L’indifferenza e il silenzio su Guantanamo, Hale, Assange. Il Movimento pacifista deve farsi sentire di più
L’indifferenza
e il silenzio su Guantanamo, Hale, Assange. Il Movimento pacifista deve farsi
sentire di più
di Laura Tussi
La
solidarietà per tre campagne pacifiste: Guantanamo, Hale, Assange
La solidarietà per Daniel
Hale e la campagna Guantanamo vanno avanti. La reazione della società civile di
fronte a queste violazioni dei diritti umani è flebile. Qualche ingranaggio si
è rotto nei meccanismi di attivismo e solidarietà.
Le
campagne pacifiste con il filo conduttore dei diritti umani
Alcuni gruppi pacifisti
hanno lanciato campagne con il medesimo filo conduttore: i diritti umani. La
prima è centrata sulla prigione americana di Guantanamo, e viene chiesta la
chiusura. La seconda è per la liberazione di Daniel Hale, lo specialista di
intelligence che ha rivelato l'uccisione di civili con i droni USA.
Assange
e Hale accomunati dalla stessa missione di condivisione di informazioni Top
Secret
La campagna
per la liberazione di Daniel Hale si basa su un
gruppo di supporto simile a quello di Julian
Assange. Come Assange anche Hale ha condiviso
informazioni molto delicate di ambito militare e attualmente sta pagando
con il carcere l'aver documentato gli omicidi di civili
innocenti tramite strike di droni.
Il
carcere statunitense di Guantanamo: una vergogna per la violazione dei diritti
umani
La campagna Guantanamo registra
attualmente circa 1000 adesioni individuali e il sostegno di oltre cinquanta
associazioni. Vede inoltre la partecipazione di nomi noti dell'attivismo
pacifista e nonviolento a livello nazionale: da Moni Ovadia, a Vittorio
Agnoletto, ad Alex Zanotelli e molti altri.
La
violazione delle asserzioni della Convenzione di Ginevra e della Dichiarazione
Universale dei diritti umani
Il filo conduttore di
queste tre campagne consiste negli abusi commessi dagli Stati Uniti in
violazione della Convenzione di Ginevra e della Dichiarazione Universale dell'Onu
sui diritti umani.
Il
coraggio e il sacrificio ammirevoli di questi testimoni di crimini di guerra
Le campagne lanciate dai
gruppi pacifisti mirano alla liberazione di persone innocenti o a garantire
processi equi. Il potere politico-militare vuole oggi zittire i testimoni delle
nefandezze militari contro i diritti di innocenti. La voce dei testimoni -
come Assange e Hale - ci consentono di conoscere la verità nel mondo
molto poco trasparente della guerra. La loro caparbia e il loro sacrificio sono
ammirevoli.
La
guerra al terrorismo rende normale e legale la persecuzione dei diritti umani
Dopo l’11 settembre 2001
la guerra del terrore al terrorismo ha reso "legale" la violazione
dei diritti umani e la persecuzione contro tutti coloro che rivelano la verità,
contro le menzogne e le falsità della guerra.
Occorre
portare a conoscenza dell’opinione pubblica queste violazioni
Occorre
fare pressione su tutta la politica, affinché prenda posizione netta contro
tutte queste gravi ingiustizie e atrocità ai danni delle persone e dei loro
diritti inalienabili.
I
gruppi pacifisti hanno preso contatti con il gruppo Italiani
per Assange e con Statunitensi
per la pace e la giustizia.
Assange e la sua grande opera di
informazione seria, vera e coerente con WikiLeaks
La campagna Guantanamo e
la campagna Assange riguardano due realtà che si richiamano a vicenda. Infatti
Assange ha rivelato con WikiLeaks tutte le schede dei
prigionieri di Guantanamo e ha reso note tutte le atrocità che accadono in quel
carcere americano. L'obiettivo di questa campagna è il rispetto e la tutela dei
diritti umani.
L'11
Settembre: data fatidica per la sospensione del rispetto dei diritti umani
Infatti dopo l’11
settembre 2001 è avvenuta la sospensione dei diritti umani in nome della guerra
al terrorismo. A Guantanamo i prigionieri non sono salvaguardati dalla
Convenzione di Ginevra sulla tutela dei prigionieri di guerra e dei civili
e questi sono elementi per cui la Corte Penale Internazionale indaga nei
confronti degli Stati Uniti.
L'incredibile
uso dei droni per colpire e annientare civili innocenti
Questo
importante filo conduttore, i diritti umani, collega Guantanamo e Assange e
altre campagne. Riguarda situazioni di denuncia dell’uso dei droni per colpire
e assassinare persone innocenti.
Daniel
Hale, giovane operatore dell’intelligence USA, ha rivelato l’uso indiscriminato
di droni. Ha documentato le uccisioni dei civili con i droni militari. Daniel
Hale è un obiettore di coscienza.
Amnesty International interviene su
Zaki e Assange, ma non su Daniel Hale
Ciò che è avvenuto in
termini di violazione della vita di innocenti è impressionante ma purtroppo
poco conosciuto. E' gravissimo che paghino col carcere i testimoni che hanno
rivelato crimini di guerra. Sono casi di coscienza: hanno violato segreti militari
per tutelare i diritti umani di innocenti massacrati dalle armi Usa.
Il
drone americano che ha colpito presunti terroristi
Per quanto riguarda la
vicenda del drone americano che ha colpito un'auto di presunti terroristi dopo
la strage di Kabul, Biden ha dichiarato: "Abbiamo dato indicazione di
colpire in modo altamente preciso". Invece, al contrario, sono stati
colpiti dei civili e il video dell’accaduto è stato analizzato dal New York
Times. È stato colpito un ingegnere afgano che collabora con un gruppo di aiuto
umanitario americano.
