lo Slai, elesse alcuni suoi delegati in Parlamento con Rifondazione Comunista, una scelta che segnò anche la crisi della esperienza di questo pezzo del sindacalismo di base (la commistione tra politica e sindacato non sempre aiuta),  è tuttavia innegabile che la presenza di Mara, e pochi altri, mostrò con chiarezza che il sostegno al centro sinistra avrebbe presto portato i comunisti alla dissoluzione oltre ad avallare scelte antipopolari.

Mara decise infatti di assumere posizioni in aperto contrasto con l'allora Prc, non votò la fiducia al Governo e dal Prc venne espulsa mantenendo il seggio in Parlamento dove il suo attivismo, in contrasto con chi eletto non riesce a presentare una proposta di legge,  la portò a guadagnarsi la stima anche dei tradizionali oppositori di classe

Che la terra ti sia lieve.


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