Il trattato che bandisce le armi nucleari.
Il
trattato che bandisce le armi nucleari. L'aspirazione dell'umanità è davvero la
pace?
di Laura Tussi
Il trattato ONU che
proibisce le armi nucleari è entrato in vigore il 22 gennaio 2021 al termine
dei 90 giorni previsti dopo la 50esima ratifica.
Ican con il trattato di
proibizione delle armi nucleari è stato insignito del Premio Nobel per la pace
2017, il Premio Nobel per la pace con il Tpan/Tpnw, trattato per la proibizione
delle armi nucleari.
Per
una panoramica a 360 gradi sui maggiori trattati mondiali inerenti le politiche
in materia di armamenti nucleari.
Con la campagna
internazionale Ican, premio Nobel per la pace 2017, le armi nucleari vengono
concepite con una prospettiva di messa al bando di tipo giuridico.
Il premio Nobel per la
pace Ican, campagna internazionale per la messa al bando delle armi di
distruzione di massa nucleari ha consentito a tanti sfiduciati di continuare a
credere a questa ottima prospettiva molto agile soprattutto dal punto di vista
giuridico.
L'occasione
per trattare del Premio Nobel per la pace una vera svolta per l'Umanità e una
rivoluzione per il mondo dei movimenti pacifisti
Questo articolo è
l’occasione per far discutere dell’abolizione e della messa al bando degli
ordigni di distruzione di massa nucleari ed il relativo trattato Tpan/Tpnw
approvato in sede Onu il 7 luglio 2017 a New York a palazzo di vetro con 122
nazioni presenti e la società civile organizzata in Ican.
Il
professor Antonino Drago conduce il webinar di PeaceLink sulle armi nucleari
L’esperienza di obiezione
di coscienza di Drago è nata con il carcere di Gozzini che scrive una lettera
per fare politica anche dalle prigioni al fine di puntare su obiettivi politici
a lunga scadenza. Questo è un concetto di politica che ha illuminato Antonino
Drago.
Infatti l’obiezione di
coscienza è un impegno importante, soprattutto con le lotte del 1964 e
l’obiezione fiscale alle spese militari per la modifica dell’assetto della
difesa italiana.
Il
concetto di pace rientra nell'immaginario collettivo del genere umano?
Nell’immaginario
collettivo non è entrato il concetto di pace ed è necessario recuperare un
linguaggio e un simbolismo che portino alla pace. Il trattato di proibizione
delle armi nucleari Tpan non è il solito discorso che propone l’elenco di tutte
le orrende vicende legate al nucleare.
Sulla scena mondiale si
sono sempre posti tentativi per il disarmo nucleare. Ma dagli anni ‘60 del
novecento non si sono mai raggiunti punti e obiettivi decisivi e permanenti, ma
solo trattative verticistiche. Esistono una via etica e popolare e una via
seguita dagli Stati per l’uscita dall'incubo atomico.
Purtroppo
molti scienziati lavorano per la guerra e il potenziamento del nucleare
Il 50 per cento degli
scienziati lavorano direttamente per la guerra, e sono coinvolti nella corsa
agli armamenti. Einstein e Russell nel loro manifesto sostengono di essere
scienziati con il dovere di informare sulle bombe nucleari e con la massima
responsabilità.
Einstein e Russell sono
stati scienziati con la responsabilità verso i popoli perché hanno messo la
scienza al servizio della pace.
L'orientamento
dell'opinione pubblica sul divieto delle armi nucleari
Con la nascita dell’Onu
si spera di aver posto fine alle armi e alla guerra soprattutto dopo l’orrore
di Hiroshima e Nagasaki. Ma l’Onu è sottoposta alla politica estera delle
superpotenze.
La spesa militare
mondiale attuale ammonta a 2000 miliardi di dollari. L’Onu è molto piccola e
impotente rispetto alle potenze mondiali nucleari. La corsa alle armi nucleari
nei vari decenni è incrementata proprio con gli 'atomi per la pace' e la
costruzione delle centrali nucleari per tacitare la popolazione sul rischio di
guerra.
Sappiamo
che il passo è breve tra il nucleare civile e quello militare
La via delle lotte
popolari imposta il trattato che mette al bando i test nucleari nell’atmosfera,
ma impone che si effettuino solo sotto terra. E corre l’anno 1963.
Con la via etica nel
1965, il Concilio Vaticano Secondo condanna la politica del nucleare. Ma
condanna l’uso dell’arma atomica, non il possesso. Quindi è accettata la
deterrenza nucleare.
