La fabbrica di bombe RWM assolta per abuso edilizio, ma i comitati locali non sono d’accordo
La fabbrica di bombe RWM
assolta per abuso edilizio, ma i comitati locali non sono d’accordo.
di LAURA TUSSI
"La mancanza di individuazione dei responsabili è motivo di
preoccupazione". Abbiamo intervistato Graziano Bullegas di Italia Nostra
Sardegna, tra le associazioni che si sono costituite parte civile nel processo
sui presunti abusi edilizi legati all'ampliamento della fabbrica di bombe RWM,
secondo cui l'assoluzione degli imputati non plasma una realtà oggettiva.
"È inaccettabile che nessuno sia stato ritenuto responsabile di
un'operazione così dannosa per l'ambiente e in violazione delle norme
paesaggistiche e delle leggi in materia edilizia".
Non ci fu nessun
abuso edilizio con l’ampliamento della fabbrica di bombe della RWM a
Domusnovas. A stabilirlo, con l’assoluzione di tutti gli imputati in quanto il
fatto non sussisterebbe e non costituirebbe quindi reato, è stato il tribunale
di Cagliari con la sentenza del 21 dicembre. L’inchiesta – come riportato dall’agenzia
Ansa –
era nata da una serie di querele presentate da diverse associazioni pacifiste
ed ecologiste, comitati e organizzazioni sindacali, costituitesi parte civile
con contestazioni che denunciavano la mancanza di necessarie autorizzazioni
urbanistiche, ambientali e paesaggistiche, in merito al progetto di espansione
della fabbrica tra il 2017 e il 2019.
A spiccare nel
capo di imputazione, i reati di falso e una trentina di presunte violazioni
alle norme edilizie e ambientali. In merito abbiamo intervistato Graziano
Bullegas di Italia Nostra Sardegna, associazione per la tutela del patrimonio
storico, artistico e culturale, tra le realtà costituitesi parte civile.
Intervista
rilasciata da Graziano Bullegas – segretario di Italia Nostra Sardegna – sulle conseguenze
della sentenza del tribunale di Cagliari che ha assolto tutti gli imputati del
processo RWM
Intervista di LAURA TUSSI a Graziano Bullegas
Partiamo dalla sentenza del 21 dicembre
che ha assolto tutti gli imputati accusati di falso e di abusi edilizi per non
aver commesso i fatti o perché́ i fatti non costituiscono reato.
Risposta – Abbiamo necessità
di leggere il dispositivo della sentenza per capire quali siano le motivazioni
che hanno portato il giudice ad emettere la sentenza assolutoria, per cui
possiamo al momento formulare delle semplici constatazioni sugli effetti di
tale pronunciamento.
Registriamo che la sentenza ha
galvanizzato i vertici della RWM che si sono affrettati a dichiarare l’inesistenza
degli abusi. Noi invece continuiamo ad affermare che gli abusi esistono perché
lo confermano le due sentenze del Consiglio di Stato che hanno annullato tutte
le autorizzazioni edilizie da noi impugnate davanti al tribunale amministrativo
e la delibera della Regione Sardegna di non assoggettare a Valutazione di
Impatto Ambientale l’ampliamento dello stabilimento. Proprio a seguito di
questa sentenza gli impianti sono fermi pur essendo stati ultimati oltre due
anni fa. Ribadiamo pertanto che l’assoluzione dei nove imputati del processo
RWM non cancella i numerosi abusi edilizi commessi nel corso dell’ampliamento
dello stabilimento di Domusnovas-Iglesias e, per fortuna, neppure li sana.
Quindi nonostante la sentenza
assolutoria gli impianti non possono produrre armi e munizioni?
Risposta - La comunicazione di fine lavori dei nuovi
impianti è stata consegnata a novembre del 2021, il giorno successivo alla
pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato. Siccome quella sentenza
stabiliva l’illegittimità urbanistica e ambientale dell’insediamento
industriale, l’azienda non ha potuto avviare gli impianti.
Questo rappresenta un freno per l’approvvigionamento
di armi e di munizioni ai paesi in guerra?
Risposta – Il blocco della nuova
parte dello stabilimento sta arrecando grosse perdite economiche all’azienda
che ha investito ingenti capitali sull’impianto e, indubbiamente, la mancata
produzione incide in maniera rilevante anche sull’approvvigionamento europeo di
armi e munizioni ai paesi in guerra. Anche perché le scorte di materiale
bellico obsoleto di cui questi paesi si sono felicemente liberati sono da tempo
esaurite.
Ritornando alla sentenza del tribunale
di Cagliari, come mai sono state sollevate accuse a ben 9 persone, e poi queste
si son rivelate infondate?
Risposta – L'inchiesta condotta dalla Procura di Cagliari
ha rivelato numerosi abusi edilizi e irregolarità nel processo di ampliamento
di un'area tutelata dal Piano Paesaggistico Regionale. Nonostante le indagini e
il rinvio a giudizio dei vertici aziendali, dei tecnici e dei funzionari
comunali responsabili delle autorizzazioni edilizie, nessun colpevole è stato
individuato. Questo è stato un limite della sentenza emessa ieri e dell'intera
inchiesta.
Quali conseguenze ha comportato l'ampliamento abusivo?
Risposta - L'ampliamento
abusivo ha comportato lo scavo e lo sbancamento di oltre 100.000 metri cubi, la
rimozione di circa 80.000 metri quadrati di copertura boschiva e la costruzione
di edifici e impianti anche in aree soggette a vincoli per il rischio
idrogeologico e nell'alveo del torrente con alto rischio di esondazione. Questo
intervento ha causato un grave danno ambientale, come evidenziato dalla PM
Rossella Spano nella sua requisitoria.
