Laboratori e iniziative di attivismo pacifista e politico
Laboratori
e iniziative di attivismo pacifista e politico nella Rovereto degli anni
novanta, sulla scia del pensiero di Alex Langer
Di Laura Tussi
Il Centro di Educazione alla
Pace di Rovereto e la sperimentazione di forme creative di coinvolgimento
Sin dagli anni ottanta
il Centro di Educazione alla Pace di Rovereto ha portato avanti una
fondamentale attività per la diffusione di una cultura di pace e nonviolenza
attraverso iniziative innovative che hanno fatto scuola in tutta Italia. Il
tutto nel segno di una figura storica del mondo dell'attivismo trentino,
italiano e internazionale di cui è appena ricorso il 28esimo anniversario della
scomparsa: Alex Langer.
Le guerre e una condizione violentista conclamata in
Europa e nel mondo
Comiso, Baghdad,
Sarajevo… Erano gli anni ottanta, e poi novanta: a livello nazionale e globale
si assisteva quasi inermi, ma con una grande volontà di azione e cambiamento, a
condizioni di violenza e ferocia conclamate che continuavano la storia di
sempre con un’accelerazione dopo gli eventi del 1989. Proprio nei giorni in cui ricorre il 28esimo
anniversario della morte di uno dei maggiori protagonisti della scena
pacifista: Alex Langer.
Un'alternativa potenziale con tutto l'indotto
reticolare di associazioni per la creatività e per il ripudio delle guerre e
dei fascismi
Ma sembrava che
un’alternativa fosse possibile: la capacità di mobilitazione, sollecitata da
organismi collettivi e da reti spontanee e in espansione strutturata. Era la
prova di una opinione pubblica indisponibile ad accettare gli orrori delle
nuove guerre e la logica dell’iniquità e dell'ingiustizia sociale in diversi
settori. Il concetto di comunismo cominciava a essere reinterpretato dopo il
1989 e riattualizzato in questi ambiti sociali di interazione e dialogo.
In
una chiave comunista di educazione al dialogo per la pace: “fuori la guerra
dalla storia”
Senza illusioni di un
successo immediato, vista la disparità delle forze, ma con la consapevolezza
che la nuova società aveva possibilità di sbocciare: quella della
partecipazione in chiave pacifista e comunista e quella che ad un certo punto
si sarebbe riassunta nello slogan “fuori la guerra dalla storia”.
Laboratori
che educano alla molteplicità, alla complessità e al pluriverso di culture,
esperienze, saperi e fedi
Con orgoglio si è parlato
e si è sentito il riconoscimento dall’esterno di un laboratorio Trentino per la
nonviolenza e di educazione alla pace, e di formazione alle dottrine politiche,
come il comunismo e diversi mondi di riferimento politici e religiosi - laico,
cattolico, valdese, islamico eccetera - che vi hanno partecipato.
Nel
bel mezzo di un incrocio e di un crogiolo di progetti e iniziative per creare
attività in un microcosmo, e anche perché no, macrocosmo di pace
Di questo laboratorio,
Rovereto e il Trentino, sono stati un centro felice e chi, per volontà o per
caso, ha potuto circolare tra questo incrocio di progetti, ne ha misurato
l’impegno e le potenzialità non sempre pienamente realizzate. Nel piccolo
ambito di Rovereto, gli attivisti si sono sentiti grandi, aperti, collegati con
il mondo e le sue miserie, ma anche le sue forze nobili, impegnati sui temi che
entro lo sguardo critico sui giochi planetari, erano e sono le direttrici per
il pensiero e l’azione di una nuova civiltà, di un'azione terrena basata sul
comunismo degli ideali.
Gli
attivisti per la pace sempre attenti alla realizzazione di contesti di
convivialità, confronto, condivisione
La pace, i diritti,
l’ambiente, la crescita di panorami nuovi di cittadinanza, la crisi dei
comunismi. Su questo gli attivisti si sono impegnati operando su una
molteplicità di livelli: dalla manifestazione all’approfondimento tematico, dai
progetti con le scuole e i primi incontri e percorsi civicamente
interculturali.
Da
Auschwitz a Hiroshima e gli orrori del secolo breve che non devono ripetersi
nella storia dell'umanità, ma che purtroppo si ripresentificano come spettri di
un atroce passato
Il comitato delle
associazioni per la pace e i diritti umani era molto attivo e ha una
lunghissima storia nel pensiero delle ideologie del ventesimo secolo che si
apriva con tutto il suo bagaglio di contraddizioni, ma anche di atrocità, da
Auschwitz a Hiroshima per aprirsi al ventunesimo secolo e alle sue complessità
nella coscienza planetaria e nelle comunità di destino.
Un
interscambio per la pace e una crescita generazionale, di genere e
intergenerazionale: il dialogo del prisma delle differenza e diversità
L’opposizione ai missili
Cruise e la carica ideale terzomondista, con un ideale di comunismo e
condivisione mondiali, sono state alle radici di un soggetto rimasto attivo
fino ai tempi attuali. Sono ancora presenti le realtà fondatrici, se ne sono
aggregate altre nate in seguito, si sono promossi gruppi di lavoro e nuove
esperienze di associazionismo strutturato e di incontro informale. Si è
affermato più che una ricambio, una crescita generazionale e intergenerazionale,
nell'avanzata del pensiero che acquista attualità con il disarmo nucleare
universale.
