Roma e le capitali mondiali a sostegno del Tpnw/Tpan: il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari
Roma e le
capitali mondiali a sostegno del Tpnw/Tpan: il Trattato Onu di proibizione
delle armi nucleari
di Laura Tussi
Anche
l'amministrazione capitolina ha sottoscritto il Trattato sulla proibizione
delle armi nucleari, invitando il Governo nazionale a fare lo stesso. Per il
secondo anno consecutivo l'Italia ha rifiutato l'invito a unirsi ai circa cento
paesi che periodicamente si incontrano per discutere il disarmo nucleare.
Anche Roma si unisce alle capitali di tutto il mondo che sollecitano i
Governi a firmare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, Trattato
Onu che, ricordiamolo, è valso alla rete internazionale Ican il Premio Nobel
per la pace nel 2017 per il disarmo nucleare universale.
La clamorosa e
unanime votazione di Roma
La decisione di Roma, con quasi un centinaio di città italiane che
sostengono l’appello di ICAN, sottolinea
il passaggio a una politica incentrata su ogni singolo soggetto del genere
umano nell’affrontare la minaccia nucleare.
Roma vuole
sfidare il governo per la firma e la ratifica del Trattato
Firmando il Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari, questo
voto storico sfida il Governo italiano a dare principale e fondante importanza
alla pace e alla liberazione dell'umanità dall'incubo nucleare.
Una decisione per
la salvezza dell'umanità intera
Con una decisione che suscita davvero discordanti e vivacissime reazioni e registra
consensi al di là di ogni previsione, ma anche unanime, il Consiglio comunale di Roma ha compiuto un
passo storico verso la difesa della pace e della salvezza globale.
Con questa decisione il Consiglio comunale
di Roma ha compiuto un passo storico verso la difesa della pace e della
salvezza globale. Aderendo all’Appello delle città della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, ossia La Campagna Internazionale per l’abolizione delle
armi nucleari, Roma aggiunge la sua voce a una crescente
coalizione che attraversa i confini nazionali e continentali.
Roma aggiunge la sua voce a un centinaio di città italiane.
Aderendo all’Appello delle città della International Campaign
to Abolish Nuclear Weapons, ossia La
Campagna Internazionale per l'abolizione delle armi nucleari, Roma aggiunge la sua voce a una crescente
coalizione di quasi un centinaio di città italiane, sollecitando il Governo a
firmare e ratificare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpan/Tpnw).
Una decisione e azione
diretta molto significative e di stringente emergenza per l'intero genere umano
In tal modo, con questa decisione e con questa azione diretta molto
significativa, si sottolinea un cambiamento fondamentale nella politica
globale, attribuendo priorità
all’eredità umanitaria nel pericolo che costituiscono le armi nucleari in
rapporto a concrete strategie militari.
Roma si allinea con altre importanti capitali mondiali a sostegno del
Trattato Onu
L’allineamento di Roma con altre importanti capitali come Canberra, Parigi, Berlino, Oslo,
Amsterdam, Lussemburgo, Helsinki, Berna e Washington rivela e palesa la decisione
collettiva e umanistica nell'affrontare
la minaccia esistenziale e la terribile emergenza rappresentata dalle armi
nucleari e dagli ordigni di distruzione di massa nucleari. Questa
decisione riflette i sentiti sentimenti espressi dai consiglieri comunali di
Roma:
"Crediamo fermamente che i nostri cittadini
abbiano il diritto di vivere in un mondo libero da questa minaccia - è la dichiarazione che ha accompagnato l’adesione al TPAN. "Qualsiasi uso di armi nucleari, sia deliberato che accidentale,
avrebbe conseguenze catastrofiche, di vasta portata e di lunga durata per le
persone e l’ambiente.
Pertanto, sosteniamo il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e
invitiamo i nostri governi a firmarlo e ratificarlo".
Gli ordigni di distruzione di massa nucleari rappresentano una strada
di non ritorno per l'intera umanità
Come postulato nodale, la decisione
dell’Assemblea della giunta di Roma riconosce che le armi nucleari oltrepassano
i semplici strumenti politici della guerra. Le armi nucleari
rappresentano ordigni di insondabile e terrificante sofferenza e devastazione dell'intero
genere umano. Il Trattato TPNW si pone come un autentico fulcro di
speranza e possibilità di sopravvivenza in un pianeta terra che deve affrontare
quotidianamente lo spettro persistente dell’annientamento nucleare mondiale.
