Il mondo del Terzo Millennio
Un’altra educazione per un altro modello di sviluppo
Il mondo del Terzo Millennio
Un nuovo modello di sviluppo che a
partire dall'educazione alla pace, da fattori locali, nazionali,
internazionali, planetari, abbia come punto di riferimento le persone, gli
ideali, i bisogni, i loro sogni, le speranze, i loro diritti
di LAURA TUSSI
E' opinione comune che
viviamo in un’epoca di rapidi e intensi cambiamenti su scala mondiale.
Questo alcuni decenni
fa si avvertiva come l’avvento di una società post industriale che ormai ha
preso il nome di società dell’informazione, società della comunicazione,
società della conoscenza, mondo globalizzato, villaggio globale: qualificativi
che già si utilizzano senza bisogno di spiegazione nel linguaggio quotidiano. A
partire dagli approcci più vari che cercano di comprendere e valutare questo
momento storico, si esaminano i diversi aspetti di questa epoca di profondi
cambiamenti e il bisogno di collegare saldamente gli sforzi educativi e di
educazione alla pace alle necessità di cambiamento sociale e di porre fine alle
guerre.
La nozione di
cambiamento sociale è stata studiata e definita in molti modi diversi da varie
discipline. Così possiamo considerarla un concetto multidimensionale, un
processo che coinvolge molteplici forze in movimento.
Un generale consenso
attorno all’idea che il cambiamento sociale, con l'abolizione della guerra e
con la pratica della pace, non possa essere prodotto da un solo fattore o
fenomeno.
Varie definizioni
coincidono nel considerare la società un sistema di relazioni molteplici
diverse, per cui un cambiamento sociale implica la modifica di tali relazioni
di guerra e di pace nel mondo nuovo del Terzo Millennio. Tali definizioni si
differenziano principalmente per il genere di cambiamenti che comportano. Per
esempio, Giddens fa riferimento alle “alterazioni della struttura soggiacente
durante un periodo di tempo, per affermare che nel caso delle società umane
bisogna verificare fino a che punto sia un mutamento delle istituzioni
fondamentali nell’arco di un periodo determinato”. Farley lo definisce in
questo modo “il cambiamento sociale è l’alterazione di modelli di condotta, di
relazioni sociali, istituzioni e struttura sociale in momenti diversi”.
Castells precisa che “una nuova società - in pace o in guerra - sorge ogni
volta che sia possibile osservare la trasformazione strutturale in rapporti di
produzione, nelle relazioni di potere e nelle interazioni esperienziali”.
Perciò basandoci su
queste prime riflessioni vediamo di identificare i fattori che influiscono sul
cambiamento sociale del nuovo mondo e i livelli tipo di cambiamento. Giddens
segnala che anche se nessun elemento può spiegare da solo la natura di cambiamento
sociale lungo la storia dell’umanità, è però possibile identificare i fattori
che hanno influito in modo persistente nel cambiamento sociale e nelle
dinamiche di pace: l’aspetto ambientale, le organizzazioni politiche, i fattori
culturali.
Per questo sono
decisive le interrelazioni tra diversi fattori che per ogni epoca possono
acquisire un ruolo e un peso differenti nella modificazione strutturale delle
relazioni del sistema sociale. Questo porta ad affermare che i cambiamenti che
si stanno producendo nel mondo attuale - il nuovo mondo del Terzo Millennio -
rendono tutte le culture e società più interdipendenti. Rispetto ai livelli e
tipi di cambiamento, possiamo distinguere vari aspetti. Il primo è che possiamo
parlare di cambiamento sociale in riferimento a un cambiamento nella società o
più radicalmente a un cambiamento di società. In tal caso facciamo riferimento
più chiaramente alla nozione di trasformazione sociale o di rivoluzione
sociale. Un altro aspetto da considerare è la differenza esistente tra i
cambiamenti sociali che si producono per la coniugazione di dinamiche e
tendenze presenti negli elementi del sistema, nella misura in cui qualsiasi
sistema sociale è in costante mutamento con i cambiamenti sociali che invece
sono prodotti intenzionalmente da attori, soggetti, agenti che danno impulso a
determinate trasformazioni e dinamiche di conflitto e di pace.
Un altro aspetto da
distinguere ha a che vedere con la portata di tali cambiamenti e delle
rispettive interrelazioni: cambiamenti a livello personale, a livello di gruppo
e a livello sociale, cambiamenti a livello micro sociale e a livello macro
sociale.
Infine esiste una visione stereotipata nel capitalismo, con cui si identifica la novità o innovazione con lo sviluppo o il progresso. In tal senso le trasformazioni prodotte dalla globalizzazione neoliberista significherebbero sviluppo sociale e progresso sociale. Ecco perché si ritiene che staremmo procedendo per livelli di società sempre più avanzate.
Certamente le scoperte tecnologiche e le
innovazioni scientifiche, l’accelerazione dell’impatto dell’informazione sulle
nostre vite e la planetarizzazione delle relazioni dovute alla logica
capitalistica neoliberista imperante, nell’attuale processo di globalizzazione,
presentano segnale di involuzione rispetto alla qualità della vita e sintomi di
un sottosviluppo delle relazioni umane e del cambiamento sociale contemporaneo
e rappresentano una minaccia alla sopravvivenza della specie e alla crescita
costante nell’umanizzazione delle relazioni e dei rapporti interpersonali.
Segnati dai dilemmi
contemporanei citati dalle sfide teoriche del mondo del Terzo Millennio,
recuperiamo la domanda sul ruolo dell’educazione alla pace in questa epoca di
cambiamenti.
Si tratta di un’altra
educazione per un altro modello di sviluppo: una visione del mondo, della vita,
delle relazioni tra le persone, le società, i paesi fondata sull’equità, la
giustizia, il rispetto e la diversità di diritti economici, sociali, politici,
culturali, ambientali e di autodeterminazione dei popoli. Un nuovo modello di
sviluppo che a partire dai condizionamenti locali, nazionali, internazionali,
planetari, abbia come punto di riferimento le persone, gli ideali, i bisogni, i
loro sogni, le speranze, i loro diritti.
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