Il racconto di Jadib
Il racconto di Jadib
Libro
di Oliviero Sorbini
Prefazione
di Laura Tussi
Jadib,
il protagonista del racconto, è un eroe, ma anche un uomo come il suo Autore,
Oliviero Sorbini, e come tutti noi, poliedrici, pluridimensionali, fragili e meravigliosi
ecopacifisti.
Oliviero
Sorbini opera nel settore della comunicazione sociale e istituzionale e
culturale. È un autore televisivo e ha realizzato reportage in Italia e nel
mondo.
Per
la Televisione, Sorbini attualizza diversi format importanti e di ampio respiro
e prestigio. Jadib, l’alter ego di Oliviero Sorbini, è così lontano nella
storia, ma anche così vicino con le sue vicissitudini, che vive con forza e
debolezza esattamente come noi tutti.
Noi,
grande umanità in pericolo, per le minacce planetarie impellenti, ancora siamo
in attesa di un altro Jadib che ci accompagni nelle tenebre e nelle burrascose
notti della storia con le impellenti minacce e emergenze, per fuggire dalla
morte, ieri con i sogni narrati dal protagonista, oggi forse con immagini video
per sopravvivere al nulla esistenziale della contemporaneità.
Jadib
è impersonificazione di una storia antecedente la Storia, in un racconto che
prevede e pervade qualsiasi narrazione fantastica e psichedelica, ma anche
minacciosamente vera.
Dopo
Jadib è subentrata la storia e poi il video, nella contemporaneità dell’Autore
intriso di vivacità creativa e di passioni impellenti e inquietanti, proprio
come il personaggio. Molti di noi cercano le radici della propria esistenza.
Forse perché pensiamo che le radici offrano all’umanità intera e a ogni singolo
Jadib un incantevole e meraviglioso racconto, in un colorato caleidoscopio che
ci permetta di analizzare e osservare non solo il presente, ma in modo
preveggente, anche il futuro.
Le
radici scoperte dall’Autore attraverso la sua ipnosi onirica intermittente e
ripetitiva e ossessiva - quasi da impianto freudiano - non sono forse radicate nella psiche inconscia
e consapevole?
Le
radici di Jadib/Sorbini sono parte del grande "inconscio collettivo"
ampiamente ideato e analizzato dal sommo psicanalista Carl Gustav Jung. In un
profondo viaggio di iniziazione quasi dantesco, Jadib è naturalmente il
Virgilio del nostro Oliviero Sorbini, raccontando sogni e ipnosi allegoriche.
E
così permette all’Autore - e al lettore - di scoprire il suo ego e alter ego,
con la licenza di riportare al presente le sue paure, le ansie e le angosce
oniriche e la stanchezza di sogni ripetuti e preveggenti fino all’atto
paranoico.
Jadib
è al contempo un fantasma inconscio molto remoto della psiche e profondamente
anche un amico immaginario, fantastico, evanescente giusto rimedio e guida
perspicace e coraggiosa di tribù e carovane in rotta contro il caos e il
torpore psichedelico del quotidiano nel silenzio immane di una civiltà
sconvolta, mostrando anche l’esperienza primigenia che si cela dietro il
parallelo paravento tecnologico dell’attualità e della storia contemporanea.
Come
menziona nella significativa e intuitiva prefazione Vittorio Ginzburg, i
dormiveglia del protouomo Jadib sono allucinazioni ipnagogiche che
attribuiscono forza e volontà per affrontare un evento pauroso e difficile.
Questo è il sogno scritto di Jadib che si trova in un profondo passato remoto
proiettato in un prossimo futuro allucinante come passaggio dall’imprevedibile
e dall’impensabile all’oralità della scrittura che proviene dal pensiero.
I
sogni dei racconti di Jadib sono proprio il linguaggio dell’anima e
dell’inconscio umano più reconditi e imperscrutabili. Un inconscio a volte
disperso, depresso, travagliato, disperato, a volte ricomposto e gioioso che
diviene sempre parte imprescindibile dell’immenso inconscio collettivo e
dell’esperienza umana universale.
Molte
volte, come nel caso di questa opera di Sorbini, quando si osserva un dipinto
di un pittore sconosciuto, può capitare che non si percepiscano i dettagli di
cui l’artista non si è reso mai conto nel dipingere.
Spesso
le annotazioni dei dettagli delle opere d’arte conducono la nostra anima, la
psiche, il pensiero, i sensi per tanti tortuosi passaggi imperscrutabili e
imprevedibili, verso impreviste fascinazioni e significazioni dell’intelletto e
scorci e improvvise e mirabili “agnizioni” dell’animo umano attraverso mondi
nuovi di cui lo stesso creatore non conosce il percorso.
Così
sono i riconoscimenti e i particolari dell’ultima scena del dramma, il
reperimento di rapporti, di lingua e di stile in autori diversi e bipolari
e lontani in sede di varie letture critiche e catartiche, nel
riconoscimento di uno o più personaggi che scoprono la loro identità fino ad
allora sconosciuta. Queste "agnizioni" ad esempio nel teatro greco
sono elementi della tragedia e della commedia nuova, riprese nelle forme
drammatiche di varie mimesis e quindi imitazioni classiche trasposte in età
contemporanea. Anche questo è il racconto di Jadib di Oliviero Sorbini.
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