Chi sono i responsabili?
Risposta - La mancanza di
individuazione dei responsabili è motivo di preoccupazione. È inaccettabile che
nessuno sia stato ritenuto responsabile di un'operazione così dannosa per
l'ambiente e in violazione delle norme paesaggistiche e delle leggi in materia
edilizia
Una situazione abbastanza ingarbugliata.
Quali saranno gli sviluppi futuri di questo stabilimento
Risposta – Noi restiamo del
parere che gli abusi devono essere demoliti e che venga compensato il danno
prodotto, attraverso opere di bonifica e di rimboschimento, anche perché la
presenza dello stabilimento è incompatibile con le tutele presenti nell'area.
E' stata avviata una procedura di
Valutazione di Impatto Ambientale postuma nel tentativo di sanare in qualche
modo l'abuso?
Risposta - Al momento
l'azienda ha attivato una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale
postuma nel tentativo di sanare in qualche modo l'abuso e poter finalmente
produrre i micidiali ordigni di guerra anche nei nuovi reparti.
Hai parlato di procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale (VIA) postuma. Si tratta quindi di una sanatoria?
Risposta – Dalle
dichiarazioni rilasciate dall’azienda e dagli amministratori pubblici
sembrerebbe che questa procedura sia intesa appunto come una pratica
finalizzata a sanare l’intero impianto realizzato abusivamente.
Noi sosteniamo che la procedura
di VIA ex-post non deve essere considerata come una pratica di sanatoria, ma
come un modo per verificare l'impatto ambientale dell'impianto realizzato
abusivamente. La normativa europea e italiana supporta questa posizione e
sostiene che questa richiesta di VIA, cosí come proposta, non possa essere
accettata perché mancano gli elementi per una valutazione ambientale completa e
accurata. Si sottolinea inoltre che lo stesso stabilimento attualmente in
funzione è anch'esso fuori norma poiché non è mai stato sottoposto a VIA.
Come associazioni e gruppi portatori di
interesse diffuso, avrete comunque l’opportunità di esprimere le vostre
opinioni all’interno della procedura di VIA
Risposta – Abbiamo
partecipato alla pubblica inchiesta prevista dalla procedura e abbiamo presentato numerose osservazioni e
relazioni tecniche, nonostante il sistematico boicottaggio che ci impedisce di
conoscere nel dettaglio il progetto e gli elaborati tecnici che lo
accompagnano.
L’assenza di trasparenza nella
diffusione dei documenti relativi al progetto rappresenta un ulteriore motivo
di annullamento della procedura in quanto impedisce ai cittadini e i portatori
di interesse di poter accedere a tutte le informazioni pertinenti.
Quanto è importante garantire la libera circolazione
delle informazioni?
Risposta - Tutto ciò contraddice
i principi di trasparenza e partecipazione che sono fondamentali per un sano
processo decisionale e per la tutela dell'interesse pubblico. È importante
garantire la libera circolazione delle informazioni, affinché i cittadini
possano essere adeguatamente informati e partecipare attivamente alle decisioni
che li riguardano.
Finisce qui la vicenda giudiziaria della
RWM?
Risposta – Da questo processo
ci aspettavamo delle risposte su fatti ed azioni avvenute nell’area di San
Marco. Avremmo voluto conoscere i nomi dei responsabili che hanno illegittimamente
deciso di spianare quelle colline, di distruggere quei boschi, di realizzare
quei poligoni e costruire pericolosi capannoni sul fiume.
Attendiamo quindi altre indagini
e altri processi, perché da cittadini attivi e impegnati per il bene comune
vogliamo continuare a sperare che, al di là della sentenza, qualcuno possa far
luce su tutto questo e i veri responsabili vengano identificati e portati ad
assumersi le loro colpe.
Quando si conclude il processo legale
per la RWM e le istituzioni coinvolte?
Il processo legale per la RWM e
le istituzioni coinvolte non si conclude qui. Il prossimo 24 gennaio, il
giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cagliari dovrà decidere
sul rinvio a giudizio di un altro funzionario del comune di Iglesias, accusato
di omissione di atti di ufficio per aver occultato il ricorso straordinario
presentato da numerose associazioni al Capo dello Stato contro l'autorizzazione
per la costruzione del Campo Prove degli esplosivi.
È evidente inoltre che, nel
caso in cui la Regione Sardegna dia un parere favorevole alla Valutazione di
Impatto Ambientale, questa decisione sarà nuovamente contestata davanti al
Tribunale Amministrativo.
*****
Sabato scorso, in
contemporanea con altre manifestazioni in Italia e in Europa per denunciare il
genocidio in atto nella striscia di Gaza, anche i pacifisti sardi hanno
manifestato davanti alla fabbrica di armi della Rwm fino al punto di bloccare
per un'ora l'ingresso di un turno di operai. Tra i tanti interventi tutti per
denunciare, come dice il Santo Padre, che le guerre iniziano dove si producono
gli strumenti di guerra, anche quello del Professor Ennio Cabiddu che, a nome
dei "Disarmisti Esigenti" ha sottolineato che sempre nella sovramilitarizzata
Sardegna, a pochi chilometri dalla fabbrica di bombe della Rwm, la Leonardo ha
aperto un centro di addestramento per insegnare a pilotare i cacciabombardieri.
Un centro che la
Leonardo non si vergogna, come invece dovrebbe, di chiamare "scool".
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