Se prevale l’insano pregiudizio verso la modalità lavorativa agile…

 

Se prevale l’insano pregiudizio verso la modalità lavorativa agile…

La recente proposta di regolamento individuando le attività smartizzabili al Comune di Pisa è viziata dal solito pregiudizio verso il lavoro agile, si pensa che molte attività a contatto con il pubblico non possano per principio essere gestite da remoto. Sorvolando sul giudizio nostro rispetto al lavoro agile da inquadrare anche dentro processi di disarticolazione dei rapporti tra lavoratori e lavoratrici per abbattere i tempi morti  dilatando quelli lavorativi (dentro una logica di produttività spinta alle estreme conseguenze), pensiamo che oggi esistano strumenti tecnologici tali da consentire l’erogazione di numerosi servizi anche con la modalità agile, forse dovremmo partire proprio da questo presupposto per inquadrare correttamente la questione.

 L’Ente propende a dividere le attività tra quelle che implicano contatto con il pubblico e altre con caratteristiche diametralmente opposte. Se questa distinzione avesse senso non risulta comprensibile perché. in molti comparti del privato, parte delle attività di ufficio direttamente connesse al rapporto con l’utenza vengono assicurate da personale impiegato con rapporto di lavoro prevalentemente smart. La differenza rispetto al nostro Ente è data dagli investimenti tecnologici, dal modello organizzativo che negli Enti locali rimane alquanto statico e da politiche del personale degne di questo nome.

La premessa del Comune di Pisa è a nostro avviso fuorviante e dettata dal solito vecchio pregiudizio secondo cui la modalità agile sarebbe applicabile solo in pochi casi.

Esistono difficoltà organizzative e gestionali derivanti da vecchie culture e da mancati investimenti, non si vuol ammettere che investendo in tecnologia e rivedendo il modello organizzativo potranno cambiare anche le attuali modalità di gestione del lavoro.  Dalla lettura del testo inviatoci dalla parte pubblica non c’è traccia di politiche del personale, si demandano le decisioni finali sulla concessione dello smart ai vari dirigenti che poi, in maniera discrezionale, potranno assumere posizioni discordanti -

Traspare l’assenza di una seria politica del personale che dovrebbe partire dal presupposto di evitare sul nascere innumerevoli disparità e discrezionalità che poi sono anche alla base del crescente scontento tra la forza lavoro, prova ne sia che ancora una volta si lascia ai dirigenti fin troppo spazio decisionale.

Positiva ma del tutto insufficiente l’apertura sulle attività smartizzabili in settori nei quali fino ad oggi era una mera rarità lo svolgimento del lavoro in modalità agile, tuttavia non esiste alcuna analisi che confronti il comune di Pisa con altri Enti locali, mancano atti di indirizzi seri (che arrivano dalla parte politica) e ogni ragionamento effettuato diventa alquanto parziale, dettato da pregiudizi e senza alcuna volontà di attivare un confronto effettivo tanto con la forza lavoro e il sindacato quanto con la cittadinanza sulla gestione degli uffici e dei servizi.

CUB COMUNE PISA

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