La
dialettica interna anche sulla politica e l'ideale comunista, a volte anche non
poco sofferta, è stata garantita dai diversi mondi di riferimento politici che
vi hanno partecipato
Il centro di educazione
permanente alla pace, gestito dal comitato, dal 1992 è il luogo fisico per la
progettualità, la formazione, la testimonianza, la documentazione. Intorno a
queste istanze è stata pensata e perseguita la rete per l’educazione alla pace
a livello nazionale. Qui si sono incontrati una moltitudine di protagonisti dal
basso: Testimoni dalla ex Jugoslavia, nonne e madri di Plaza de Majo, parenti
di deportati civili e razziali per motivazioni politiche e deportati politici
stessi tutti sopravvissuti ai lager e
campi di sterminio nazifascisti, monaci tibetani, come anche attivisti di tanti
paesi africani e così via.
Per
un potenziamento dell'ONU e dei cardini del diritto internazionale
Qui si sono avvicinate
ottiche diverse e culture tra le più disparate e si sono svolti percorsi
importanti sul potenziamento delle iniziative e soprattutto sull’emancipazione
della donna: si è cercato di analizzare insomma quel processo dal quartiere
all’ONU, al palazzo di vetro a cui qualcuno degli attivisti è arrivato davvero.
Il
mondo è la nostra patria e persino l'universo. Con noi nessuno è straniero
Si sono sperimentate
forme creative di coinvolgimento. E si sono avviate le prime proposte di
formazione rivolta agli insegnanti per far entrare nella scuola metodi e
contenuti coerenti con un diverso futuro, senza prescindere dal passato e dal
passato prossimo. Sono partiti i primissimi, volontaristici corsi di italiano
per stranieri, che erano contemporaneamente occasioni di conoscenza reciproca.
Si sono sviluppate diverse iniziative sui beni comuni, a partire dalla campagna
sull’acqua e sul nucleare civile e militare e le proposte per uno sviluppo
sostenibile.
L'incontro
con esperienze di persone provenienti da lontano. Da dove vieni? mi ha portato
il vento
A Rovereto fa centro il
comitato migranti, una larga rete per l’accoglienza in relazione, tramite
incontri e corsi con i giovani profughi ospitati nel territorio. Negli anni
novanta del secolo scorso, Rovereto ha visto svilupparsi progetti di ricerca e
informazione a respiro internazionale con i quali il comitato ha cercato di
interagire, come l’Università dell’istruzione dei popoli per la pace e
l’osservatorio sui Balcani e Caucaso. L' attività dell’Università
dell’istruzione dei popoli per la pace ha portato in città i più impegnati
studiosi su pace, nonviolenza, diplomazia popolare e azione politica,
globalizzazione. E con questi per le sessioni annuali dei corsi, sono arrivati
giovani da tutto il mondo, portatori di vissuti ed esperienze comunitarie e
professionali davvero esemplari.
Ragionare con rigore
scientifico sui meccanismi del conflitto e della possibilità di dialogo
politico, della violenza strutturale e quindi di principi di economia mondiale.
Far incontrare in un percorso comune studenti israeliani e palestinesi; portare
nelle scuole l’attivista nigeriana, lo studente nepalese, il giornalista
colombiano.
Questo
e altro ancora si è cercato di portare nel tessuto cittadino fino all’esperienza
internazionale
I corsi locali hanno poi
investito ambiti molteplici, come l’educazione interculturale,
l’amministrazione pubblica, l’economia, la solidarietà internazionale, la
cooperazione politica.
E anche su questo si è
sempre tentato di portare riflessione ed esperienza a destinatari di più ampio
respiro oltre l’azione d’aula.
Ma per tutta questa
storia rimandiamo a spazi e strumenti appositi.
È
difficile misurare nelle sue ricadute l’attivismo di tante vite, di una
comunità variegata e di così ampio respiro e vasta entità di pensiero
Sono sempre stati
consapevoli della difficoltà di far percepire alla città la presenza
continuativa, il lavoro veramente quotidiano, aldilà delle manifestazioni di
maggiore visibilità.
Allargare la
partecipazione, agganciare nuovi interlocutori, far circolare idee e proposte
in ambienti più vasti. Si sono mantenuti come obiettivi paralleli ad
un’iniziativa come il fare memoria di storie di questi decenni, come le
deportazioni politiche nei lager nazifascisti, che è una necessità molto
impellente. Tanto più lo è oggi, quando è difficile contare sulle grandi
risposte pubbliche che hanno accompagnato gli anni novanta. Con la coscienza di
quanto si è costruito e la ricognizione su quello che vive, rinforziamo il
nostro sguardo verso il futuro. Per superare l’attuale tragica congiuntura di
estrema deriva bellicista in Russia e Ucraina e Europa oltre il conflitto,
oltre l’estremo limite della potenziale terza guerra mondiale con il suo
tragico epilogo nell’Armageddon, ovvero l'apocalisse nucleare.
Siti
di riferimento:
https://www.italiachecambia.org/mappa/centro-per-la-pace-ecologia-e-diritti-umani-ets/
https://www.italiachecambia.org/2023/03/abbasso-la-guerra-mostra/
Salviamolo
Salviamoci ! Contro il nucleare.
https://www.facebook.com/laura.tussi/videos/1953776988319817
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