Guantanamo
detiene prigionieri all'infinito senza capi di imputazione
La campagna Guantanamo
parte per raccontare la violazione dei diritti degli esseri umani e non si può
tollerare che esseri umani siano tenuti in carcere all'infinito senza capi di
imputazione e senza difesa legale.
Allora
è lecito domandarsi: perché il movimento pacifista non attiva azioni di
mediattivismo e di denuncia?
Il movimento pacifista
nel suo complesso dovrebbe essere presente in continuazione e svolgere una
azione nonviolenta e militante di controinformazione su queste situazioni
generate dal potere militare. Tutto questo dovrebbe diventare patrimonio delle
persone e dei cittadini. Non ci può essere spazio per l'indifferenza.
Purtroppo
poche associazioni riportano quanto è accaduto a Daniel Hale: vero obiettore di
coscienza
Eppure è
in carcere per aver compiuto un gesto di coscienza. Negli anni ‘60 del
Novecento, eventi del genere diventavano patrimonio di milioni di persone e di
tutta l'opinione pubblica.
L’evento
dell’ingegnere afgano ucciso da un drone non è mai uscito sui vari siti
pacifisti. È stata detta una bugia dagli Stati Uniti, ma non è stata
controbattuta da chi avrebbe dovuto farlo per la propria storia.
La diffusa indifferenza del movimento
pacifista è un fatto gravissimo
Scopriamo
che noi pacifisti, questo tragico accadimento, non l’abbiamo in realtà
condiviso, elaborato e fatto nostro.
Forse
non fa più parte del nostro stile di attivismo? O dell’impegno e del nostro
lavoro di denuncia?
Gino
Strada ripetutamente ha denunciato i misfatti di guerra contro i diritti umani.
È necessario fare rete perché
l’informazione si moltiplichi e si capillarizzi
Gino
Strada ha sempre denunciato il potere politico-militare degli Stati Uniti, e
non solo, e anche le nefandezze in Afghanistan.
In
realtà, quelli attuali sono momenti difficili per l’assenza di valori e
ideali. Ci diamo per sconfitti in partenza e certe campagne non le
iniziamo neppure.
Per
questo alcuni gruppi pacifisti si schierano per la verità e la trasparenza
dell'informazione
E per dare una risposta
forte e determinata a questa tragica carenza di responsabilità
sociale da parte dell'opinione pubblica e, purtroppo, anche di una parte
consistente del mondo pacifista.
La
campagna Guantanamo è collegata alle rivelazioni di Assange che con WikiLeaks
ha reso note tutte le atrocità che accadono in quel carcere americano
L’obiettivo della
campagna è il rispetto e la tutela dei diritti umani. Infatti dopo l’11
settembre 2001 è avvenuta la sospensione dei diritti in nome della guerra al
terrorismo. A Guantanamo i prigionieri non sono salvaguardati dalla
Convenzione di Ginevra sulla tutela dei prigionieri di guerra e dei civili
e questi sono elementi per cui la Corte Penale Internazionale indaga nei
confronti degli Stati Uniti.
Hale
denuncia operazioni Top Secret in Afghanistan, Yemen e Somalia
La
seconda campagna riguarda la liberazione di Daniel Hale, lo specialista di
intelligence che aveva divulgato alla stampa informazioni riservate riguardo la
guerra dei droni, e segreti sulle operazioni in Afghanistan, Yemen e Somalia.
Il
suo crimine è stato dire questa verità: il 90% delle persone uccise dai droni
statunitensi sono astanti, non gli obiettivi previsti. A marzo si era
dichiarato colpevole e aveva «accettato la responsabilità» per aver violato
l’Espionage Act. Il tribunale della Virginia lo ha condannato a 4 anni di
carcere, meno dei 50 chiesti dal Dipartimento di Giustizia, ma non per
questo giustificabili.
Le campagne lanciate mirano dunque
alla liberazione di persone innocenti e a garantire processi equi
La
guerra del terrore al terrorismo ha reso “legale” la violazione dei diritti
umani e la persecuzione contro tutti coloro che rivelano la verità, contro
le menzogne e le falsità che, in tempi di guerra, proliferano. Ciò che è
avvenuto in termini di violazione della vita di innocenti è impressionante ma
purtroppo poco conosciuto. Ed è gravissimo che paghino col carcere i testimoni
che hanno rivelato crimini di guerra.
Purtroppo
sono poche le associazioni che riportano quanto è accaduto a Daniel Hale e che
lo hanno sostenuto.
Allora è lecito domandarsi: perché il
movimento pacifista non attiva azioni di denuncia?
Il movimento pacifista
nel suo complesso dovrebbe essere presente in continuazione e svolgere una
azione nonviolenta e militante di controinformazione. Il caso di Daniel Hale,
in carcere per aver obbedito alla sua coscienza, dovrebbe diventare patrimonio
di tutte e tutti.
Quello
che sembra una diffusa indifferenza del movimento pacifista è un fatto
gravissimo
In
realtà, quelli attuali sono momenti difficili per l’assenza di valori e
ideali. Ci diamo per sconfitti in partenza e certe campagne non le
iniziamo neppure.
Per
questo ci si schiera per la verità e la trasparenza dell’informazione e per
dare una risposta forte e determinata a questa tragica carenza di
responsabilità sociale da parte dell’opinione pubblica e, purtroppo, anche di
una parte consistente del mondo pacifista.
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