Il
ruolo del Tnp, il trattato di non proliferazione che ha un'azione limitata e
del trattato Inf
Il Tnp, trattato di non
proliferazione regola il possesso delle armi nucleari e le dichiara legittime
solo per alcune potenze. Il Tnp attiva un controllo internazionale per non
coinvolgere altre nazioni alla corsa agli armamenti nucleari. L’8 dicembre 1987
viene siglato tra Reagan e Gorbaciov il trattato Inf che è stato
successivamente abolito totalmente da Trump e non per il superamento di
condizioni oggettive.
Il
first use è un grave atto di aggressività e un crimine contro l'Umanità
Nel 1999 Usa e Nato
adottano la nuova dottrina del primo colpo nucleare, il cosiddetto first use che consiste in un grave
atto di aggressività nel voler dichiarare guerra a tutto il mondo. I trattati
sono momentanei, ma le armi nucleari vengono modificate e perfezionate in
continuazione. Missili, aerei e sommergibili sono le tre gambe della difesa
nucleare. Israele non firma il Tnp. Il Mediterraneo così è dominato da Francia
e Israele con i sommergibili nucleari. Il tutto nell’indifferenza delle
superpotenze.
Il
fatidico inverno nucleare: la distruzione totale dal locale al globale
Sarebbe sufficiente uno
scambio di gittate di cento ogive, ad esempio tra India e Pakistan, in eterno
conflitto, per dare avvio a un inverno nucleare con un effetto irreversibile
nell’assetto climatico e con il risultato immediato di ben un miliardo di vittime.
Fortunatamente il 21 gennaio del 2021 il Tpan è entrato in vigore e le armi
nucleari vengono dichiarate illegali.
Ma la strada della
nonviolenza e del disarmo nucleare purtroppo è ancora ardua e impervia.
La pace è da sempre aspirazione
centrale dell’uomo?
Con la Pace tutto è
possibile, tutto si può realizzare. Con la guerra conta
solo la vittoria militare. Tutti noi camminatori delle vie della pace e
della nonviolenza e
del disarmo nucleare ci incontriamo nelle marce, nelle manifestazioni e nei
cortei semplicemente per dire no alla guerra.
Cosa hanno creato e
animato i movimenti per la pace nei momenti e negli appuntamenti di massa? ma
anche nell’impegno della quotidianità, nelle attività fuori dal clamore e
dall’attenzione dei media?
Molteplici narrazioni per
riportare sulla scena i protagonisti in carne e ossa, le loro motivazioni e i
loro sentimenti, i loro saperi e le loro culture politiche, la loro
spontaneità.
Un’altra
prospettiva di pace?
La pace è da sempre
aspirazione centrale dell’uomo?
Con la pace tutto è
possibile, tutto si può realizzare. Con la guerra conta solo la vittoria
militare. Tutto si fa per la pace, tutto ad essa si sacrifica. “Prima di tutto
la pace” era un diffuso slogan negli anni ‘80 del Novecento.
Per troppo lungo tempo,
subculture e politiche prevalenti hanno pensato che la Pace è raggiungibile
solo con la guerra. Che la pace altro non fosse che assenza di guerra e il
luogo di preparazione della prossima inevitabile guerra.
La
pace è molto più che semplice assenza di guerra e di conflitti armati
Solo in tempi recenti si
comincia a pensare la pace diversamente: molto di più che assenza di guerra e
certo indiscutibilmente assenza di conflitti armati. Solo in tempi recenti si
comincia a pensare la pace per via alternativa a quella classica delle armi,
come l’arbitrato, i negoziati, il diritto internazionale. E solo in tempi
recenti si è pensato a elidere il potere di fare la guerra al sovrano di turno.
Chi ha deciso la politica coloniale italiana? La conquista della Libia? Chi la
prima guerra mondiale? Chi la seconda? Per secoli il pensiero, la politica, i
miti, i riti convergevano sul fatto che la guerra fosse l’unico strumento e
unica via per la pace.
La
vera rivoluzione nonviolenta è quando comincia un pensiero alternativo
Fino ad oggi l'Europa non
ha ancora vissuto un periodo di pace duraturo, basti pensare ai conflitti in ex
Jugoslavia e nelle nazioni dell'est Europeo, contando anche le cosiddette
"missioni di pace" che altro non sono che azioni mirate a sostenere i
privilegi predatori di alcune nazioni su altre.