Roma condanna e
aborrisce il tragico epilogo dell'Armageddon nucleare
Il Trattato riafferma
l’imperativo etico, politico e legale e umanistico ancor prima che umanitario di
tutelare l’umanità intera e nella sua complessità dal terrificante epilogo
della guerra nucleare, condannando definitivamente l’uso e il possesso
di armi di distruzione di massa nucleari.
Ciò che distingue la decisione di Roma è il suo fondamento nella politica
incentrata sulle persone.
L’approvazione dell’Appello Ican delle Città da parte del Consiglio
Comunale evidenzia un impegno umanistico per la salvezza e la sicurezza del
genere umano
Roma dimostra la sua funzione di potente simbolo
di resistenza umana, in quanto “Città Eterna” pervasa e impregnata di storia e cultura millenarie. Sposando a pieno
titolo il fatto o avvenimento che provoca un determinato
effetto del disarmo nucleare, Roma
riafferma il suo impegno senza tempo per i valori della pace, della giustizia
sociale e della solidarietà. La decisione cruciale di Roma si
amplifica all'unisono ben oltre i confini della città. La "Capitale del
mondo" invia un messaggio potente non solo al Governo italiano, ma anche
ai governi nazionali di tutto il pianeta, esortandoli ad ascoltare la volontà
dei loro elettori e a dare priorità alla ricerca della pace rispetto al
possesso assoluto della follia del potere. La vera sicurezza rispetto
all'armamentario nucleare a disposizione dei potenti del pianeta non può essere ottenuta attraverso la minaccia
di una distruzione reciprocamente accertata.
"Qualsiasi uso di armi nucleari, sia
deliberato che accidentale, avrebbe conseguenze catastrofiche, di vasta portata
e di lunga durata per le persone e l’ambiente".
Il perseguimento dell'alto obiettivo del disarmo nucleare da parte di
un’umanità comune e di una prosperità condivisa
La decisione di Roma di aderire all’Appello Ican delle Città ci ricorda che
una politica radicata nel diritto internazionale, promossa da noi figli di
questa nostra madre terra e basata sulla responsabilità diretta nei confronti
dell’umanità può produrre risultati trasformativi e efficaci per il disarmo
nucleare universale.
È ormai un compito doveroso e un allarme concreto il fatto che il governo
italiano segua l’esempio e si unisca alla firma e ratifica Tpnw.
Tutto ciò non può lasciarci indifferenti anche in termini di coscienza
personale e di gruppo.
Siamo preoccupati della capacità della guerra di essere percepita come
fattore indispensabile alla risoluzione dei conflitti, a cui adeguarsi ovviamente.
La guerra diventa così la grande protagonista a cui sacrificare i sogni, le
speranze, lo stesso futuro della terra e
dell’intero genere umano.
Siamo preoccupati della guerra e soprattutto della guerra nucleare che è
capace di modificare il livello della coscienza, in particolare del genere “uomini”,
soprattutto facendoli diventare “incoscienti”.
Dal conflitto tra
Russia e Ucraina dipende lo stesso destino del mondo, così come definito nel
2022 dalla Casa bianca e dal Pentagono
Siamo preoccupati della guerra attuale che richiede lo sviluppo importante
delle forze armate e dei loro costi e
quindi si rende necessario, per il loro finanziamento, il coinvolgimento
dell’opinione pubblica.
Un appello individuale,
ma che avverto collettivo da parte di tutti coloro che credono nella pace
Siamo preoccupati dagli “effetti collaterali” della guerra. E tra questi,
sottovalutati e nascosti, ma ben conosciuti da coloro che si occupano del
sostegno alle persone fragili e marginali, il taglio delle risorse loro destinate
e la difficoltà ad ottenerle. Risorse necessarie alla sopravvivenza pura e
semplice, e non sufficienti ad avere una vita dignitosa, come recita la
Costituzione.
Un’umanità anch’essa
vittima della guerra. Un’umanità dolente e dimenticata
Infine siamo preoccupati perché la guerra e la violenza in generale come l’inquinamento
contagiano la vita sulla terra. Come i veleni che ciascuno di noi produce vanno
a finire in atmosfera, ricadono su tutti, ma si concentrano in alcune aree
precise, provocando danni gravissimi, così la violenza che alberga dentro di
noi se fuoriesce, si densifica e diviene una nube tossica che colpisce ovunque
e in alcune parti del pianeta provoca guerre e distruzioni. Non a caso Teresa
d’Avila amava dire che non c’è nulla di bene di cui non siamo partecipi, né di male
di cui non siamo responsabili. Allora quali saranno le conseguenze di un odio
prolungato generato da questi strazianti conflitti?
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