E non molti sanno che il
progetto dell’unione dell’Europa nella pace non con le armi, ma come
soluzione per niente guerrafondaia fu propugnata in primis dal pensiero pacifista.
La
necessità dell'educazione alla pace: da Kant a Hugo
Si pensi al congresso
della pace di Parigi del 1849 quello presieduto da Vittorio Hugo, quello che
pose l’accento sulla necessità dell’educazione alla pace. Non fu il mondo
pacifista a rivendicare che decisioni sulla guerra fossero assunte dai
parlamenti e non già dai sovrani e dai governi? E chi pensò al diritto e
alle organizzazioni internazionali adeguate
per costruire la pace?
Fu un pioniere del
pacifismo quale Immanuel Kant.
Poteva nascere l’Onu senza
questo pensiero? Il termine pacifismo è stato introdotto tra l’ottocento e il
novecento.
Il
pacifismo ha una sua storia di contrasto alla violenza
Il pacifismo ha una sua
storia e questo deve essere continuamente precisato.
Esso assume il
significato di pensiero e pratiche, teorie e movimenti tesi a prevenire e
contrastare la guerra, le culture guerresche e violente e i guerrafondai. E a
elaborare e sostenere vie alternative per la soluzione di conflitti e di
controversie internazionali.
Un
movimento plurale: il pacifismo
Più forte e incisivo
quando è stato capace di essere autonomo e coerente e quando ha coltivato e
prodotto idee forti, illuminanti, alterità di pensiero, pratiche coerenti.
È un arcipelago.
Un pacifismo di teorici,
un pacifismo politico e non di partito, un pacifismo dei movimenti, un
pacifismo spontaneo delle persone, un pacifismo delle classi sociali. È però
poco studiato nella sua pluralità e complessità. Nella sua influenza, nelle sue
contraddizioni e risultati.
Forse si pensa che poi
comunque le guerre ci sono state, che i pacifisti hanno sempre perso, che non
hanno ottenuto nulla. Forse perché l’utopia della pace è rimasta tale? Non è
esattamente così.
L'utopia
della pace è rimasta invariata?
Si accennava alla semina
del pacifismo che ha prodotto raccolti. In alcune fasi il pacifismo è riuscito
a condizionare l’azione di leaders politici e governi. Durante gli
anni più duri della guerra fredda è riconosciuto che la mobilitazione di massa
pacifista ha contribuito ad evitare l’uso dell’atomica.
Il
pacifismo oggi
E il premio Nobel per la
pace del 2017 alla campagna Ican per il trattato di proibizione delle armi
nucleari? Autentico e imprescindibile e grande contributo per il disarmo
nucleare mondiale che ha coinvolto migliaia di attivisti e centinaia di
associazioni in tutto il mondo. Di recente ai movimenti pacifisti è anche
ascrivibile in Italia la legge 185/1990 che finalmente ha posto qualche vincolo
alla esportazione di armi e
è dei pacifisti il merito alla campagna internazionale per la messa al bando
delle mine Nobel per la pace
del 1997.
La
guerra di Bush all'Iraq del 2003 e gli enormi contributi del pacifismo
E senza l’imponente
movimento del 2003 il governo italiano non avrebbe coinvolto pienamente e
ancora maggiormente il nostro paese nella guerra di Bush all’Iraq dell’ex amico
Saddam? Si possono cancellare gli enormi contributi del pacifismo per
controbattere alla glorificazione della guerra, per smentire la convinzione
della sua fatalità, per un sapere di Pace? Cenni per dire che l’influenza del
pacifismo è ancora tutta da studiare.
Perché quanti si sono
opposti alla prima guerra mondiale, con prezzi salatissimi non devono essere
considerati soggetti di storia? Il cammino è lungo e tortuoso ma è frequentato.
Alex
Zanotelli. La guerra deve diventare un tabù come l'incesto
"È ancora lunga la
strada perché la guerra diventi un tabù come l’incesto - afferma padre Alex
Zanotelli - ma vi è chi la percorre". Se pensiamo alle numerose guerre in
corso nel mondo dal dopo guerra fredda non rimane altro che prendere atto della
sconfitta del pacifismo. Ma sarebbero conclusioni affrettate e errate
oltretutto perché non tengono conto dell’enorme sproporzione di mezzi tra
pacifismo e guerrafondai. Il pacifismo. Un impegno da non dimenticare, per il
futuro e per la storia, se la storia è selezione delle cose da ricordare, per
la memoria e il futuro.
Per
mantenere viva Gaza: stop al genocidio...
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